Wednesday, February 27, 2019

New Books!

Nuovi libri in arrivo! Presto la recensione di questi due bellissimi libri della casa editrice Pen&Sword e Seaforth Publishing (la casa editrice associata alla P&S che produce stupendi libri di storia navale) . Il tema è sempre la Prima Guerra Mondiale: ferrovie sulla Somme e ruolo dei paesi scandinavi nella Grande Guerra . Stay Tuned!

Monday, February 25, 2019

Spirits of the Somme - Edited and Introduced by Bob Carruthers

Il libro di oggi è ancora un altro libro sulla sanguinosa battaglia della Somme. Ma secondo me, è una "little gem" o per dirla con la nostra lingua una piccola gemma in un mare di libri che affollano la sterminata letteratura sulla famosa battaglia del 1916. Piccolo preambolo: se si va sul sito della casa editrice Pen & Sword, si può leggere che questo è il libro che accompagna un documentario dallo stesso nome. Io non ho visto il documentario, ma il libro può benissimo stare solo perchè è una piccola , ma significativa, serie di testimonianze di personalità in vista e meno che hanno combattuto o comunque hanno legato il loro destino alla sanguinosa battaglia del 1° luglio 1916. Diciamo che per quanto riguarda il "mood" delle testimonianze siamo di fronte ad un'altalena...Sir Philip Gibbs la cui testimonianza è la prima del libro, uno dei pochi reporter ufficiali ed accreditati dell'Esercito di Sua Maestà ,(sembra strano in un mondo mediatizzato come il nostro che una guerra enorme come la Prima sia stata coperta da pochissime penne) ad esempio si lascia andare ad un realismo che potè rivelare solo dopo aver cessato le sue funzioni di reporter, poichè il suo tono disincantato non avrebbe passato la censura, ma appunto, la sua testimonianza pur essendo rispettosa del sacrificio dei soldati appare come realistica e molto disillusa. In completo contrasto con il tono usato da Geoffrey Malins , ovvero colui che girò il famosissimo film sulla Somme. Se oggi vediamo qualche immagine di quella battaglia, 9 volte su 10 stiamo vedendo un frammento del suo film. Nel libro lo seguiamo nelle varie azioni antecedenti la battaglia, e ci sembra di essere lì con lui, nell'affrontare problemi minori e differenti rispetto ai soldati che di lì a poco sarebbero andati all'assalto, ma che comunque ci hanno dato quella testimonianza enorme che è il suo film. Le testimonianze seguenti sono del capitano Henry Gilbert Nobbs, della London Rifle Brigade, il suo è il racconto dell'assalto al bosco di Leuze o "Lousy" come lo chiamavano gli inglesi, in cui l'accento un pò è posto sulla disorganizzazione e sullo spreco di vite che caratterizzarono molti scontri. Gli ordini cambiati, il punto di partenza dell'assalto da raggiungere con già parecchie perdite ed infine un assalto quasi senza speranza. Nobbs verrà ferito durante lo scontro e perderà un occhio. La quarta testimonianza riguarda un americano arruolatosi coi britannici, Robert Derby Holmes, e il suo è un racconto importante perchè testimonianza del primo uso dei carri armati, arma rivoluzionaria. E' una testimonianza godibile anche perchè ci parla dei prigionieri tedeschi e della loro interazione con gli alleati quando venivano catturati. Nella quinta testimonianza si parla di un artigliere, C.A. Rose, di una batteria di 18 libbre (cannoni estremamente potenti) che spiega come funzionava il lavoro di un F.O.O. (Forward Observation Officer) , Osservatore di Artiglieria avanzato. Il racconto che ne scaturisce è molto interessante poichè non sono molte le testimonianze di artiglieri nè a maggior ragione quelle sulle mansioni di osservatore. L'ultima testimonianza è composta dalle lettere di Isaac Alexander Mack, comandante una batteria di mortai e morto durante il primo giorno della battaglia. Non c'è molto da dire ma che il tono delle lettere, pieno di ottimismo, di speranza, di un sano e giovanile coraggio stridono e fanno pensare se raffrontati al destino di molti di quei ragazzi caduti in quel primo combattimento e nei molti nei mesi seguenti. Un libro che sceglie poche testimonianze , ma che restano impresse per la loro diversità e per la loro umanità.

Titolo: Spirits of the Somme
Autori: Vari
Pagine: 141
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Spirits-of-the-Somme-Paperback/p/6692

