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Monday, December 16, 2019

Tiger I Heavy Tank - Eastern Front, Summer 1943 di Dennis Oliver (TankCraft 20)

TankCraft è una serie edita da Pen&Sword che mira ad unire ottime foto dettagliate e didascalie estremamente informative con tavole di profili di carri armati e foto di modelli assemblati.
In questo volume Dennis Oliver, stimato storico militare con una particolare predilezione per la storia dei corazzati si occupa del carro tedesco più temuto della seconda guerra mondiale: il Tigre.
Esistono centinaia di libri su questo mezzo corazzato che sebbene fosse stato progettato come naturale evoluzione dei carri tedeschi che erano in servizio alla fine degli anni '30 (o che sarebbero entrati in servizio di lì a poco) come il Panzer III e IV vide la luce proprio per contrastare il temibile T34, quando i tedeschi se lo trovarono di fronte nelle prime fasi dell'Operazione Barbarossa, nel 1941. Insieme al T34 altri carri si rivelarono impenetrabili per i cannoni anticarro in dotazione allo Heer dell'epoca tanto che a contrastarli furono chiamati i cannoni delle formazioni anti aeree, i famigerati cannoni da 88 mm. Solo così si potè avere ragione dei temibili KV1 e 2.
Come scritto esistono centinaia di libri sul Tigre, ma questo non sfigura in loro compagnia perchè non tratta tutta la storia del Tigre I (o Panzerkampfwagen VI, dato che poi nell'ultimo anno della guerra fu prodotto un corazzato ancora più temibile ma in numero inferiore denominato Koenig Tiger o Tigre Reale) ma solo un periodo di impiego del mezzo, ovvero l'estate del 1943.
Nell'estate del 1943 vi fu infatti la famosa Operazione Zitadelle, ovvero l'attacco al saliente di Kursk, che vide i più grandi scontri di corazzati dell'intera guerra, e l'abbandono dell'offensiva sul fronte orientale per la Germania hitleriana. Oggi gli storici sono concordi nel ridimensionare la sconfitta, o meglio l'abbandono dell'operazione da parte tedesca, e quindi a dimostrare che le perdite di carri armati, e nella fattispecie di Tigre fu molto inferiore a quanto vantato dai sovietici all'epoca per i quali ogni carro tedesco distrutto era "un Tigre".
Il libro come ogni libro della serie prende in esame brevemente la storia del corazzato (anche se in questo caso si rimanda a tre precedenti volumi di TankCraft , mentre qui l'enfasi è posta sui battaglioni che operarono a est in quell'estate ovvero gli Schwere Panzer Abteilung 502, 503, 505 e la Compagnia e poi Battaglione Carri Pesanti in forza alla Grossdeutschland, e alle compagnie in forza alle tre divisioni SS Leibstandarte, Das Reich e Totenkopf. Particolare interesse rivestono le modifiche campali e i segni di identificazione delle varie compagnie dei battaglioni, e delle compagnie aggregate alle divisioni SS e Grossdeutschland. In particolare ho gradito il continuo richiamo alle foto e le discussioni nei profili di questi dettagli che tendono a interessare forse più il modellista che lo storico, ma che tradiscono il grande lavoro di ricerca di Oliver.
Come scritto la sezione dei profili a colori è fantastica, con le ottime tavole raffiguranti ben 21 differenti Tigre.
Come al solito, punto forte della serie, sono presenti le foto di alcuni modelli assemblati da modellisti professionisti, nel loro piccolo vere e proprie opere d'arte. Sono presenti un Tigre I scala 1/48 creato da Ralph Riese, che ha usato un modello della AFV. Il secondo modello presentato è di Naomasa Dairaku che ha usato due kit Dragon Models in 1/35 per rappresentare un Tigre della Das Reich e uno della Totenkopf. L'ultimo modello è di Luciano Rodriguez che ha usato anch'egli un kit Dragon Models 1/35 raffigurante un esemplare della produzione iniziale.
Sono presenti inoltre le recensioni di vari kit presenti sul mercato, cosa molto utile per orientarsi in una produzione di un mezzo iconico e per questo molto varia.
Conclude il libro una sezione riguardante le modifiche apportate in fabbrica (mentre quelle sul campo ed estemporanee sono discusse nelle didascalie e nei profili) elencate mese per mese.
Che dire di più? Il libro, di una serie che brilla per la sua brevità ma anche immediatezza aggiunge, grazie alla grande esperienza di Oliver sull'argomento, alla bibliografia sul Tigre un altro ottimo libro che aiuta i modellisti ad orientarsi nelle modifiche campali per ritrarre i loro modelli in maniera più realistica e non può non piacere anche allo storico, grazie alle informazioni contenute, ai profili a colori e alle belle foto.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Tiger I Heavy Tank - Eastern Front, Summer 1943 (TankCraft 20)
Autore: Dennis Oliver
Pagine: 64
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Tiger-I-German-Army-Heavy-Tank-Paperback/p/16757




















