Oggi vi parlerò, come promesso, di un film che a me sta particolarmente a cuore: Gli Anni Spezzati di Peter Weir. Sarà una "recensione" non recensione, di cuore, scritta senza spulciare dati tecnici, senza alcun connotato di professionalità o di ricerca della professionalità. Peter Weir è il bravissimo regista australiano, non molto prolifico ma proprio per questo ancora, a mio avviso, degno di elogio. Non fa film per soldi, li fa perchè si vede che significano qualcosa per lui. Lo ricordiamo per "L'Attimo Fuggente", "Master & Commander", "Picnic ad Hanging Rock", "Witness il Testimone" e pochi altri film. Ma secondo me il suo capolavoro è appunto "Gli Anni Spezzati". Il film è una riflessione non banale sulla guerra e l'amicizia che nasce nei modi più strani e inaspettati. Sul cameratismo, sul senso di destino che ognuno di noi ha dentro. Archy Hamilton e Frank Dunne sono due corridori velocisti di estrazione relativamente differente , il primo è infatti un piccolo possidente terriero, benestante, il secondo un operaio ferroviario (ma non abbiamo dubbi che avrà fatto altri 1000 lavori) nell'Australia Occidentale del 1915. Siamo alla vigilia, anzi, siamo proprio durante la famosa battaglia/spedizione di Gallipoli, in Turchia, di cui vi ho accennato con la recensione del libro "Gallipoli" in un precedente post. Archy e Frank interpretati il primo da un attore poi non troppo fortunato in carriera (credo sia rimasto limitato al circuito australiano) come Mark Lee, il secondo da un astro nascente quale Mel Gibson. I due non potrebbero essere più differenti caratterialmente: idealista Archy, che si vuole arruolare per "fare la propria parte" leggendo dello sbarco del primo scaglione di truppe australiane a Gallipoli (siamo quindi nel maggio 1915, le truppe erano sbarcate il 25 aprile), menefreghista Frank, che pur avendo tre amici che anche loro vanno verso il grande centro cittadino per l'arruolamento (volontario) non è della stessa idea. Archy e Frank si incontrano ad una corsa in cui vince Archy, ma la rivalità fa nascere un'amicizia profonda. Archy è un ottimo cavallerizzo, allora cerca, subito dopo la corsa di arruolarsi, ma non ha l'età giusta e pur passando il test di cavallerizzo viene smascherato da un suo conoscente come minorenne. Allora Frank propone ad Archy di provare l'arruolamento nel grande centro di Perth, dove avrebbe potuto barare sull'età. Allo stesso modo Archy propone a Frank (che però non ha mai montato) diarruolarsi nel 10° Cavalleria Leggera, ovviamente con il solo esito che Archy, pur essendo sotto età viene ammesso, ma Frank fa una figura barbina venendo respinto. I due si separano forse per sempre, ma ad un bar Frank ritrova i suoi tre amici, quelli che si dovevano arruolare e accetta di entrare in fanteria con loro. Le scene al Cairo, dove il corpo ANZAC (Australian and New Zealand Army Corps) si addestra sono forse tra le più leggere del film.Lì conosciamo una delle grandi caratterstiche dell'australiano come militare ovvero la sua indisciplina e lo scarso rispetto per gli ufficiali boriosi e sopratutto per quelli britannici. Memorabili le scene nel bazaar o quelle a confronto con due altezzosi ufficiali delle guardie britanniche, stupendo invece il reincontro con Archy in una battaglia simulata tra gli uomini della fanteria(cui apparteneva Frank) e quelli della cavalleria (Archy). Dato che le esigenze belliche (lo sbarco su una penisola collinare e poco adatta alla cavalleria) ormai avevano fatto passare in secondo piano l'abilità di cavalcare, Frank viene convinto da Archy ad abbandonare i suoi tre amici arruolatisi con lui e di passare in cavalleria, arma più "nobile" e adatta a fare colpo sulle infermiere. Le sequenze di Gallipoli sono tra le più belle se non le più belle tra tutte quelle mai girate in ambito bellico e sono state replicate (ma non con lo stesso impatto, in più film e miniserie - segnalo fra tutte la bellissima Gallipoli, miniserie australiana) molte volte. E' ovvio, perchè descrivono degli eventi molto ben documentati, quali gli attacchi a Lone Pine (Pino Solitario era una località nella penisola di Gallipoli) o The Nek. E Proprio l'attacco al Nek è quello che suggella il film con uno struggente finale in cui i due amici lottano ognuno per le proprie convinzioni, Archy, per essere ricordato e Frank per l'amicizia vera. Amo questo film e non ho voluto rivelare molto della sua seconda parte, anche se credo che molti tra chi leggerà questa recensione/atto di amore conoscono il film. Tuttavia mi preme sottolineare il realismo della ricostruzione storica. L'atmosfera è quella di un posto splendido e mortale come poteva essere appunto un luogo come Gallipoli, affacciato sull'Egeo, ma che a poche migliaia di metri (gli alleati non penetrarono mai più di qualche km nell'entroterra) vedeva la morte più atroce, i centinaia di cadaveri mai seppelliti, la distruzione dell'uomo verso l'uomo in modi terribili. Sentiamo l'odore di mare e di cordite, sentiamo il puzzo atroce di un'estate passata da uomini abbarbicati in buche maleodoranti e sentiamo il profumo che potrebbe essere delle nostre campagne calabresi.Le scelte registiche, semplici ma raffinate la fanno da padrone, i comprimari con delle facce indimenticabili, il nemico quasi mai in vista. I bombardamenti, resi con un rapido tremolio di camera, sono realistici. Tutto cospira per creare un film che rimane nella storia del cinema bellico e non, così come il suo struggente, tristissimo ultimo fotogramma. Gallipoli: Gli Anni Spezzati.
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