Saturday, February 23, 2019

Ypres 1914: The Menin Road di Nigel Cave & Jack Sheldon

Il libro di cui vi voglio parlare oggi riguarda la prima fase della Grande Guerra, quando iniziò il periodo della "Corsa al mare", ovvero, fallito il piano di avviluppamento delle armate francesi da parte di quelle tedesche, ci fu un continuo tentativo da parte dei due eserciti, alleato e tedesco di superarsi e  attaccarsi sui fianchi: è l'inizio della guerra di trincea e la fine della guerra di movimento, con un solco profondo che scava dal canale della Manica fino alla Svizzera.In questo caso, nella prima battaglia di Ypres (o Wipers, come scherzosamente la pronunciavano i Britannici) fu uno scontro in cui i britannici del BEF (British Expeditionary Force)comandati da Lord Haig (e il 4°corpo di Rawlinson) si videro contro sostanzialmente due corpi d'armata comandati dal duca di Wurttemberg e dal Principe Rupprecht di Baviera. Va detto che la battaglia, la prima d'Ypres non è quella in cui furono usati i gas, che è la seconda (da cui il termine "Iprite" dato al gas) combattuta nel 1915. Non sto qui a discutere lo svolgimento della battaglia, che si articolò in tutta una serie di scontri durati circa un mese (19 ottobre-22 novembre 1914), ma il tributo di sangue di ambedue le parti fu terribile (notevole il "sacrificio" degli studenti tedeschi a Langemarck ,anche se questo mito, radicato ormai nell'immaginario popolare della conoscenza della Ia G.M. è dibattuto dall'autore), il libro, terzo in una serie che tratta specificamente e minuziosamente questa battaglia è fatto proprio per approfondire i movimenti e le testimonianze delle truppe in campo. Invece vi voglio parlare della struttura del libro, una specie di guida da formato tascabile ma piena di informazioni, foto e mappe (molte anche di provenienza tedesca) che serve a chi vuole visitare il campo di battaglia. Infatti sono notevoli nella seconda parte del libro i "tour" sul campo di battaglia (ve ne sono 6) e la sezione dedicata ai cimiteri di guerra nel settore. Ma il libro è godibile per tanti motivi, dalla minuziosità con cui sono tracciati i movimenti di truppe , alle foto, ma voglio spendere una parola per un piccolo particolare adorabile: quando nel testo si parla di una parte in campo, a margine appare un simbolo corrispondente, quindi, quando si parla del BEF appare un "field cap"britannico, e quando si parla dei tedeschi appare un "pickelhaube". In sostanza il libro è una guida, e necessita di tutto un riferimento generale che non può mancare riguardo agli antefatti e al prosieguo della guerra, ma chi ha questi dati non può che apprezzare la cura con cui questo libro è stato scritto e prodotto. Un testo che secondo me non può mancare nelle librerie di chi vuol conoscere nei particolari le prime decisive battaglie che hanno plasmato poi il modo di combattere della Grande Guerra.
Titolo: Ypres 1914: The Menin Road (Serie "Battleground")
Autori: Nigel Cave & Jack Sheldon
Pagine: 216
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Ypres-1914-The-Menin-Road-Paperback/p/6085


Il piccolo segno distintivo tedesco

Il piccolo segno distintivo britannico


Thursday, February 21, 2019

Fallschirmjäger : German Paratroopers 1937-1941 - Rare photographs from wartime archives di Francois Cochet

 Questo libro fotografico, che esula dagli argomenti trattati finora sul blog (Prima Guerra Mondiale, Esercito Britannico) tratta di un tema a me molto noto, e credo anche ad ogni appassionato cultore di storia militare della seconda guerra mondiale. Chi infatti non conosce i paracadutisti tedeschi e le loro imprese nella Blitzkrieg prima, nell'epopea di Creta poi e infine a Cassino? In questo libro, della ottima casa editrice Pen & Sword , per la serie "Images of War" si tratta però di un segmento della storia dei "Diavoli Verdi" (nomignolo con cui poi saranno conosciuti): siamo infatti negli anni formativi di questo corpo che apparteneva amministrativamente alla Luftwaffe (Arma Aerea) e non come sarebbe stato in altri eserciti all'esercito (Heer in tedesco). Parliamo del libro: il libro si presenta come un album fotografico, differente dal precedente libro fotografico trattato in questo blog (Against the Tommies di David Bilton) proprio come concezione. Li' eravamo di fronte alla riedizione di un album organico, che trattava di una sola unità, per quanto grande, qui siamo di fronte a un collage di foto che cerca in un numero di pagine relativamente ridotto(111) di dare l'idea di un percorso di un corpo militare che si distinse come elite nei primi anni di guerra. Ogni pagina contiene circa 2/3 foto, quindi il numero di foto è comunque molto grande. Il libro è diviso in capitoli, si parte dalle origini mentre l'ultimo capitolo è breve e dedicato ai primi mesi dell'Operazione Barbarossa (l'invasione dell'URSS nel 1941). Ho sempre avuto passione per questo tema, sin da quando da piccolo, mio padre, sfollato vicino Cassino mi parlava delle avventure di guerra, dei paracadutisti tedeschi, e di quella sanguinosa battaglia. Quindi negli anni ho collezionato parecchi libri sul tema, fotografici e non. Storie reggimentali, storie generali sulla battaglia, quindi molte foto incluse non mi sono nuove, però devo ammettere che l'organicità, i brevi ma esaustivi approfondimenti posti all'inizio di ogni capitolo, il trattamento assolutamente ponderato e non ultimo l'inclusione di diversi ritratti dell'artista propagandistico Wolf Willrich (che contribuirono ad ammantare i "Diavoli Verdi" di un alone eroico per altro assolutamente meritato) sono quel "plus" che spingono ogni appassionato a comprare questo libro. Per il resto è un ottimo punto di partenza per conoscere i Fallschirmjäger!





Wednesday, February 20, 2019

Pen & Sword Books!!!

Presto vi parlerò di alcuni libri che ho ricevuto dalla spettacolare casa editrice Pen & Sword!!!
Stay Tuned!

Tuesday, February 19, 2019

General Sir Ian Standish Monteith Hamilton (GCB, GCMG, DSO, TD)

Lo sfortunato comandante della spedizione di Gallipoli (Ritratto fatto da me).
Qui le sue note biografiche: https://it.wikipedia.org/wiki/Ian_Hamilton_(generale)

11th Battalion Royal Fusiliers by First Legion

Oggi vi voglio parlare della mia passione collezionistica: qui abbiamo due bellissimi pezzi, per la marca First Legion (forse la più dettagliata e realistica se non si vuole andare sul soldatino artistico e molto costoso). Ufficiale e mitragliere Lewis dell' 11° Battaglione Royal Fusiliers dell'Esercito Britannico nella Grande Guerra. Innanzitutto poche parole sull'unità rappresentata: Formato a Hounslow il 6 settembre 1914, il battaglione , facente parte della 54a Brigata, 18a Divisione si distinse nel settore sud del fronte della Somme. La 54a Brigata e quindi l'11° Battaglione RF si occupò della conquista di Montauban, occupando l'estremità sinistra del fronte d'attacco della divisione, facente parte del XIII° Corpo d'Armata britannico. Come potete vedere ho incluso le foto delle pezze identificative del battaglione (un triangolo rosso sulla parte sup. del braccio e sull'elmetto per ufficiali, solo un rettangolo rosso per i soldati) che sono riprodotte perfettamente. Molto probabilmente il mitragliere avrebbe dovuto avere il distintivo L.G. (Lewis Gun) ma non è stato incluso. Credo che non sia un errore così grave, se fossi stato un mitragliere, nel pieno della battaglia avrei cercato di strapparlo anche se lo avessi avuto, dato che i mitraglieri se presi prigionieri non andavano incontro ad una bella sorte.