Thursday, December 12, 2019

Suez Crisis 1956 - End of Empire and the reshaping of the Middle East di David Charlwood

La serie Cold War 1945-1991 edita da Pen&Sword ci porta a conoscere tutta una serie di eventi che hanno segnato il confronto tra blocco sovietico e democrazie occidentali che prende appunto il nome di "Guerra Fredda". In questo libro che vi presento oggi, scritto da David Charlwood, giornalista internazionale e storico, esaminiamo la Crisi di Suez del 1956, un evento che ha segnato il nadir per quello che fu l'Impero Britannico.
Il Canale di Suez, sogno di molti capi di governo e politici, è stato per secoli una chimera, fino a quando, grazie alla volontà di un politico francese di nome Ferdinand De Lesseps, e al lavoro (e alla morte) di migliaia di operai egiziani, questo sogno, cullato per secoli non divenne realtà nel 1869. All'inizio posseduto da francesi ed egiziani, in seguito la quota egiziana passò al governo britannico e rimase in concessione a questi due paesi per 100 anni. Tuttavia nel 1956, il Colonnello Nasser, diventato presidente dell'Egitto ne reclamò il possesso occupando anzitempo (la scadenza naturale sarebbe stata il 1969) occupando gli uffici della compagnia che ne gestiva il traffico, di fatto nazionalizzando il canale. Era il 26 luglio del 1956.
Subito l'allarme per questo atto scosse i governi di Francia e Gran Bretagna, con quest'ultima che da pochi mesi vedeva in Anthony Eden, succeduto a Winston Churchill, il suo primo ministro.
Quello che seguì è molto intricato da spiegare in una recensione, e per questo c'è l'ottimo libro di Charlwood. Tuttavia quello che accadde in poche parole non fu edificante per la Gran Bretagna, la Francia e la loro politica internazionale. Quel 1956 era infatti un anno di crisi per molte ragioni. In Ungheria una rivolta sarebbe scoppiata negli ultimi mesi dell'anno, in Algeria la Francia si trovava ad affrontare una guerra terribile, e si era appunto nella Guerra Fredda, con USA e URSS che si fronteggiavano, per il momento solo a parole.
La necessità della Francia di eliminare Nasser, ritenuto un fiancheggiatore dei ribelli (o patrioti) algerini, quella di Eden di sopperire alla crisi dovuta alla mancanza di petrolio che si faceva sentire, spinsero i due paesi all'azione non sanzionata da alcuna decisione dell'ONU, e sopratutto creando un casus belli in Francia nella villa di Sevres insieme agli israeliani (che dal canto loro sapevano che prima o poi sarebbero stati attaccati dall'Egitto di Nasser). Proprio gli israeliani dovevano attaccare per primi nel Sinai, così facendo attirando gli egiziani nei combattimenti e spingendo, "disinteressatamente" Francia e Gran Bretagna a intervenire per "separare i contendenti". Tutto questo veniva fatto all'oscuro degli USA, cosa ingiustificabile per la Gran Bretagna che si era sempre dimostrata il migliore alleato. Questo silenzio verso gli USA fu poi pagato a caro prezzo, poichè il presidente Eisenhower e Dulles (Segretario di Stato americano) fecero pagare caro alla Gran Bretagna questa mancanza di collaborazione in un'azione fortemente voluta ma anche poco giustificata. Infatti il petrolio che essi potevano fornire non fu rilasciato se non dopo il ritiro delle truppe britanniche da Suez.
Il libro descrive in maniera semplice ed immediata tutti gli avvenimenti di quel 1956 carico di incontri, conferenze e azione militare, per fortuna non su larga scala come si sarebbe potuto pensare visti i pesi massimi sulla scena internazionale. I sovietici erano occupati con l'Ungheria, prima crepa di quel blocco orientale, gli americani dal canto loro volevano cercare nell'ONU e nella sua azione le soluzioni alla crisi, i francesi erano i falchi che si impegnarono anche ad armare e creare i presupposti per la potenza militare di Israele negli anni a venire. Lo stesso Nasser sebbene sconfitto militarmente ne uscì vincitore dal punto di vista psicologico presso la sua popolazione. Gli unici sconfitti da questa crisi furono i britannici che persero il ruolo di arbitro nelle politiche medio orientali a vantaggio proprio degli USA.
L'autore nel suo capitolo finale traccia un intelligente parallelismo con quello che avvenne nel 2003. In quel caso, nella guerra in Iraq, per spodestare Saddam e le sue presunte armi di distruzione di massa, la parte del falco toccò agli americani invece dei francesi, e gli inglesi con Tony Blair, si accodarono. E' significativo che sia la carriera di Eden dopo Suez, che quella di Blair dopo l'Iraq finirono. Questo libro ci dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che la storia forse non si ripete esattamente, ma l'uomo con la sua azione (che è sempre costantemente infuenzata da fattori eterni) fa in modo di rendere simili eventi anche a distanza di anni.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi concesso il libro per la recensione.

