Wednesday, July 29, 2020

Churchill's Admirals in Two World Wars - Admiral of the Fleet Lord Keyes of Zeebrugge & Dover di Jim Crossley

Il libro che vi presento oggi è un'interessante biografia di un grande marinaio che ha attraversato due guerre mondiali e numerose battaglie politiche. Scrivo questo piccolo preambolo perchè la sua storia d'azione , durata una vita , e si può dire realizzata con successo o quasi, va di pari passo con un'attività politica e diplomatica in cui Roger Keyes seppe farsi tanti amici ma anche alcuni implacabili nemici.
Nato all'apogeo dell'impero britannico , nel 1872 e non dotato da subito di particolari ed evidenti doti fisiche e militari sebbene figlio di un generale distintosi nelle varie guerre vittoriane, il giovane Keyes si fece strada nell'elite dell'impero: la Royal Navy. 
Si può dire che il libro , scritto da Jim Crossley, ingegnere appassionato ed esperto della guerra sul mare, evidenzia sin da subito quello che è il carattere del giovane marinaio Keyes, ovvero un ragazzo sempre pronto all'azione, cosa che gli giovò nelle sue prime avventure sul mare. 
Infatti quello che era un carattere tagliato con l'accetta per l'azione gli fece scalare in tempi molto rapidi le gerarchie e i gradi della Royal Navy. Ma se uno può immaginare una persona forse brusca, più a suo agio sul ponte di una nave e non incline allo stare in società allora non immagina come era Keyes, poichè , seppur non dotato di grandi doti di scrittura e di dialogo, egli riusciva a capire l'animo umano , cosa essenziale per rendersi benvoluto dai superiori quando era giovane, dai suoi sottoposti quando era in comando e crearsi anche una vasta rete di amicizie che sicuramente ne facilitarono le nomine e la scalata.
Distintosi nella Rivolta dei Boxer e contro l'Impero Cinese , dove catturò diverse navi nemiche, egli fu destinato allo sviluppo di due armi che poi si rivelarono decisive sul mare nel prosieguo del secolo  : cacciatorpedinieri e sottomarini.
Scoppiata la Grande Guerra si trovò nell'impresa di Gallipoli, in cui emersero le grandi contraddizioni della Royal Navy nel conflitto, con una marina vittima di eccessiva cautela quando personaggi come appunto Keyes e Churchill ritenevano che si dovesse passare all'offensiva. Gallipoli non fu un'impresa fortunata e creò problemi al suo ideatore, Winston Churchill. Con rammarico, la penisola turca dovette essere evacuata dopo aver versato un tributo di vite umane sproprzionato. La Marina ne era uscita con le ossa rotte sopratutto da un punto di vista dell'immagine.
Tuttavia la competenza di Keyes fu premiata con la Dover Patrol, ovvero il comando della Manica, che egli riorganizzò in modo effettivo inibendo il passaggio agli U Boat tedeschi.
Il suo punto più alto in combattimento fu nel controverso Raid di Zeebrugge, volto a inibire l'uso di un importante canale da cui partivano i sommergibili. L'impresa fu a lungo considerata un qualcosa di eroico, visto il comportamento di attesa della Royal Navy nella guerra, tuttavia il suo vero valore fu forse più propagandistico che reale.
La sua amicizia con Winston Churchill, forgiata nei tempi difficili di Gallipoli, la stima dei suoi vecchi superiori e quella dei suoi sottoposti gli garantirono una serie di posti che rivestì in modo efficiente anche se non troppo brillante. La sua attenzione era spesso calamitata dallo sport e dalla vita sociale, in cui eccelleva anche la fantastica moglie. Il comando della Flotta del Mediterraneo fu l'apice della sua carriera ma giunse nel periodo tra le due guerre. Egli fu troppo giovane per i grandi comandi nella Grande Guerra e troppo vecchio per la Seconda Guerra Mondiale. Ma non si rassegnò mai a cercare un impiego, anche nella nuova guerra scoppiata nel 1939. Winston Churchill, di cui era un sostenitore e compagno di partito nella House of Commons,  lo pose al comando delle Operazioni Combinate e all'addestramento dei nuovi Commandos. Questa sezione delle forze armate però aveva visto molti attriti da parte delle forze più tradizionaliste e il carattere spigoloso di Keyes non fece altro che evidenziare questi attriti. Egli fu sostituito da Mountbatten.
Churchill conosceva e apprezzava Keyes ma Keyes con il tempo non era cambiato da quel giovane che andava all'assalto delle navi nella Guerra in Cina. Un ammiraglio non conduceva la guerra in quel modo, e anche se le operazioni anfibie erano il suo forte Keyes si vide sopravanzare da Bertrand Ramsey, un suo vecchio sottoposto,  nella pianificazione di Overlord. 
Gli ultimi anni di vita di Keyes furono forse tristi, con un grave incidente e la perdita di uono dei suoi amati figli in un raid in Nord Africa, ma egli fino alla fine non perse il carattere di ammiraglio e marinaio coraggiosissimo ma poco incline a sottigliezze strategiche. 
Il libro è una biografia molto agile e piacevole che descrive la vita di un grande marinaio, forse trovatosi nei posti giusti ma al momento sbagliato, ma che non progredì molto psicologicamente e strategicamente nella comprensione delle situazioni militari in cui si trovò. Va dato atto che egli rimase sè stesso sino alla fine e che merita di essere ricordato e celebrato. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Churchill's Admirals in Two World Wars - Admiral of the Fleet Lord Keyes of Zeebrugge & Dover
Autore: Jim Crossley
Pagine: 200
