Saturday, February 16, 2019

ANZAC Infantryman 1914-15 - From New Guinea to Gallipoli

Il libro del giorno è della casa editrice Osprey, grande brand di libri specialistici di uniformologia e storia militare: il tema trattato è un qualcosa che ho affrontato più volte negli ultimi giorni ovvero gli ANZAC nella prima parte della Grande Guerra, e significativamente Gallipoli. Il libro, scritto dal bravo Ian Sumner, con le bellissime illustrazioni di Graham Turner, è della serie Warrior (la Osprey presenta tutta una serie di collane, Warrior parla specificamente del soldato con riferimento a tutta una serie di esperienze e di dati) è un ottimo punto di partenza per "visualizzare" il soldato Australiano e NeoZelandese alla vigilia e durante le prime campagne che lo videro combattere prima in Nuova Guinea (una campagna "lampo" per scacciare i pochissimi tedeschi da quei possedimenti, nei primi mesi di guerra) e poi nella sfortunata e tragica campagna a Gallipoli, in Turchia.
Come tutti i libri della serie "Warrior" presenta una serie di capitoli per lo più standardizzati : Introduzione, Cronologia, Reclutamento, Addestramento, Uniforme ed Equipaggiamento, In Azione, Nella testa di ponte, Fuori dall'azione, Lontano dal fronte, ANZAC, Musei e ricostruzione, Ulteriori letture, Indice. Ognuno di questi brevi capitoli (il libro consta delle canoniche 64 pagine - in inglese) è abbastanza esauriente, molte sono le testimonianze, moltissimi gli aneddoti, il punto forte del libro è l'aspetto iconografico, con tante foto (anche se non è un libro fotografico) e le famose tavole illustrative (in numero di 8) di un libro Osprey, qui affidate a uno dei miei artisti preferiti , Graham Sumner (di solito specializzato in tematiche medioevali e con una serie di bellissimi libri sulla Guerra Delle Rose all'attivo). Il libro si legge speditamente ed è una perfetta introduzione dal punto di vista delle testimonianze e delle immagini ad uno studio più serio sulla sfortunata campagna in Turchia. Sono certo che seguirà un ulteriore volume descrittivo del prosieguo dell'esperienza bellica ANZAC sul fronte occidentale dopo il ripiegamento da Gallipoli. 

Friday, February 15, 2019

Io la lettura e la storia...

