Il libro, pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1933 e in questa edizione da Pen&Sword nel 2019, è uno dei classici della memorialistica della Grande Guerra. Chapman con la sua scrittura ricca di particolari , è ufficiale del 13° Battaglione dei Royal Fusiliers, che facevano parte della 111a Brigata della 37a Divisione. Il suo racconto , pieno di aneddoti buffi, allegri, raccapriccianti, terribili, è il racconto di una guerra che piano piano perde senso per chi la racconta, che diventa routine bestiale. E' qualcosa che credo abbia stupito i lettori nel 1933 come stupisce e commuove oggi, con una forza non diminuita.
La sua testimonianza di fatti accaduti è stata utilizzata spesso nei saggi sulla Grande Guerra, Chapman è testimone fedele di quello che accadde, e sebbene sia stato relativamente fortunato, andando il più delle volte a ricoprire ruoli di amministrazione nel battaglione di cui faceva parte, il racconto della guerra , anche se filtrato spesso attraverso esperienze indirette restituisce in gran parte quella che fu l'esperienza di guerra. Il linguaggio particolare, le abitudini indotte da una guerra fatta in trincea, a nascondersi e sporcarsi , il senso di fatalismo dei Tommies britannici prendono vita, tanto che forse per fruire al meglio di questa opera è essenziale conoscere il modo di parlare del soldato britannico che si sviluppò lungo quei terribili 4 anni in Francia. Il libro , diviso in tre grandi parti è proprio una descrizione di quel disincanto che provarono quelle migliaia di volontari dei battaglioni Kitchener dal 1914 alla fine della guerra.
"The Amateurs", "The Professionals", "The Grognards" descrive esattamente quel mutamento di prospettive che accompagna la crescita o la perdita di innocenza dei soldati e degli ufficiali. La mancanza di senso di una guerra ormai difficilmente decifrabile o valida, il disincanto di chi era partito con principi e valori vittoriani e ora vedeva il vero volto di una guerra meccanica, brutale, nichilistica.
I brani del libro di Chapman sono stati utilizzati anche da altri storici per il loro valore immediato e fedele della psicologia dei combattenti. Uno di quei brani è il famoso racconto della brutalità conseguente all'azione , alla deumanizzazione anche dei soggetti più sensibili o con principi, ovvero l'atto, da parte di un decorato con la Medaglia del Terremoto di Messina (nel 1908 vi fu un terribile terremoto a Reggio e Messina, nel sud Italia in cui accorsero per aiutare le forze navali di molti paesi tra cui la Gran Bretagna) durante il primo giorno della Battaglia della Somme, con l'uccisione a sangue freddo di prigionieri tedeschi. Il brano viene utilizzato nel bellissimo libro del grande John Keegan "Il Volto della Battaglia", che descrive l'esperienza di combattimento atrraverso tre grandi battaglie della storia britannica, Azincourt, Waterloo e la Somme.
Che dire di più? "A Passionate Prodigality" è come uno di quei grandi quadri pieni di personaggi, come "La Ronda Notturna" di Rembrandt, che meritano più visioni per apprezzarne in pieno la bellezza, e ad ogni sguardo ti fanno scoprire nuovi dettagli. Il libro allo stesso modo merita più letture per apprezzarne a pieno ogni sfumatura di quella che è una scrittura ricca, piena di pathos e particolari. Un libro che è un classico e che merita di stare nella libreria di ogni appassionato della Grande Guerra.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: A Passionate Prodigality - Fragments of Autobiography
Autore: Guy Chapman
Pagine: 288
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/A-Passionate-Prodigality-Hardback/p/16219
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