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Friday, February 7, 2020

The Wreck Hunter - Battle of Britain & The Blitz di Melody Foreman

Questo libro che vi presento oggi non è semplicemente un altro ottimo libro sul Blitz e sulla Battaglia d'Inghilterra, il fatale scontro per la difesa dell'isola che coinvolse la RAF e la Luftwaffe nella tarda estate del 1940. Il libro che vi presento oggi è un testamento, scritto da Melody Foreman e narrante le imprese di un pioniere dell'archeologia aerea, Terry Parsons.
Edito da Frontline Books, il libro infatti approccia il tema della Battaglia, in cui "i Pochi" di Churchill regalarono alla Gran Bretagna tempo e spazio vitale per resistere e contrattaccare contro la Germania di Hitler, in un modo diverso e originale, attraverso i ritrovamenti di Parsons in 60 anni di carriera.
Terry Parsons, all'epoca della Battaglia, nel 1940, aveva pochi anni, ma i suoi ricordi vividi dei primi scontri a cui assistette nel cielo della sua cittadina vicino al campo RAF di Biggin Hill, lo introdussero ad una passione e a un mestiere che hanno segnato la sua vita.
Infatti lui e pochi altri, negli anni '60 intrapresero questa missione di ritrovare i relitti e rendere onore agli aviatori britannici (e non) che si immolarono o immolarono le loro macchine per la salvezza dell'Isola. Ai tempi la guerra era distante pochi anni, e molti dei protagonisti e testimoni, pur essendo vivi, avevano preferito dimenticare. Gli anni '60 erano un periodo spensierato e davvero poche persone tenevano ormai conto dei particolari siti in cui durante uno di quei fatidici giorni del 1940 un aereo aveva colpito il suolo. Leggendo il libro la prima cosa che si nota è l'enorme rispetto di Parsons per i siti di scavo. Egli approccia i suoi ritrovamenti con la sacralità di un sacerdote che entra in un tempio. La sua però è una progressione psicologica, perchè dapprima egli vuole onorare gli aviatori Britannici (e non solo, belgi, polacchi, canadesi) che hanno perso la vita perchè l'Inghilterra rimanesse libera. Ma in seguito l'occasione è di scavare anche siti in cui è caduto un BF109, un BF110, un Heinkel o un Dornier...e anche verso questi siti egli ha lo stesso rispetto. Un' altra cosa che è giusto sottolineare è che la sua meticolosità nello scavo fa si che egli preferisca informarsi prima di ogni sito che scava, cercando di sapere se il sito può celare dei resti umani appartenenti ai piloti, e se questo è il caso allora Parsons si premura di chiamare prima polizia e coroner, per ovvi motivi. La remota possibilità che un sito archeologico possa contenere resti umani non appartenenti a un pilota ma magari frutto di un crimine è ovviamente improbabile, ma non impossibile. E comunque anche se vi si trovano piloti la procedura va rispettata cosa che rende Parsons molto diverso da quelli che sono cercatori di souvenir come purtroppo ce ne sono molti nel mondo di oggi. La ricerca spasmodica di un souvenir, sopratutto da parte di ragazzini, iniziò molto presto nella guerra. Se un aereo (principalmente della Luftwaffe) atterrava intatto o precipitava in un campo, subito la locale unità dell'esercito accorreva, ovviamente per delimitare l'area e condurre al comando eventuali prigionieri, ma anche per evitare il saccheggio di agognati souvenir come caschi da pilota, oggetti personali etc.
La procedura se l'aereo colpiva il suolo violentemente era di gettare terra e seppellire il tutto, sia che fosse un aereo britannico o  tedesco, quindi un aereo poteva trovarsi a diversi metri sotto la superficie conservando i propri segreti per anni. Qui Parsons interviene indagando a partire dai testimoni che spesso lo conducevano a vagare per i campi, fidandosi troppo della loro memoria.
Nel raccontare le storie dei propri ritrovamenti Parsons attraverso la narrazione di Melody Foreman, che ne ha raccolto le testimonianze, rievoca anche storie di piloti, spesso tragiche come quella di Marian Pisarek, aviatore polacco che riuscì a uscire e paracadutarsi dal suo Hurricane, aereo che continuando la corsa finì su alcune case compiendo una strage. Sorte simile per una famiglia distrutta dal Sergente Allgood, che però perse la vita anch'egli schiantandosi su alcune case di Maidstone. Tante sono le storie, alcune a lieto fine altre meno, che sono legate a questi ritrovamenti. La sensazione comunque è sempre quella di un dovere e di un senso di "chiusura" per i parenti dei piloti, di apprezzamento, verso Parsons e i suoi colleghi, per il lavoro di memoria che hanno compiuto, scavando nella terra, nel fango, addirittura su delle spiagge sfidando l'incipiente marea per riportare alla luce motori, pezzi di aereo o piccole reliquie dei piloti.
Il risultato è un libro che ci fa apprezzare il sacrificio di molti piloti, spazzati via dall'attrito costante della guerra. Anche quelli che riuscirono a scampare a quella tarda estate del 1940, poi spesso perirono in altri scontri, o portarono con sè per sempre i segni di queglle battaglie con un nemico terribile. Parsons e Melody Foreman producono un libro che merita di essere letto e che è un testamento al coraggio di quei piloti, e al rispetto eterno che si sono guadagnati.
Un grazie di cuore a Frontline Books per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: The Wreck Hunter - Battle of Britain & The Blitz
Autore: Melody Forman
Pagine: 214
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Wreck-Hunter-Hardback/p/16528














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