Dopo tante (oh, beh, non tantissime, siamo agli inizi) recensioni, sento che è il momento di tornare al personale. E di parlarvi del mio rapporto con la storia. Per me innanzitutto la storia non è solo Storia, ma sopratutto "Storie". Qualcuno che ama la Storia potrebbe parlare di essa come una sposa per la vita. Io parlo delle "Storie" come delle amanti, tutte legatissime a me che vado incontrando per periodi che possono durare qualche mese fino ad un anno. Mi spiego meglio, anzi, uso una similitudine che forse può confondervi ancora di più (perchè lo scopo di un blog è anche quello di farci esercitare la mente, la memoria, il colpo d'occhio o l'associazione mentale): avrete presente il film di Carlo Verdone "Troppo Forte"? Quello in cui un giovane aspirante attore/stuntman, interpretato da Verdone, viene consigliato da uno splendido e strambissimo avvocato di nome Giangiacomo Pignacorelli (o Pigna Corelli) in Selci, interpretato da un grandioso Alberto Sordi? Ecco, se lo avete visto, saprete che all'apparenza , il tipo strambissimo è professionalmente ineccepibile. Solo che quando sta per stravincere la causa del suo assistito Verdone ha una specie di mancamento/amnesia...e giorni dopo, quando Verdone lo va a trovare, questi ha completamente un'altra personalità, è infatti un maestro di ballo! Sicuramente un maestro di ballo pieno di passione e di concentrazione, ma ha dimenticato completamente il suo precedente mestiere/professione! Ecco, se vi devo parlare della mia passione per la storia, posso paragonare i miei "innamoramenti" con un periodo storico alla sindrome Pignacorelli in Selci. Certo, non dimentico la "precedente" passione storica, ma nonostante tutto mi getto con passione nella nuova. Quindi può capitare che per 3/4 mesi l'anno allora mi assalga la passione per il 7° Cavalleggeri di Custer andando anche a vedermi i documentari sui bisonti, o a leggere libri stranissimi sulla cultura Lakota Sioux, ma poi, quando finisce l'estate (si, Custer arriva di solito d'estate, in coincidenza quasi col suo massacro) magari arriva la fase Stalingrado (e allora via a memorizzare l'organigramma della Sesta Armata di Paulus), a gennaio si passa all'Offensiva del Tet (con relativa profusione di libri sul Vietnam) , a  marzo arriva il revival Dien Bien Phu, poi magari si passa alla Somme...ecco ho molte passioni storiche militari anche se ovviamente in queste poi si intersecano letture di libri meno impegnativi, saggi cinematografici, romanzi vari (amo Agatha Christie, Poirot, Perez Reverte, De Crescenzo, e tanti altri). Ma di solito ho dei "punti fermi" da cui partire, come un libro. Ad esempio per me sulla Somme è imprescindibile "The first day on the Somme" di Martin Middlebrook, che più di tutti da' le coordinate di quella battaglia (poi trattata benissimo in altri testi e sotto altri aspetti) , s invece voglio leggere di Verdun io parto assolutamente da "The price of Glory" di Alistair Horne (esiste in italiano per la BUR, e ricordo che lo lessi in un pomeriggio,in inglese,  viaggiando da Milano a Locri), tornado a Custer , per me il libro che mi ha fatto innamorare di quell' epopea (che qualcuno può anche aborrire, non dico di no) come la conquista del West e le Guerre Indiane è "The Last Stand" di Nathaniel Philbrick. Se voglio invece passare un trimestre sui libri napoleonici , il libro , anzi, i libri che mi hanno aperto gli occhi su quel lungo conflitto noto come "Guerre Napoleoniche" sono "Rifles" di Mark Urban e "Redcoat" di Richard Holmes. Credo che tutto, in una passione nascente, stia nel libro con cui iniziare ad innamorarsi. John Julius Norwich e la sua trilogia su Bisanzio han creato in me la magia di Bisanzio, laddove se avessi letto un tomo più pesante o semplicemente denigratorio (magari Gibbon) avrei guardato a quei vecchi greci, mezzi orientali e mezzi occidentali con un disprezzo che non ho invece mai provato. Sono tanti i libri su cui puntare per "iniziare" un viaggio in un altro tempo, e ora, mi sto guardando intorno per individuarne qualcuno che ha fatto iniziare una passione per me oltre a quelli citati, ma non solo tra i saggi, ed ecco lì che chiudendo, voglio ad esempio citare "Imperium" di Robert Harris, con la cavalcata spettacolare (una trilogia) nella vita di Cicerone. Ha proprio ragione chi disse che leggendo noi viviamo in eterno. 
P.S. io ho un difetto o pregio: leggo più libri allo stesso tempo. I libri che sto leggendo (o meglio, finendo) sono tutti storicamente e cronologicamente contigui: Gallipoli, The Somme e The Guns of August. Siamo "in viaggio" nell'ambito di tre anni, 1914 The Guns of August, 1915 Gallipoli, 1916 The Somme. E' ovvio che sia nel periodo di passione per la prima guerra mondiale, e non accenna a finire. Presto vi parlerò di "The Guns of August", libro spettacolare sotto molti aspetti. A presto!

Ypres - The Illustrated War Reports - Contemporary Combat Images from the Great War

Oggi vi voglio parlare di un libro molto particolare, infatti questa serie della Pen&Sword  si concentra sulle illustrazioni che accompagnavano gli episodi bellici della prima guerra mondiale. Questo volume si concentra su Ypres,cittadina belga teatro degli scontri tra esercito britannico e tedesco nel 1915. Ai tempi i reportage fotografici erano lungi dal venire, semplicemente un atto bellico degno di nota veniva dipinto per la fruizione delle masse a casa. Questo libro condensa gli atti eroici o semplicemente gli eventi bellici così come dipinti dai vari Caton Woodville o Fortunino Matania (un nostro connazionale). Il volume, abbastanza corposo, presenta una breve ma esasutiva introduzione e sotto ogni dipinto/tavola una didascalia stringata atta a descrivere l'episodio. Voglio appunto porre l'attenzione sulle opere di Matania, che ho sempre ammirato. Prossimamente uscirà un volume concentrato solo sui suoi dipinti nella Prima G. M. però qui ce ne sono diversi e servono appunto da spunto per andare a ricercarsi il resto su internet. E' presente anche una sezione sul caricaturista Bruce Bairnsfather. Devo solo fare un piccolo appunto su questo libro: le opere senza il colore (il volume è in B&N) perdono molto del loro vigore. Nonostante tutto, questo, insieme agli altri volumi della serie "The Illustrated War Reports" grazie al prezzo contenuto, è un ottimo punto di partenza per apprezzare una certa arte della Prima Guerra Mondiale. 
Titolo: Ypres - The Illustrated War Reports - Contemporary Combat Images from the Great War
Autore: Bob Carruthers 
Pagine: 128

