Nato all'apogeo dell'impero britannico , nel 1872 e non dotato da subito di particolari ed evidenti doti fisiche e militari sebbene figlio di un generale distintosi nelle varie guerre vittoriane, il giovane Keyes si fece strada nell'elite dell'impero: la Royal Navy.
Si può dire che il libro , scritto da Jim Crossley, ingegnere appassionato ed esperto della guerra sul mare, evidenzia sin da subito quello che è il carattere del giovane marinaio Keyes, ovvero un ragazzo sempre pronto all'azione, cosa che gli giovò nelle sue prime avventure sul mare.
Infatti quello che era un carattere tagliato con l'accetta per l'azione gli fece scalare in tempi molto rapidi le gerarchie e i gradi della Royal Navy. Ma se uno può immaginare una persona forse brusca, più a suo agio sul ponte di una nave e non incline allo stare in società allora non immagina come era Keyes, poichè , seppur non dotato di grandi doti di scrittura e di dialogo, egli riusciva a capire l'animo umano , cosa essenziale per rendersi benvoluto dai superiori quando era giovane, dai suoi sottoposti quando era in comando e crearsi anche una vasta rete di amicizie che sicuramente ne facilitarono le nomine e la scalata.
Distintosi nella Rivolta dei Boxer e contro l'Impero Cinese , dove catturò diverse navi nemiche, egli fu destinato allo sviluppo di due armi che poi si rivelarono decisive sul mare nel prosieguo del secolo : cacciatorpedinieri e sottomarini.
Scoppiata la Grande Guerra si trovò nell'impresa di Gallipoli, in cui emersero le grandi contraddizioni della Royal Navy nel conflitto, con una marina vittima di eccessiva cautela quando personaggi come appunto Keyes e Churchill ritenevano che si dovesse passare all'offensiva. Gallipoli non fu un'impresa fortunata e creò problemi al suo ideatore, Winston Churchill. Con rammarico, la penisola turca dovette essere evacuata dopo aver versato un tributo di vite umane sproprzionato. La Marina ne era uscita con le ossa rotte sopratutto da un punto di vista dell'immagine.
Tuttavia la competenza di Keyes fu premiata con la Dover Patrol, ovvero il comando della Manica, che egli riorganizzò in modo effettivo inibendo il passaggio agli U Boat tedeschi.
Il suo punto più alto in combattimento fu nel controverso Raid di Zeebrugge, volto a inibire l'uso di un importante canale da cui partivano i sommergibili. L'impresa fu a lungo considerata un qualcosa di eroico, visto il comportamento di attesa della Royal Navy nella guerra, tuttavia il suo vero valore fu forse più propagandistico che reale.
La sua amicizia con Winston Churchill, forgiata nei tempi difficili di Gallipoli, la stima dei suoi vecchi superiori e quella dei suoi sottoposti gli garantirono una serie di posti che rivestì in modo efficiente anche se non troppo brillante. La sua attenzione era spesso calamitata dallo sport e dalla vita sociale, in cui eccelleva anche la fantastica moglie. Il comando della Flotta del Mediterraneo fu l'apice della sua carriera ma giunse nel periodo tra le due guerre. Egli fu troppo giovane per i grandi comandi nella Grande Guerra e troppo vecchio per la Seconda Guerra Mondiale. Ma non si rassegnò mai a cercare un impiego, anche nella nuova guerra scoppiata nel 1939. Winston Churchill, di cui era un sostenitore e compagno di partito nella House of Commons, lo pose al comando delle Operazioni Combinate e all'addestramento dei nuovi Commandos. Questa sezione delle forze armate però aveva visto molti attriti da parte delle forze più tradizionaliste e il carattere spigoloso di Keyes non fece altro che evidenziare questi attriti. Egli fu sostituito da Mountbatten.
Churchill conosceva e apprezzava Keyes ma Keyes con il tempo non era cambiato da quel giovane che andava all'assalto delle navi nella Guerra in Cina. Un ammiraglio non conduceva la guerra in quel modo, e anche se le operazioni anfibie erano il suo forte Keyes si vide sopravanzare da Bertrand Ramsey, un suo vecchio sottoposto, nella pianificazione di Overlord.
Gli ultimi anni di vita di Keyes furono forse tristi, con un grave incidente e la perdita di uono dei suoi amati figli in un raid in Nord Africa, ma egli fino alla fine non perse il carattere di ammiraglio e marinaio coraggiosissimo ma poco incline a sottigliezze strategiche.
Il libro è una biografia molto agile e piacevole che descrive la vita di un grande marinaio, forse trovatosi nei posti giusti ma al momento sbagliato, ma che non progredì molto psicologicamente e strategicamente nella comprensione delle situazioni militari in cui si trovò. Va dato atto che egli rimase sè stesso sino alla fine e che merita di essere ricordato e celebrato.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: Churchill's Admirals in Two World Wars - Admiral of the Fleet Lord Keyes of Zeebrugge & Dover
Autore: Jim Crossley
Pagine: 200