Wednesday, May 20, 2020

The D-Day Landings (The Telegraph)di Philip Warner (Prefazione di W.F. Deedes e Introduzione di John Keegan)

Il libro che vi presento oggi si va ad inserire nella sterminata letteratura riguardante il D-Day.
Questa interessante raccolta di testimonianze ci fa tornare al clima di incertezza, paura ed euforia che avvolse quel 6 giugno 1944 e lo fa con più di 100 racconti da parte delle truppe e dei servizi logistici che permisero di aprire il fronte nordoccidentale.
Il libro, pubblicato per la prima volta nel 1980 e ripubblicato recentemente da Pen&Sword ha il merito di riportare le testimonianze (britanniche e canadesi) più inusuali anche se non mancano anche diversi racconti di reduci che hanno scritto dei libri interi di memorie in seguito.
Il libro, suddiviso in ordine cronologico in base all'intervento delle forze combattenti nell'Operazione parte dalle forze aeree, quindi andando a riassumere con una serie di preziose testimonianze il racconto di aviatori e paracadutisti, i primi a toccare la terra normanna.
Spicca fra le varie testimonianze quella di H.Howard ex staff sergeant del Glider Regiment, che per poco, a causa di un malfunzionamento del cavo di traino del suo aliante con il bombardiere non perse l'occasione di partecipare al D-Day (dopo essersi sganciato sulla pista fu recuperato e riagganciato ad un nuovo bombardiere che lo rimorchiò fino all'obiettivo).
La seconda sezione è quella della flotta, o forse è meglio dire "flotte" viste le dimensioni della forza d'invasione. Il racconto di F.P.U. Crojer, tenente comandante e all'epoca ufficiale e segretario su una nave di tipo LST (Landing Ship Tank) , una delle carte vincenti dell'invasione. Il suo racconto è tipico di un marinaio, con estremo aplomb e self control tipico di un regolare della Royal Navy. Interessante è la sua descrizione di fuoco amico a bordo di un vicino LCT (Landing Craft Tank, un'altro tipo di nave all'opera durante lo sbarco) che abbattè uno Stirling britannico scambiandolo per un bombardiere tedesco.
Mr Cockersell era a bordo di un LCT e la sua testimonianza è racchiusa nella sezione "On The Beach - The Sappers and Others" dato che i servizi logistici furono di capitale importanza per le prime ondate di sbarco  e per rafforzare poi la testa di sbarco. La sua descrizione di fuoco amico (anche lui!) che per fortuna questa volta non andò a segno, fa il paio con quella descritta precedentemente. Allo stesso tempo l'LCT di Cockersell fu bombardato da una delle rare incursioni aeree tedesche con la bomba che non esplose finendo prima sul telone di un camion trasportato sulla nave e poi, poco cerimoniosamente gettata in mare dal personale del mezzo da sbarco.
Subito dopo viene la sezione riguardante i mezzi corazzati in cui spicca l'interessante testimonianza di Stuart Hills (che in seguito raccoglierà le sue memorie in un bel libro intitolato "By Tank into Normandy") e che fu, con gli Sherwood Rangers dell'8a Brigata Corazzata , uno di coloro i quali sbarcarono con lo Sherman DD. Questo mezzo, creato dalle fervide menti degli ingegneri britannici, era noto anche come "Swimming Sherman", e grazie ad uno schermo gonfiabile poteva avvicinarsi alla riva partendo anche da alcune migliaia di yards. Hills fu uno di quelli che però non riuscirono a raggiungere la riva a bordo del loro carro, dato che una granata danneggiò il fondo e il mezzo affondo in pochi secondi, con Hills e il suo equipaggio che fortunatamente riuscirono a mettere in acqua un canotto.
Nella stessa unità operava uno dei più coraggiosi cappellani militari, ovvero il reverendo Leslie Skinner che oltre ad avere compiti spirituali (che assolverà egregiamente nel prosieguo della campagna, ne parla ancora Hills nelle sue memorie) il giorno del D-Day contribuirà con i genieri a demolire ostacoli, correrà all'aiuto di due uomini intrappolati in un camion nell'alta marea e aiuterà anche i reparti medici con i feriti.
Il libro presenta ovviamente nel capitolo più consistente le testimonianze della fanteria, che fu quella che sulle spiagge inglesi e canadesi (Sword, Juno , Gold) fece il lavoro più difficile e ovviamente sono presenti sezioni riguardanti l'esperienza canadese (su Juno) , quella dei Commandos (che rivestirono il ruolo di fanteria combattente) , dell'intelligence e dei servizi medici oltre ad una breve sezione sul punto di vista francese (dal punto di vista dei civili) .
Il libro è un piacere da leggere, nelle testimonianze di persone ancora in vita (molto poche oggi per ovvie ragioni) nel 1980 emerge la freschezza e anche l'umorismo nel raccontare fatti epici e tragici allo stesso tempo. Il libro è quindi un must per tutti gli appassionati storici del D-Day e non solo.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: The D-Day Landings (The Telegraph)
Autore: Philip Warner (Prefazione di W.F. Deedes e Introduzione di John Keegan)
Pagine: 309
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Telegraph-The-D-Day-Landings-Paperback/p/16665









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