Wednesday, February 13, 2019

"Against the Tommies" - History of 26 Reserve Division 1914-1918 di David Bilton


Oggi vi voglio parlare di un bellissimo libro fotografico: "Against the Tommies" dell'editrice Pen&Sword (punta di lancia nella produzione di libri storici e specialistici in GB) . Il libro è curato da David Bilton, meticoloso storico britannico ed è in lingua inglese. Niente paura comunque, il libro essendo fotografico è fruibile da una maggiore quantità di appassionati, anche tra quelli che non conoscono la lingua inglese, perchè c'è un breve testo introduttivo di ogni sezione e le didascalie sotto ogni foto sono molto stringate (ma allo stesso tempo fedelissime ed informative). Il libro è la "riedizione" di un albo fotografico che ritrae la storia della 26a Divisione di Riserva dell'Esercito Tedesco nella Ia Guerra Mondiale. Subito balza all'occhio l'assoluta precisione dei tedeschi nel redarre, a guerra finita , un album che oltre alla storia ufficiale , documentasse gli eventi che coinvolsero i soldati del Wurttemberg. Appunto in questo piccolo stato tedesco confinante con la ben più nota Baviera venivano reclutati i soldati dei reggimenti formanti la 26a Divisione. Conosciamo il Württemberg perchè il "Battaglione da montagna del Württemberg" era l'unità resasi famosa a Caporetto, con un giovane tenente di nome Rommel a guidare l'avanzata verso il Matajur, ma questa è un'altra storia. Però da questo piccolo collegamento si arriva a definire lo spirito ben descritto da Erich Ludendorff in una frase delle sue memorie, riportata a pagina 7 del nostro libro: "Tutti i contingenti fecero il loro dovere. Ognuno aveva delle divisioni buone e meno buone. 
Il Württemberg solo le aveva tutte buone."
In questo libro/album fotografico vediamo moltissime interessanti foto, particolari e degne di nota sono quelle che riguardano il paesaggio della Somme, di grande interesse (inutile spiegare il perchè) per il lettore britannico, e per l'appassionato storico della prima guerra mondiale. Possiamo vedere come si presentavano i villaggi delle retrovie, punto focale di quella che poi sarà l'offensiva della Somme. Interessanti sono anche i piccoli momenti di quiete e umanità in cui soldati tedeschi sorridono, scherzano, sono impegnati nei lavori più disparati e non essenzialmente collegati all'impiego bellico. Tanti gli ufficiali ritratti, con nome e cognome, ma a farla da padrone sono appunto i soldati ed il paesaggio, in quello che è assolutamente un testo e un documento di valore immenso per chiunque voglia conoscere meglio l'esercito tedesco in generale la 26a Divisione di Riserva del Württemberg in particolare.
P.S. i "Tommies" del titolo, mi sembra quasi superfluo rimarcarlo, sono gli inglesi, nomignolo autoimposto dai britannici stessi (Tommy Atkins era il soldato per eccellenza) così come per i tedeschi il nome era Fritz (ma non solo). 


Monday, February 11, 2019

Gli Anni Spezzati (Gallipoli) di Peter Weir

Oggi vi parlerò, come promesso, di un film che a me sta particolarmente a cuore: Gli Anni Spezzati di Peter Weir. Sarà una "recensione" non recensione, di cuore, scritta senza spulciare dati tecnici, senza alcun connotato di professionalità o di ricerca della professionalità. Peter Weir è il bravissimo regista australiano, non molto prolifico ma proprio per questo ancora, a mio avviso, degno di elogio. Non fa film per soldi, li fa perchè si vede che significano qualcosa per lui. Lo ricordiamo per "L'Attimo Fuggente", "Master & Commander", "Picnic ad Hanging Rock", "Witness il Testimone" e pochi altri film. Ma secondo me il suo capolavoro è appunto "Gli Anni Spezzati". Il film è una riflessione non banale sulla guerra e l'amicizia che nasce nei modi più strani e inaspettati. Sul cameratismo, sul senso di destino che ognuno di noi ha dentro. Archy Hamilton e Frank Dunne sono due corridori velocisti di estrazione relativamente differente , il primo è infatti un piccolo possidente terriero, benestante, il secondo un operaio ferroviario (ma non abbiamo dubbi che avrà fatto altri 1000 lavori) nell'Australia Occidentale del 1915. Siamo alla vigilia, anzi, siamo proprio durante la famosa battaglia/spedizione di Gallipoli, in Turchia, di cui vi ho accennato con la recensione del libro "Gallipoli" in un precedente post. Archy e Frank interpretati il primo da un attore poi non troppo fortunato in carriera (credo sia rimasto limitato al circuito australiano) come Mark Lee, il secondo da un astro nascente quale Mel Gibson. I due non potrebbero essere più differenti caratterialmente: idealista Archy, che si vuole arruolare per "fare la propria parte" leggendo dello sbarco del primo scaglione di truppe australiane a Gallipoli (siamo quindi nel maggio 1915, le truppe erano sbarcate il 25 aprile), menefreghista Frank, che pur avendo tre amici che anche loro vanno verso il grande centro cittadino per l'arruolamento (volontario) non è della stessa idea. Archy e Frank si incontrano ad una corsa in cui vince Archy, ma la rivalità fa nascere un'amicizia profonda. Archy è un ottimo cavallerizzo, allora cerca, subito dopo la corsa di arruolarsi, ma non ha l'età giusta e pur passando il test di cavallerizzo viene smascherato da un suo conoscente come minorenne. Allora Frank propone ad Archy di provare l'arruolamento nel grande centro di Perth, dove avrebbe potuto barare sull'età. Allo stesso modo Archy propone a Frank (che però non ha mai montato) diarruolarsi nel 10° Cavalleria Leggera, ovviamente con il solo esito che Archy, pur essendo sotto età viene ammesso, ma Frank fa una figura barbina venendo respinto. I due si separano forse per sempre, ma ad un bar Frank ritrova i suoi tre amici, quelli che si dovevano arruolare e accetta di entrare in fanteria con loro. Le scene al Cairo, dove il corpo ANZAC (Australian and New Zealand Army Corps) si addestra sono forse tra le più leggere del film.Lì conosciamo una delle grandi caratterstiche dell'australiano come militare ovvero la sua indisciplina e lo scarso rispetto per gli ufficiali boriosi e sopratutto per quelli britannici. Memorabili le scene nel bazaar o quelle a confronto con due altezzosi ufficiali delle guardie britanniche, stupendo invece il reincontro con Archy in una battaglia simulata tra gli uomini della fanteria(cui apparteneva Frank) e quelli della cavalleria (Archy). Dato che le esigenze belliche (lo sbarco su una penisola collinare e poco adatta alla cavalleria) ormai avevano fatto passare in secondo piano l'abilità di cavalcare, Frank viene convinto da Archy ad abbandonare i suoi tre amici arruolatisi con lui e di passare in cavalleria, arma più "nobile" e adatta a fare colpo sulle infermiere. Le sequenze di Gallipoli sono tra le più belle se non le più belle tra tutte quelle mai girate in ambito bellico e sono state replicate (ma non con lo stesso impatto, in più film e miniserie - segnalo fra tutte la bellissima Gallipoli, miniserie australiana) molte volte. E' ovvio, perchè descrivono degli eventi molto ben documentati, quali gli attacchi a Lone Pine (Pino Solitario era una località nella penisola di Gallipoli) o The Nek. E Proprio l'attacco al Nek è quello che suggella il film con uno struggente finale in cui i due amici lottano ognuno per le proprie convinzioni, Archy, per essere ricordato e Frank per l'amicizia vera. Amo questo film e non ho voluto rivelare molto della sua seconda parte, anche se credo che molti tra chi leggerà questa recensione/atto di amore conoscono il film. Tuttavia mi preme sottolineare il realismo della ricostruzione storica. L'atmosfera è quella di un posto splendido e mortale come poteva essere appunto un luogo come Gallipoli, affacciato sull'Egeo, ma che a poche migliaia di metri (gli alleati non penetrarono mai più di qualche km nell'entroterra) vedeva la morte più atroce, i centinaia di cadaveri mai seppelliti, la distruzione dell'uomo verso l'uomo in modi terribili. Sentiamo l'odore di mare e di cordite, sentiamo il puzzo atroce di un'estate passata da uomini abbarbicati in buche maleodoranti e sentiamo il profumo che potrebbe essere delle nostre campagne calabresi.Le scelte registiche, semplici ma raffinate la fanno da padrone, i comprimari con delle facce indimenticabili, il nemico quasi mai in vista. I bombardamenti, resi con un rapido tremolio di camera, sono realistici. Tutto cospira per creare un film che rimane nella storia del cinema bellico e non, così come il suo struggente, tristissimo ultimo fotogramma. Gallipoli: Gli Anni Spezzati.

