Il libro che vi presento oggi, come avrete capito, tratta dei cannoni anticarro tedeschi e in generale di tutte le armi controcarro a disposizione dell'arsenale tedesco, comprese quelle spalleggiabili. Il libro, scritto da Hans Seidler per la prolifica serie "Images of War" della Pen&Sword, ci porta a conoscere tutti i cannoni e le armi anticarro adottate dai tedeschi.
In questo elenco sono inclusi anche i semoventi cacciacarro, che in quanto a impiego, somigliavano sempre più spesso a veri e propri controcarri più che cannoni montati su uno chassis di carro armato.
Proprio questo tratto di ingegnosità, fece sì che come soluzioni stopgap , all'apparire di carri nemici sempre più corazzati, i tedeschi fossero pronti con una soluzione low cost per contrastarli.
Non si può spiegare altrimenti l'utilizzo ad esempio de 75mm francese di preda bellica trasformato nell'efficace PaK97/38. Montato sull'affusto del PaK38 o 40, questo cannone vide una seconda giovinezza e fu impiegato fino alla fine della guerra.
Più famose sono le creazioni che abbinavano un cannone anticarro ad uno scafo di un carro armato preda bellica (sempre carri francesi ad esempio) o di uno tedesco obsoleto. I tedeschi infatti non buttavano via nulla, ma cercavano rielaborazioni per mantenere rifornite le truppe di prima linea con mezzi improvvisati ma spesso efficienti. Il caso dei Marder I (cannone da 75mm o da 76mm preda bellica russa, su scafo di carro francese) , Marder II (stesso armamento su scafo di PanzerII) o Marder III (scafo Panzer 38) dimostra pienamente di cosa fossero capaci i tedeschi in quanto a soluzioni low cost, improvvisate ma comunque valide.
Man mano che si andava avanti nella guerra, però, la corsa alla maggior corazzatura e quindi al maggior calibro e potenza dei cannoni richiedeva soluzioni specifiche da una parte, con veri e propri cacciacarri progettati (e sopratutto chiusi per evitare danni all'equipaggio) come i vari Jagdpanther, Jagdpanzer IV , Elefant e Jagdtiger (quest'ultimo un mostro poco mobile).
Allo stesso tempo, la limitazione nelle materie prime e la necessità di fornire anche la fanteria di armi anticarro e facilmente trasportabili facevano si che si introducessero armi quali il Panzerfaust e il Panzerschreck.
Il libro di oggi, dotato di ottime foto, cerca di documentare in modo accurato(grazie a interessantissime didascalie) l'evoluzione dell'artiglieria anticarro tedesca. E' ovvio che molti cacciacarri e le loro versioni e modifiche campali non sono documentati , ma il risultato è quello di conoscere meglio, con foto anche rare , molti dei pezzi d'artiglieria utilizzati durante la guerra e di distinguerne i tratti caratteristici. Quest'opera risulta quindi molto utile per l'appassionato storico ma anche per il modellista.
Titolo: Hitler's Anti-Tank Weapons 1939-1945 - Rare
Photogrphs from Wartime Archives
Autore: Hans Seidler
Pagine: 127
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