Saturday, July 25, 2020

US Cold War Tanks and Armoured Fighting Vehicles - Rare Photographs from Wartime Archives di Michael Green

La serie Images of War della casa editrice Pen&Sword si arricchisce oggi di un ulteriore volume che descrive l'evoluzione dei carri armati e mezzi blindati statunitensi dal dopoguerra ad oggi, in quel periodo che è stato definito "Guerra Fredda" data la contrapposizione con il Blocco Sovietico e i paesi di matrice comunista. 
Michael Green esperto storico del periodo in questione ci porta quindi in un viaggio iconografico a scoprire l'evoluzione di tutta una serie di mezzi, aventi diverse specifiche e caratteristiche , a partire dai mezzi in uso alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
L'Esercito Statunitense infatti si era trovato, dopo la vittoria a dover fare i conti con una quantità di mezzi enorme che non poteva gestire, ed inoltre le tendenze strategiche del tempo designavano l'atomica come mezzo risolutivo di un prossimo conflitto mondiale, rendendo quindi ogni esercito di terra alquanto inutile e ridondante. 
Non così la pensava la leadership dell'Unione Sovietica che continuò a migliorare gli ottimi modelli di veicoli che avevano visto la luce alla fine della guerra vinta contro la Germania Nazista. 
Lo scontro in Corea, nel 1950, tra le due potenze (l'URSS fornì armi e mezzi ai nordcoreani) vide gli USA correre ai ripari nella progettazione di nuovi mezzi, che vista l'urgenza non fu certo una cosa semplice. Si doveva migliorare l'esistente senza poter creare ex novo dei progetti di carro armato che potessero soddisfare le esigenze di Esercito e Marines. Fu così che si continuarono a usare le basi degli M46- M47 e poi degli M48-M60 per lunghi anni, applicando delle piccole migliorie esterne ed interne ad ogni versione (denominata A1, A2 etc). 
Il libro illustra con una serie di foto molto esasutiva questa lenta progressione verso la ricerca del carro perfetto , con una parte testuale molto ben curata (a cui non fanno difetto testimonianze di veterani che utilizzarono i vari veicoli e carri). 
Una prima sezione del libro  parte dei carri dell'inizio della Guerra Fredda, esaminando sia i carri da combattimento pesanti che quelli leggeri (partendo dall'M24 e arrivando all'M41) . La seconda sezione del libro è invece dedicata ai carri della tarda Guerra Fredda, partendo dall 'M60 e arrivando all'Abrams, passando per il fallimento dell'MBT70  e di altri progetti. Nella seconda sezione è incluso anche l'esame dello Sheridan, un carro progettato per le aviotruppe che non vide molto successo nella sua carriera, ma che fu impiegato per lungo tempo.La terza sezione invece si occupa degli AFV , ovvero l'idea , stabilitasi a fine Seconda Guerra Mondiale, che le truppe potessero arrivare in battaglia dentro un mezzo corazzato. La star della sezione è certamente l'M113, nelle sue varie versioni, ma è interessante notare come anche qui siano presenti progetti abbandonati o veri e propri fallimenti, come l'M114. Il culmine dell'evoluzione di questa serie di veicoli è certamente il Bradley. Sono presenti anche i veicoli anfibi dell'USMC. 
L'ultima sezione è dedicata a una serie eterogenea di veicoli in cui spiccano l'Humvee, il LAV25 dei Marines e tutta una serie di progetti dedicati al'artiglieria semovente e antiaerea.

Il libro di 220 pagine è una gioia èer gli occhi perchè esamina, in modo quasi esaustivo, ogni mezzo utilizzato dagli USA per un arco di circa 50 anni. Non ci sono solo fotografie esteriori ma anche diagrammi della disposizione interna dei mezzi e fotografie degli abitacoli. Non mancano, per contestualizzare l'evoluzione laboriosa dei veicoli le foto di quello che si produceva in URSS al tempo. Il tutto rende questo libro un must per ogni appassionato di veicoli militari e per ogni storico.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione. 