Saturday, February 9, 2019

Gallipoli - Peter Fitzsimons

Oggi vi parlo di Gallipoli, di Peter Fitzsimons. Gallipoli, l'ambiziosa campagna militare ideata dal Primo Lord dell'Ammiragliato Winston Churchill per bypassare il fronte occidentale e arrivare al cuore dell'Impero Ottomano fresco di alleanza con gli Imperi Centrali, è un'altra di quelle "battaglie" che hanno fatto scrivere decine se non centinaia di libri. Credo che pochi o nessuno siano stati tradotti in italiano, questo è uno dei tanti libri in inglese. Gallipoli è il "mito fondante" della nazione australiana (all'epoca - siamo nel 1915 - fresca di relativa autonomia da una decina di anni) e di quella neozelandese. Lo storico, giornalista, ex rugbysta e presidente dell'associazione per rendere l'Australia una repubblica, Peter Fitzsimons, ha uno stile particolare, quasi teatrale. Si riscontra (come però è quasi in ogni testo) una sorta di avversione per i generali e strateghi britannici che idearono ed eseguirono l'operazione. In primis Churchill (che a seguito di questo fiasco, va a suo onore, si dimetterà e andrà a combattere in trincea), ma anche i generali "asini" (leoni guidati da asini è una famosa espressione degli storiografi che negli anni '60 iniziarono ad analizzare la Grande Guerra) come Hunter Weston. La campagna era un modo per aggirare lo stallo delle trincee sul fronte occidentale. Si sarebbe voluto arrivare a Costantinopoli, forzando i Dardanelli, su cui si affaccia la penisola di Gallipoli. Dapprima l'operazione si era prospettata come solo navale, una serie di grosse navi, tra cui l'ammiraglia della flotta britannica Queen Elizabeth...Ma la realtà è che le batterie e i forti dalle due parti dei Dardanelli andavano prima espugnati, quindi si ricorse ad un corpo di spedizione formato (anche) dai reparti provenienti dall'altra parte del mondo, gli ANZAC (Australian New Zealand Army Corp) . Come nella mappa riportata qui, gli ANZAC sbarcarono a nord per tagliare i rinforzi turchi che sarebbero arrivati a contrastare gli sbarchi delle truppe britanniche sbarcate a loro volta
nel sud. Quello che avrebbe dovuto essere un piano molto semplice , dovuto anche alla sottovalutazione del turco come combattente (relativamente scarse erano state le prestazioni belliche nelle recenti guerre balcaniche) si inceppò quasi subito. Gli australiani rimasero attaccati a brandelli di terra senza avanzare nell'interno da aprile a dicembre del 1915. Le perdite furono enormi, anche tra i britannici. E nell'immaginario popolare Gallipoli, grazie anche a dei riferimenti cinematografici di primissimo livello come "Gli Anni Spezzati" di Peter Weir (cui dedicherò un post a parte ma anche il recente gradevole The Water Diviner), è secondo solo al fronte occidentale per rappresentare l'orrore e l'inutilità della Prima Guerra Mondiale. Fitzsimons è bravissimo a descrivere le esperienze dei singoli, con un focus principalmente sull'esperienza australiana, in misura minore quella neozelandese, quasi mancante quella britannica. Al libro , un tomo di 824 pagine però manca un ordine di battaglia, per capire quale battaglione era inquadrato in quale divisione, e manca un apparato iconografico degno di un tomo di tale consistenza. Non di meno, è una ottima introduzione a testi più specifici (e credetemi, gli australiani, i neozelandesi, e i britannici in genere arrivano a scrivere libri sui singoli, cosa che un po' invidio, dato che da noi la memoria storica è limitatissima e non si coltiva). Interessante approccio a un tema che nel mondo anglosassone è copertissimo.