Titolo: Suez Crisis 1956 - End of Empire and the reshaping of the Middle East
Autore: David Charlwood
Pages: 128
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Suez-Crisis-1956-Paperback/p/16863
 















Tuesday, December 10, 2019

Operation Sealion - The Invasion of England di Peter Schenk

Se pensiamo ad operazioni anfibie e mezzi con le quali attuarle subito la mente va all'Operazione Overlord o forse sarebbe più esatto dire la parte navale denominata Operazione Neptune. Un'altro tipo di operazioni che vengono in mente sono gli sbarchi delle forze americane nelle varie isole del Pacifico che richiesero lo studio e la realizzazione di una serie di mezzi anfibi e trattori per superare le barriere coralline. Pochi però sanno che nel 1940, finita la Campagna di Francia, un esercito potentissimo stava sulle coste della Manica pronto solo a ricevere un ordine di Hitler per attraversare il mare e invadere l'Inghilterra. L'Operazione Leone Marino, o Sealion o Seelowe, era una possibilità abbastanza concreta come ci illustra questo bel libro che vi presento oggi.
Scritto dallo storico tedesco Peter Schenk, ci fa conoscere quanto fosse avanzata questa operazione di invasione nella pianificazione e realizzazione di mezzi appositamente studiati per attraversare la Manica.
Il libro descrive ottimamente le varie fasi, tracciando l'ideazione dell'operazione, subito dopo la realizzazione che per i tedeschi la Campagna di Francia si era conclusa felicemente. La pianificazione, l'assemblaggio della flotta di invasione che doveva servirsi di vari porti (come avvenne a parti invertite e in dimensioni molto maggiori numericamente nel 1944 per gli alleati) quali Dunkirk, Calais, Boulogne e altri , le zone di invasione lungo la costa sudorientale dell'Inghilterra e addirittura le zone di ancoraggio della flotta di invasione sono elencati attraverso il testo e delle fantastiche mappe che descrivono , partendo dagli archivi tedeschi, ogni minimo particolare dell'operazione.
Un altro punto interessante del libro è la descrizione dei vari mezzi da sbarco, che forse ci appaiono strani o obsoleti pensando ai mezzi del D-Day alleato, ma che tradiscono il fatto che questa era l'avanguardia delle tattiche anfibie all'epoca, un'epoca in cui anche gli alleati non erano affatto così avanzati tecnologicamente come lo saranno nel 1944. Anche in questo caso numerosi sono gli schemi che descrivono barche e mezzi creati per l'occasione o modificati partendo spesso da navi preda di guerra (olandesi o francesi) e frutto dell'inventiva dei genieri tedeschi. Anche le unità che avrebbero preso parte alle varie ondate di invasione erano state già definite sulla carta, era praticamente tutto pronto, anche se non si sa molto probabilmente se questa operazione avrebbe avuto il successo che a parti inverse avrebbe avuto lo sbarco in Normandia quattro anni dopo.
Tutti sappiamo come finì in quel 1940. I tedeschi non riuscirono ad avere la meglio sui "pochi" della RAF e la Luftwaffe, che era parte integrante del piano insieme a Kriegsmarine ed esercito non riuscì a conquistare il dominio nei cieli, prerogativa essenziale per dare il via all'assalto. Allo stesso tempo anche nei piani tedeschi l'operazione fu accantonata ma mai cancellata espressamente quasi che per Hitler la rinunzia volesse dire la resa. La concentrazione di risorse di mezzi e uomini a oriente per l'enorme operazione Barbarossa in realtà determinava la fine di Leone Marino.
Il libro edito da Greenhill Books che ultimamente ha pubblicato diversi interessanti memorie e libri sullo sforzo bellico tedesco è di estremo interesse per chiunque voglia sapere di più su questa operazione che ha aleggiato minacciosa sulle sponde dell'Inghilterra ma di cui credo pochi conoscono tutti i dettagli contenuti nel libro, un libro che farà felici tutti gli appassionati di storia militare della seconda guerra mondiale che così potranno tracciare similitudini e differenze con quella che fu poi l'Operazione Overlord.

Un grazie di cuore a Greenhill Books per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Operation Sealion - The Invasion of England
Autore: Peter Schenk
Pagine: 362
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Operation-Sealion-Hardback/p/16225