Titolo: US Cold War Tanks and Armoured Fighting Vehicles - Rare Photographs from Wartime Archives 
Autore: Michael Green
Pagine: 220






















Saturday, July 18, 2020

Wargames Terrain & Buildings NORTH AFRICA and the MEDITERRANEAN di Tony Harwood

Tony Harwood è tornato con il suo secondo libro dopo quello dedicato a terreni ed edifici delle Guerre Napoleoniche (recensito qui:  https://oldbarbedwire.blogspot.com/2019/05/wargames-terrain-buildings-napoleonic.html ). In questo caso, l'ottimo Harwood , modellista e creatore di stupendi diorama e creazioni per i wargames, affronta la sfida di creare edifici e terreni riguardanti un intero continente, l'Africa.
Harwood ci illustra come costruire una serie di edifici , terreni e addirittura un pozzo e delle palme per creare delle perfette riproduzioni nelle scale più diffuse nel mondo di wargames e soldatini 15mm, 20mm, 25mm etc. Il libro, edito come il precedente da Pen&Sword , ci presenta quindi 10 elementi da creare tra edifici più o meno complicati (come la Moschea o il Pozzo di Bir Acroma) ed elementi decorativi molto semplici e basilari, ma affascinanti nella realizzazione illustrata passo dopo passo da Tony Harwood.
Sicuramente il pozzo di Bir Acroma, preso dal bellissimo film con Humphrey Bogart "Sahara" in cui un carro armato e un gruppo di soldati di varie nazionalità si trova asserragliato a difesa di un pozzo con il solo supporto di un carro armato Lee , è uno degli edifici più interessanti costruiti da Harwood e illustrati nel libro. La colorazione è speculativa dato che il film del 1943 è in bianco e nero, ma avendolo rivisto recentemente devo dire che le ombreggiature rendono la riproduzione in scala 28mm (la scala tipica dei wargamers) molto realistica.
Harwood ha il pregio di lavorare ai suoi modelli quasi sempre con materiale di recupero, oggetti che si possono trovare in casa o a pochissimo prezzo. L'uso di elementi professionali, a parte i pochi oggetti per lavorare sui diorama, sono tutti frutto dell'esperienza e della sperimentazione dell'autore.
Il libro si avvale della solita struttura che con fotografie ci illustra passo passo le creazioni, e le ottime didascalie spiegano i materiali e le tecniche usate.
Harwood però usa anche dei kit , migliorandoli, come nel caso della Stazione Ferroviaria di El Alamein, un edificio piccolo ma iconico che rappresenta la grande battaglia del 1942. La stazione è prodotta dalla MDF in scala 28mm.
Un altro edificio che dimostra la creatività dell'autore e la sua capacità di riciclaggio di elementi e parti di oggetti è la Moschea in scala 15mm. La cupola è un tocco di genio dell'autore se si pensa all'oggetto dal quale deriva.
Un altro elemento particolarmente creativo è la cannoniera del Nilo Melik. L'autore ci dimostra come si può creare un elemento che sarà utilissimo nel ricreare i wargames che hanno come soggetto le varie guerre della fine dell'800 (un esempio è la campagna per liberare Karthoum dall'assedio nel 1885).
Il resto degli edifici illustra bene la varietà del paesaggio africano e medio orientale tra case di fango e capanne indigene di diversa forma. Anche in questo caso Harwood ci illustra passo passo l'utilizzo di materiale di scarto ed estremamente economico per realizzare edifici che possono variare in scala ed essere comunque perfettamente credibili.
Un'altra utilissima costruzione è quella della tenda beduina, utile per tutta una serie di epoche.
Per chiudere sono presenti delle ingegnose aggiunte al paesaggio nella forma di un piccolo pozzo con carrucola, di alcune palme ricavate da delle rose di plastica e di una base di terreno che è realizzata sfruttando principalmente del sughero.
Siamo di fronte ad un altro utilissimo manuale di Tony Harwood dopo il suo ottimo debutto con il libro dedicato agli edifici e terreni delle Guerre Napoleoniche. Ovviamente qui siamo di fronte ad edifici e terreni che possono essere utilizzati per un arco temporale molto vasto, dato che alcuni edifici sono rimasti invariati da 3000 anni a questa parte. Questo non fa che rendere questo libro ancora più utile al modellista e al creatore di diorami così come al semplice wargamer.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Wargames Terrain & Buildings  NORTH AFRICA and the MEDITERRANEAN
Autore: Tony Harwood
Pagine: 149
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Wargames-Terrain-and-Buildings-North-Africa-and-the-Middle-East-Paperback/p/16842