Titolo : Gallipoli
Autore : Peter Fitzsimons
Pagine: 824

Friday, February 8, 2019

The Somme - The Epic Battle in the Soldiers' own Words and Photographs - Richard Van Emden

La battaglia della Somme, iniziata il 1° luglio del 1916 e protrattasi fino a novembre, è insieme a quella di Waterloo, uno degli eventi cui sono stati dedicati più libri. Il motivo è la scala senza precedenti di impatto emotivo sulle varie comunità che mandarono i soldati al fronte. I Pals' Battalions, distrutti nell'attacco alla possente linea tedesca, impoverirono di materiale umano tutta una serie di cittadine, quartieri, città e segnarono un punto di non ritorno psicologico della Grande Guerra. I 19000 caduti in un giorno (il primo della battaglia, cui se ne aggiunsero molte altre migliaia nei mesi seguenti) ed il doppio di feriti rappresentano il "black day" dell'esercito britannico. L'offensiva della Somme, nata come sforzo delle potenze alleate per attaccare congiuntamente gli imperi centrali nel 1916 (ricordiamo la Sesta Battaglia dell'Isonzo il 6 agosto dello stesso anno, per restare al nostro fronte italiano) era stata pianificata in anticipo dagli strateghi alleati, ma la Battaglia di Verdun, in un settore più a sud del fronte francese, iniziata dai tedeschi per "dissanguare" e mettere fuori gioco l'esercito guidato dal generale Joffre, guastò i piani di francesi e britannici. Ora quella battaglia, era il punto focale dell'esercito transalpino e la Somme non poteva più vedere un grande impiego di truppe, calamitate dal forno crematore di Verdun. Così che si decise che la Somme sarebbe stata un'offensiva condotta principalmente dai britannici e dai loro dominions. Dopo 5 giorni di preparazione d'artiglieria per distruggere le pesanti fortificazioni tedesche (i bavaresi erano in quel settore del fronte) si sarebbe balzati all'assalto per "mordere e tenere" il terreno. Sfidando poi i tedeschi a venirselo a riprendere. Se ci fosse stata la possibilità di uno sfondamento, le divisioni di cavalleria sarebbero state pronte in retrovia con il loro elan e velocità. Il bombardamento fu poi allungato a 7 giorni, perchè la data scelta (29 giugno) presentava dei problemi meteo. Il resto è storia...I battaglioni uscirono dalle trincee, convinti che i tedeschi fossero stati piallati dal bombardamento...ma la loro fu una speranza tradita. Tutta una serie di inconvenienti congiurarono per portare al massacro. Anche se in alcuni settori l'avanzata ci fu e per gli standard dell'epoca e di quella guerra fino a quel momento, furono anche abbastanza consistenti. Richard Van Emden compone un libro fatto di testimonianze e di fotografie per lo più inedite, dividendo i capitoli in fasi sin dalla prima occupazione di quel settore da parte dei britannici nella metà del 1915. Il risultato è molto piacevole, sia per la qualità delle testimonianze, molto varia e originale, sia per il loro numero. Van Emden è uno storico di grandissima qualità e senza dubbio il libro che consta di 355 pagine è una piacevolissima alternativa a tomi più tecnici sulla battaglia. Ovviamente le mappe non sono il punto di maggior pregio, ma si presume che vi sia una conoscenza basilare dei posti elencati nel testo. Testo di assoluto valore.

Titolo: The Somme - The Epic Battle in the Soldiers' own Words and Photographs
Autore: Richard Van Emden
Pagine: 355

Thursday, February 7, 2019

The Badges of Kitchener's Army - David Bilton

Oggi voglio proporvi la recensione di un libro molto utile per andare a ricercare le varie unità dell'esercito britannico durante la Grande Guerra. Il libro scritto dal bravissimo David Bilton per la casa editrice Pen&Sword è ovviamente in lingua inglese. Ma come si può immaginare sono le fotografie a farla da padrone. Il tema del libro è vastissimo ed è previsto un secondo volume (già annunciato), si parla infatti della fanteria britannica dei battaglioni di Kitchener. Dopo l'inizio della prima guerra mondiale infatti, il feldmaresciallo Herbert Horatio Kitchener, nominato Segretario di stato per la guerra, si rese conto che il piccolo esercito britannico, completamente formato da volontari professionisti non avrebbe potuto tenere testa numericamente agli eserciti di coscritti delle altre nazioni in guerra. Fu così che si propose l'arruolamento di
migliaia di cittadini che andarono a formare i cosiddetti "Battaglioni di Kitchener". Ogni reggimento (l'unità tradizionale di base dell'esercito britannico) così aggiungeva nuovi battaglioni (molti arrivarono
anche in doppia cifra) . Il reggimento britannico è quello a cui si lega l' esprit de corps del soldato, è la sua tribù, ma nella formazione di questi battaglioni nuovi, si andò a formare anche un'identità di battaglione. Famosi e sfortunati furono infatti i "Pals' Battalions" formati da "amici" o semplicemente da uomini scelti in un solo posto, e quindi indicati con un nome di cittadina o città (ad es. Salford Pals), o scelti per professione (Artists Battalion, Sportsmen Battalion) . Questi battaglioni, tenuti in addestramento dal loro arruolamento sino alla terribile battaglia della Somme, si consumarono appunto in quella battaglia. Migliaia di ragazzi e uomini morirono il 1° luglio 1916, andando all'assalto delle linee tedesche. Tornando al libro, questo descrive le varie "pezze"(patches) identificative di questi nuovi battaglioni. Pezze usate per vari motivi, organizzativi, identificativi, identitari. C'era una pezza che definiva la divisione di appartenenza, la brigata, il battaglione, la compagnia. Il reggimento era identificato da un simbolo metallico portato sul cappello o sulle spalline. L'araldica così creatasi è molto appassionante. Non sempre però questi simboli erano sanzionati ufficialmente ad alti livelli, ma spesso decisi a livello di battaglione e sovente non erano seguite regole. Nelle foto di archivio non sempre i membri di una stessa unità hanno applicato la pezza corrispondente. Alcuni ne facevano a meno. In tutto questo, il lavoro fatto da Bilton è grandioso. E si aspetta il secondo volume sulle unità di cavalleria, dato che questo libro riguarda la fanteria. Da comprare assolutamente per chi abbia un interesse uniformologico e storico sull'esercito britannico nella Grande Guerra.

