Nelle innumerevoli storie fotografiche della Seconda Guerra Mondiale spesso riusciamo a riconoscere anche divisioni e battaglioni (specialmente i temibili carri Tigre) delle forze germaniche. La letteratura specialistica attrae sempre nuovi lettori e non mancano certo nuove collezioni di foto da pubblicare o analisi di vecchie foto riguardanti la Panzerwaffe tedesca. Però spesso in questa equazione viene dimenticato il piccolo ma significativo contributo di altre forze armate nell'invasione della Russia denominata Operazione Barbarossa e in tutto il teatro del fronte orientale. Oggi in parte viene , con la solita fantastica serie "Images of War" colmata quella lacuna almeno per quanto riguarda uno degli alleati dell'Asse: l'Ungheria. Il paese , uscito dalla frammentazione dell'Impero Austro Ungarico fornì truppe per l'invasione della Russia nel 1941 e queste sebbene non perfettamente equipaggiate si resero protagoniste di un ottimo servizio combattendo in svariate battaglie.
Il libro, edito da Pen&Sword e curato da Eduardo Manuel Gil Martinez, esamina i modelli "autoctoni" prodotti in Ungheria. Va detto che dapprima il paese si affidò a modelli di importazione tra cui le tankette Ansaldo importate dall'Italia. Queste, definite "scatole di sardine" dagli stessi italiani, non erano state progettate per il combattimento quanto più per una veloce ricognizione in cui potevano essere utili.
Gli ungheresi affiancarono questi modelli di importazione con alcuni modelli prodotti nelle varie fabbriche del paese. Tra questi spiaccavano i carri Toldi e le autoblinde (definite incongruamente nel libro "tankettes" ) Csaba. L'impatto con i carri russi anche con modelli inferiori e ormai obsoleti fu drammatico. I cannoni erano assolutamente inadeguati e la stessa corazzatura era una trappola per gli equipaggi. Tuttavia gli ungheresi si batterono bene. Vi furono ovviamente tentativi di rimodernare la produzione con l'introduzione di modelli quali il Turan e lo Zriniy II , carri leggermente superiori ai sopracitati, ma pur sempre inferiori ai T34 e KV1 che si trovavano ad affrontare ad est. Vi fu anche un ottimo semovente contraereo noto come Nimrod. I tedeschi procedettero quindi a fornire tutta una serie di modelli anche relativamente moderni già nei primi anni di guerra, finendo addirittura per addestrare gli ungheresi all'uso di alcuni Tigre I e Panther che videro anche emergere il più grande asso di carri armati nel tenente Ervin Tarczay, che si distinse nei combattimenti dal 1944 in poi.
La storia delle forze corazzate ungheresi, dei mezzi (non solo corazzati) e delle varie unità è esaminata nel dettaglio nel libro, anche se risulta un po' difficile seguire i vari spostamenti senza una mappa. Pur essendo un grande appassionato di Seconda Guerra Mondiale, non conoscevo molto riguardo alle forze armate ungheresi, ne' riguardo alle tensioni (derivanti da dispute territoriali) con i vicini rumeni, addirittura alleati nell'Asse. Il libro quindi è stata una assoluta sorpresa che mi ha fatto apprezzare un aspetto poco conosciuto della Seconda Guerra Mondiale.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: Hungarian Armoured Fighting Vehicles in the Second World War - Rare Photographs from Wartime Archives
Autore: Eduardo Manuel Gil Martinez
Pagine: 112
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Hungarian-Armoured-Fighting-Vehicles-in-the-Second-World-War-Paperback/p/16773
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