A volte può capitare di guardare un qualcosa, qualcosa di molto familiare e non riuscire a vedere alcune cose. Capita con dei quadri, o delle strade, piazze della città in cui si vive. Diamo tutto per scontato. Succede anche con la storia, ma poi arriva un libro che ci fa vedere alcuni aspetti di una vicenda storica sotto un'altra luce.
Il libro che vi presento oggi è proprio uno di quei libri che forse definire "rivoluzionari" è eccessivo (e non credo che l'autore abbia questa pretesa), ma che rientrano benissimo nella categoria "cibo per il pensiero".
Il libro di oggi, scritto da Simon Webb per la casa editrice Pen&Sword è infatti dedicato a un aspetto poco noto, anzi, da me del tutto sconosciuto, e palesemente ignorato da altri storici anche illustri.
Il punto principale del libro, scritto in modo magistrale da Webb con dovizia di dati e cifre, riguarda le perdite civili della Seconda Guerra Mondiale, con un'analisi (più che sufficiente a dimostrare il ragionamento) dedicata esclusivamente ad alcuni episodi del conflitto come il Blitz del 1940, Pearl Harbour e la distruzione di alcune città francesi durante la fase antecedente e successiva allo Sbarco in Normandia.
Quello che l'autore vuole e riesce a dimostrare è il fatto che l'artiglieria anti aerea, lungi dall'essere un'arma efficace per ciò per la quale era stata progettata (o meglio, adattata) , ovvero abbattere gli aerei nemici, era invece un'arma usata involontariamente contro i soggetti che doveva difendere, gli abitanti di Londra (nel caso del Blitz), Manchester e dovunque fossero impiegate delle batterie antiaeree.
In realtà alcune delle riflessioni portate da Webb non hanno fatto che far scattare in me alcuni ragionamenti che erano nascosti nel ricordo dei racconti di mio padre, che aveva passato la sua infanzia e adolescenza in una città altamente militarizzata d'Italia, Caserta, durante la Seconda Guerra Mondiale. Lungi dall'essere un'accusa solamente contro l'utilizzo indiscriminato delle antiaeree da parte del governo di Winston Churchill (anche se alcune riflessioni dell'autore certo non depongono a favore) , questo libro può far indagare anche sull'uso dell'antiaerea da parte di ogni paese in guerra.
Infatti è proprio l'utilizzo delle antiaeree e la critica al loro personale servente che mi ha fatto tornare indietro ai ricordi di mio padre, che mi raccontava come i serventi dell'antiaerea di Caserta fossero ex militari anziani e menomati o persone volontarie ma che compivano il loro lavoro approssimativamente. Così era in Inghilterra, ed il lavoro di stabilire direzione, altezza, settare la spoletta e sparare , tutto al buio, può ben far comprendere come distruggere un aereo della Luftwaffe fosse un'impresa impossibile. Tuttavia se i proietti che partivano verso il cielo raramente coglievano un aereo, purtroppo vista la legge di gravità e la balistica c'era il grosso rischio, anzi la certezza, che potessero fare molto male a chi restava in strada o chi si trovava in rifugi che mai avrebbero potuto sopportare l'impatto di un colpo diretto che fosse bomba o colpo di artiglieria. Su questo punto verte l'indagine di Webb: quanti furono i civili uccisi in questo modo? Quanti da colpi non spolettati per esplodere a una data altezza (e quindi esplosi al contatto con la terra) , quanti da schegge di proiettili, questi si spolettati? Quanto erano nocive in realtà le batterie poste nel centro cittadino?
Il libro , non molto lungo, ma pieno di dati e senza affaticare il lettore, giunge ad alcune conclusioni che non vi anticipo, ricorrendo a vari esempi , diretti (come il Blitz e il bombardamento di Pearl Harbor) ma anche indiretti (la strage di Bethnal Green) di quanto fossero deleterie e in realtà controproducenti le artiglierie nel respingere i bombardieri nemici. Questa impasse di inefficacia fu superata solo con la spoletta di prossimità, inventata dagli americani e utilizzata contro le V1 e V2.
Il libro è molto più di questo e vi consiglio di leggerlo, perchè aprirà nuove riflessioni sul mito del Blitz per come è stato convenientemente raccontato, ma risultano interessanti anche le analisi dei bombardamenti sulla Francia, o la risposta dell'antiaerea e la strage di civili a Pearl Harbor.
A volte si usa il termine " nascosto in piena vista" , e non mi viene altro per descrivere al lettore il libro di cui vi ho parlato oggi e le sue verità storiche spesso convenientemente trascurate, e il merito di porre il riflettore su una pagina tanto tragica della Seconda Guerra Mondiale è da ascrivere a Simon Webb.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: Secret Casualties of World War Two - Uncovering the civilian deaths from friendly fire
Autore: Simon Webb
Pagine: 174
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Secret-Casualties-of-World-War-Two-Hardback/p/17130
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