Thursday, April 2, 2020

Prisoners on Cannock Chase - Great War PoWs & Brocton Camp di Richard Pursehouse

Il libro di oggi, frutto della ricerca di Richard Pursehouse ed edito da Frontline, racconta la storia poco nota di un grande campo di prigionia per soldati tedeschi durante la Prima Guerra Mondiale.
Il campo, situato a Brocton , sul terreno di Cannock Chase, nella contea dello Staffordshire, fu uno dei maggiori campi di prigionia della guerra e il libro che vi presento oggi lo analizza a e ne riscopre le origini e la storia, ponendo di nuovo le luci dei riflettori su quest'angolo di Inghilterra dove un tempo migliaia di soldati catturati vissero il resto della loro guerra dopo essersi arresi.
Il terreno che fu ottenuto dalle autorità militari britanniche dal proprietario, Lord Anson, era perfetto per stabilirvi un campo di prigionia consistente di diversi settori o "lines". Un altro campo, di addestramento per soldati fu stabilito vicino e fu, durante la guerra, principalmente utilizzato da soldati neozelandesi, che doppiavano anche come eventuale guardia del campo, vista la vicinanza.
Il campo, oggi del tutto scomparso ma presente in diverse tracce nel terreno restituito alla sua originale forma di parco e foresta, è stato profondamente indagato da Pursehouse, che è riuscito, con il suo libro a ricostruire la vita  di prigionieri, guardie, soldati del campo vicino, nonchè civili che si relazionavano con il mondo del campo, in maniera ammirevole.
La sua indagine è basata su tutta una serie di foto comparative del terreno odierno e di materiale iconografico proveniente da varie fonti, archivistiche, private, di giornali.
Le testimonianze , sono quelle, indirette, dei prigionieri , ma sopratutto quelle di chi nel campo ha lavorato come interprete, funzionario o ufficiale. Il comandante fu uno scozzese, il tenente colonnello Sir Arthur Grant, che ferito in maniera invalidante a inizio guerra era stato rimosso da ogni incarico che avesse a che fare con la prima linea e quindi era finito a comandare il campo. Grant pur per motivi evidenti essendo stato penalizzato dalla guerra, non ebbe risentimenti con i prigionieri che fu chiamato ad amministrare, e non sono emersi soprusi verso di loro. Grant , proveniente dalla famosa famiglia che è conosciuta tradizionalmente per il whisky, fu addirittura omaggiato di una statuetta dagli stessi prigionieri, come regalo di addio.
Il libro è molto ordinato, con brevi capitoli che descrivono ogni aspetto della vita di un campo. Il campo aveva tutti i requisiti per tenere occupati i prigionieri e sebbene la disciplina fosse molto stretta si può affermare che non fosse certo inumana. E' interessante come l'autore inserisca spesso nelle note (che sono molto corpose) dei riferimenti al trattamento dei prigionieri alleati nei campi tedeschi. Sono importanti questi paragoni per entrare nel modo di pensare e di gestire un campo dell'epoca. Tuttavia vi erano delle terze parti garanti per far sì che non ci fossero trattamenti scorretti verso i prigionieri. Per la Germania all'inizio erano stati scelti Gli Stati Uniti d'America, ma dopo l'entrata in guerra a fianco degli alleati fu la Svizzera a essere il paese cui venivano indirizzate le lamentele da parte dei prigionieri stessi. La Croce Rossa elvetica infatti venne ad esaminare il campo di prigionia diverse volte, non riscontrando problematiche gravi.
Un'altra voce importante che ci fa conoscere l'umore del tempo dei prigionieri e verso i prigionieri è quella di un impiegato del campo, tale Horace Thompson, che tramite le sue lettere alla madre descrive eventi e sentimenti, risultando molto prezioso.
Con il progredire della guerra i prigionieri del campo trovarono anche impiego presso vicine fattorie, secondo schemi di lavoro collaudati, e andarono a sostituire le braccia di contadini che erano stati chiamati al fronte.
Il libro così risulta una piccola capsula del tempo che ci porta a conoscere un tema poco dibattuto, ovvero i campi alleati nella Prima Guerra Mondiale. Tutto va ovviamente visto in relazione al trattamento dei prigionieri che vi era prima, nel 1800, con comportamenti molto meno umani, frutto anche di minore legislazione in ambito militare riguardante la sorte del prigioniero di guerra. L'enorme numero di prigionieri di una guerra dalle dimensioni immani, fece ripensare completamente tutta la materia e alla fine risultò nella stesura della Convenzione di Ginevra del 1929, frutto ovviamente di quell'esperienza. L'umanizzazione del trattamento dei prigionieri di guerra, con i loro diritti e doveri, non fu certo ampiamente rispettata nella successiva guerra, ma fu un passo in avanti per l'umanità sebbene applicata a qualcosa di tragico.
Il libro è uno sguardo interessante su un tema poco conosciuto, che potrà appassionare lo storico e l'appassionato della Grande Guerra.

Un grazie di cuore a Frontline Books per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Prisoners on Cannock Chase - Great War PoWs & Brocton Camp
Autore: Richard Pursehouse
Pagine: 208
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Prisoners-on-Cannock-Chase-Hardback/p/16014



















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