Tuesday, October 13, 2020

How Churchill waged War - The most challenging decisions of the Second World War di Allen Packwood

 "Cometh the Hour, cometh the Man" dicono i britannici volendo significare che in un momento di crisi, in un momento molto difficile arriva l'uomo giusto per quel momento. Quell'ora terribile scoccò quando le forze francesi e britanniche furono travolte dal Blitz tedesco che invase Belgio, Olanda e Francia. Il governo di Chamberlain, già delegittimato cadde e venne sostituito da quello presieduto da Winston Churchill, un politico che aveva affrontato momenti di estremo fulgore, in gioventù, ricoprendo anche ruoli importanti di governo, ma che aveva pagato cara la disastrosa spedizione di Gallipoli, su cui aveva investito gran parte della sua credibilità politica, nel 1915. 

Il libro che vi presento oggi, scritto in maniera mirabile dallo storico specializzato Allen Packwood, riassume la parabola politica di Churchill come primo ministro durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma lo fa attingendo a momenti di particolare difficoltà decisionali per eventi, situazioni personali ed interpersonali, addirittura malattie. In questo modo Churchill viene raccontato umanamente nella sua fragilità umana ma anche nel suo forte carattere . Il termine che più ricorre per definirlo nel libro è "prod" ovvero "sprone" , nella relazione coi suoi comandanti sul campo. Egli infatti si fa presto carico di ogni controllo sulla strategia e sulla gestione della guerra incorporando oltre che il ruolo di premier anche quello di Ministro della Difesa , un ruolo che non esisteva sino ad allora e che comportava appunto la relazione con tutti i capi di stato maggiore e appunto un controllo più capillare della gestione delle forze armate. Questa sua "intuizione" è parte della discussione del capitolo intitolato "Chairman or Chief Executive?" che ci introduce alla grande scaltrezza politica di Churchill. Ogni capitolo infatti si presenta come una domanda e una opzione tra due alternative , così che il secondo capitolo "Britain or France" ci conduce nei dilemmi e nelle azioni del Primo Ministro quando si rese conto che la Francia era ormai battuta, nel 1940. Il capitolo 3, "Defence or Offence" è dedicato alla strategia nell'ambito della guerra nel teatro africano e mediorientale dove il Regno Unito e i paesi del Commonwealth stavano combattendo una guerra fatta di rapide avanzate e ritirate ma che era, al momento l'unico teatro di combattimento in cui si doveva difendere Suez e i collegamenti con l'India. Il capitolo 4 è forse uno tra i più interessanti, poichè intitolato "The Devil or the Deep Blue Sea" narra degli approcci tentati da Churchill per condurre in guerra gli USA, un paese con il quale ha sempre sentito un forte legame (dovuto anche alla madre di nazionalità statunitense) e che culminò con il prezioso "Atlantic Charter" che stabilì alcuni principi di ordine generale ma di profondo valore simbolico. Il Deep Blue Sea si riferisce appunto all'attraversamento con tutti i rischi correnti in un mare infestato dagli U-Boot tedeschi, per raggiungere Roosevelt e così cercare di avvicinare i due paesi nella lotta contro i totalitarismi. Il "Diavolo" del titolo è invece Stalin, che riecheggia la famosa frase pronunciata da Churchill "If Hitler invaded hell i would make at least a favourable reference to the devil in the House of Commons". Sappiamo bene che Churchill fosse un convinto anticomunista e vedesse lo stesso socialismo con il fumo negli occhi, ma riuscì a ingoiare i suoi pregiudizi e forgiare un'alleanza che seppur spesso scossa da discussioni e incomprensioni fu determinante per la conclusione positiva della guerra. E' interessante notare comunque la differenza di atteggiamento verso i due paesi da parte del Primo Ministro. Il 1942, o almeno l'inizio del 1942 è un periodo molto difficile per la Gran Bretagna e per Churchill. La caduta di Singapore e la relazione con i suoi alleati del Commonwealth viene messa a dura prova da questo evento nefasto. Il capitolo "Do or Die" riassume quei mesi di terribile angoscia da parte del Primo Ministro. "Leadesrhip or Interference" incapsula il ruolo di "sprone" che Churchill rivestiva verso i suoi comandanti e descrive gli eventi che portarono al licenziamento di Auchinleck come Comandante in Capo del Teatro Medio Orientale. In realtà, come molti storici affermano, Auchinleck fece in modo che l'esercito britannico si salvasse e si attestasse sulle posizioni fortissime di El Alamein, trampolino sfruttato perfettamente da Montgomery per contrattaccare e terminare la guerra in Africa del Nord. "Masterstroke or Millstone" descrive la scelta della "resa senza condizioni" proposta alla Conferenza di Casablanca , e che viene analizzata per i suoi vantaggi propagandistici. "Mind or Body" narra di un periodo molto difficile da un punto di vista della salute e degli eventi della guerra, ormai non più condotti da Churchill ma in un certo senso , subiti. La polmonite e la preparazione del D-Day, con conseguente perdita di importanza del teatro di guerra italiano, voluto fortemente dal premier è una piccola grande sconfitta di Churchill che si rende conto che ormai gli azionisti di maggioranza dello sforzo bellico sono gli USA e la Russia. "Impotence or Indipendence" è un altro interessante capitolo che riguarda gli sforzi di Churchill a livello diplomatico nella gestione degli assetti post guerra di Polonia e Grecia. Anche qui possiamo osservare il singolare e spesso impulsivo modus operandi di Winston. L'ultimo capitolo è dedicato alle sue elezioni nel 1945, perchè le affrontò aggressivamente verso i laburisti (in realtà è facile la risposta, perchè odiava e aveva sempre odiato l'ideologia socialista) e perchè perse sonoramente le elezioni pur avendo vinto la guerra. E' un ultimo capitolo che dice molto su Churchill ma sopratutto sulle figure di cui si contornò, dei freni alla sua impulsività, operati dalle persone più vicine , in cui spesso spicca la saggezza della moglie Clementine, o del fidato Eden e che restituisce la dimensione di grandezza e umanità di Churchill che come un novello  Cincinnato tornò (o meglio andò) a dipingere e riposare sul Lago di Como mentre Attlee riceveva la resa dei giapponesi. Il libro, edito da Frontline indaga sulle scelte più importanti attingendo ai preziosi archivi di cui Packwood è maestro, ed è un must per chiunque voglia conoscere i retroscena di eventi combattuti nelle fumose sale di Downing Street, nei numerosi viaggi del premier e in incontri diplomatici tra alleati diversissimi prima che sul campo di battaglia. 

Un grazie di cuore a Frontline Books per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: How Churchill waged War - The most challenging decisions of the Second World War 

Autore: Allen Packwood

Pagine: 288

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/How-Churchill-Waged-War-Hardback/p/15195

















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