Titolo: The Badges of  Kitchener's Army
Autore: David Bilton
Pagine: 351

Ion "Jack" Idriess

Ion Idriess detto "Jack" fu un noto scrittore australiano. Nato nel 1889 a Waverley, sobborgo di Sidney, fu sin da giovane, minatore, cacciatore di dingo, tosatore e addirittura visse per un periodo con un clan aborigeno imparando a conoscerne gli usi e i costumi. Nel 1914  si arruolò nel 5° Reggimento di Cavalleria Leggera Australiana come soldato semplice. Combattè in Palestina, nel Sinai e in Turchia. Fu ferito a Beer Sheba e Gallipoli e tornò in patria a curare le ferite. Notevole il suo ruolo come osservatore per l'asso dei cecchini australiani a Gallipoli, Billy Sing. La sua carriera di prolifico scrittore iniziò con la pubblicazione del suo primo libro "Madman's Island" nel 1927 e continuò per 43 anni con oltre 50 libri all'attivo. I suoi temi spaziavano dalle memorie di guerra alla storia, dalla fiction all'antropologia fino a speculazioni sul mondo futuro. Morì nel 1979.
(nella foto a SX un ritratto di Idriess fatto da me)

Wednesday, February 6, 2019

Charles May

Il Capitano del 22° Battaglione , Manchester Regiment, Charles May, morto nel primo giorno dell'offensiva della Somme (1/7/1916) alla sua amata moglie Maude ed alla piccola figlia Pauline, nel suo diario di guerra:
"Non posso soffermarmi sul personale - non c'è spazio qui per questo. E' anche demoralizzante. Ma non voglio morire. Non che mi importi di me stesso. Se me ne devo andare, sono pronto. Ma il solo pensiero che non potrò più vedere te e la piccola mi fa tremare. Non posso guardare a questa prospettiva con un sereno stato d'animo. L'unica mia consolazione è la felicità che abbiamo avuto. La mia coscienza è serena anche perchè ho sempre fatto di tutto per rendere la tua vita gioiosa. So anche che se me ne andrò tu non sarai in difficoltà economiche. E' qualcosa. Ma è il pensiero che io e te possiamo separarci e che la piccola cresca senza che io la conosca e che lei conosca me che è così terribile. E so che la tua vita senza me sarà tremendamente vuota. Fa che non sia così. Perchè hai il più grande compito che ci possa essere nel mondo: crescere la nostra bimba. Dio benedica quella bambina, lei è speranza di vita per me. Amore mio, au revoir. Potrebbe succedere che tu legga queste righe come "di passaggio", ma, d'altra parte questo potrebbe essere anche il mio ultimo messaggio a te. Se lo fosse, sappi che per tutta la mia vita ho amato te e la piccola con tutto il cuore e l'anima, che voi due , dolcissime, avete rappresentato tutto il mondo per me. 
Prego Dio che io possa fare il mio dovere, perchè lo so, qualsiasi fosse l'esito, tu non ti saresti aspettata altro da me. "

Capt. Charlie May 17/6/1916


Qual è lo scopo di questo blog? Innanzitutto parlare di storia in modo molto semplice. Il mio punto di vista prende in considerazione principalmente la storia militare. E' quella che ha nutrito il mio amore per la storia più generale. Non è detto che le battaglie da sole creino la storia, che la plasmino. Sarebbe dire una grande blasfemia. Ma se la storia è una lunga corda che si snoda attraverso i secoli, le battaglie e le guerre sono dei nodi che ne affollano il suo svolgimento.
Perchè "On The Old Barbed Wire" come titolo di questo blog? Beh, non è mai facile scegliere un titolo per qualcosa, e avendo sotto mano un libro intitolato "Soldiers' songs and slangs of the Great War" aprendolo l'occhio è caduto su una canzone britannica tipica della seconda parte della Grande Guerra, laddove il cinismo e la rassegnazione sulla guerra uniti ad una grande resilienza avevano preso il posto dell'entusiastica accoglienza del 1914. Ascoltando questa canzone si notano i diversi punti di vista dei soldati sui loro superiori. "Se volete sapere dove sia il generale...è ad appuntarsi un'altra medaglia sul petto/ Se volete sapere dove sia il colonnello...è a riempirsi la pancia/ Se volete sapere dove sia il sergente...è a scolarsi tutto il rum della compagnia/ Se volete sapere dove sia il soldato semplice...è appeso al vecchio filo spinato (On the old barbed wire). Ho trovato un titolo e un'anima a questo piccolo blog, vedere le cose dal punto di vista del "filo spinato" (senza precludersi inquadrature diverse) sarà lo stile che seguirò. A presto!


Benvenuti nel mio nuovo blog. Era tempo che non scrivevo qualcosa, ma qui mi occuperò principalmente di storia. La Storia con la S maiuscola e la storia con la s minuscola. La storia vista da un punto di osservazione molto ampio e quella vista dal punto di vista del singolo. Questa piccola introduzione non vuole ne' può essere esaustiva. Col tempo ovviamente gli scopi e l'ampiezza della nostra visuale si allargherà, ma voglio per ora limitarmi a un'analisi e una serie di post che comprendano le mie grandi passioni: Storia, Libri, Cinema, Arte. Passioni che spesso si interconnettono in modo inaspettato. A presto!