Tuesday, June 23, 2020

Hitler's Anti-Tank Weapons 1939-1945 - Rare Photogrphs from Wartime Archives di Hans Seidler

Contrariamente a quanto spesso si pensa la Germania nazista affrontò la seconda guerra mondiale in gran parte impreparata da un punto di vista logistico e dei materiali. Quello che però non aveva nell'ambito degli equipaggiamenti lo compensava con una tattica superiore e grande addestramento dei suoi soldati. Un esempio in cui la Germania era indietro rispetto ai suoi nemici si può ben notare nell'ambito dei cannoni controcarro. In questo caso quando ad esempio la Germania invase la Russia e si trovò davanti i temibili T34 (modello 1940 e 1941), i KV1 e gli enormi KV2 , dovette ricorrere agli 88 dei reparti antiaerei. All'epoca il cannone più diffuso per contrastare i carri era il PaK36 con cannone da 37mm. Contro i nuovi carri russi , questo piccolo cannone non bastava più, e quindi entrarono in produzione il PaK38 (50mm) e PaK40(75mm) che furono più che sufficienti per arginare i contrattacchi sovietici.
Il libro che vi presento oggi, come avrete capito, tratta dei cannoni anticarro tedeschi e in generale di tutte le armi controcarro a disposizione dell'arsenale tedesco, comprese quelle spalleggiabili. Il libro, scritto da Hans Seidler per la prolifica serie "Images of War" della Pen&Sword, ci porta a conoscere tutti i cannoni e le armi anticarro adottate dai tedeschi.
In questo elenco sono inclusi anche i semoventi cacciacarro, che in quanto a impiego, somigliavano sempre più spesso a veri e propri controcarri più che cannoni montati su uno chassis di carro armato.
Proprio questo tratto di ingegnosità, fece sì che come soluzioni stopgap , all'apparire di carri nemici sempre più corazzati, i tedeschi fossero pronti con una soluzione low cost per contrastarli.
Non si può spiegare altrimenti l'utilizzo ad esempio de 75mm francese di preda bellica trasformato nell'efficace PaK97/38. Montato sull'affusto del PaK38 o 40, questo cannone vide una seconda giovinezza e fu impiegato fino alla fine della guerra.
Più famose sono le creazioni che abbinavano un cannone anticarro ad uno scafo di un carro armato preda bellica (sempre carri francesi ad esempio) o di uno tedesco obsoleto. I tedeschi infatti non buttavano via nulla, ma cercavano rielaborazioni per mantenere rifornite le truppe di prima linea con mezzi improvvisati ma spesso efficienti. Il caso dei Marder I (cannone da 75mm o da 76mm preda bellica russa, su scafo di carro francese)  , Marder II (stesso armamento su scafo di PanzerII) o Marder  III (scafo Panzer 38) dimostra pienamente di cosa fossero capaci i tedeschi in quanto a soluzioni low cost, improvvisate ma comunque valide.
Man mano che si andava avanti nella guerra, però, la corsa alla maggior corazzatura e quindi al maggior calibro e potenza dei cannoni richiedeva soluzioni specifiche da una parte, con veri e propri cacciacarri progettati (e sopratutto chiusi per evitare danni all'equipaggio) come i vari Jagdpanther, Jagdpanzer IV , Elefant e Jagdtiger (quest'ultimo un mostro poco mobile).
Allo stesso tempo, la limitazione nelle materie prime e la necessità di fornire anche la fanteria di armi anticarro e facilmente trasportabili facevano si che si introducessero armi quali il Panzerfaust e il Panzerschreck.
Il libro di oggi, dotato di ottime foto, cerca di documentare in modo accurato(grazie a interessantissime didascalie) l'evoluzione dell'artiglieria anticarro tedesca. E' ovvio che molti cacciacarri e le loro versioni e modifiche campali non sono documentati , ma il risultato è quello di conoscere meglio, con foto anche rare , molti dei pezzi d'artiglieria utilizzati durante la guerra e di distinguerne i tratti caratteristici. Quest'opera risulta quindi molto utile per l'appassionato storico ma anche per il modellista. 

Titolo: Hitler's Anti-Tank Weapons 1939-1945 - Rare Photogrphs from Wartime Archives 
Autore: Hans Seidler
Pagine: 127





















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