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Thursday, January 23, 2020

Clara Barton's Civil War - Between Bullet and Hospital di Donald C. Pfanz

Tutti più o meno conosciamo Florence Nightingale, la donna che più di tutte si adoperò per lenire le sofferenze dei militari britannici in Crimea, in una campagna che rappresenta le cose da non fare in ambito logistico. Un po' meno, da questa parte dell'Atlantico, conoscono Clara Barton, che fece quello che fece la Nightingale però nella Guerra Civile Americana.
Il libro che vi presento oggi è scritto dallo storico americano Donald Pfanz, grande esperto di Guerra Civile Americana, ed è edito da Westholme, casa editrice con sede in Pennsylvania. In questo libro, Pfanz dall'alto della sue esperienza di archivi e raffronto di fonti storiche analizza le opere della Barton ponendole sotto una nuova luce.
La Barton fu presente sin dalle prime battaglie (Manassas) della Guerra nel prestare soccorso alle forze unioniste, e sebbene dapprima tradisse la sua inesperienza e disorganizzazione, la sua grande forza d'animo, il suo carattere e anche in un tempo in cui non se ne faceva certo mistero, le sue conoscenze in alti posti pubblici e militari, le permisero di essere sempre più efficiente nel portare aiuto ai feriti militari.
Pfanz confronta le fonti diaristiche ed epistolari della Barton con altre testimonianze andando a scovare curiose discrepanze, segno che spesso la Barton esagerava alcune sue esperienze ad uso e consumo di stampa ed amici.
Tuttavia questa donna, iperattiva in un tempo in cui le donne spesso passavano tutta la loro vita tra quattro mura domestiche, può essere solo ammirata, e i suoi difetti caratteriali, la sua scarsa predisposizione a lavorare, come direbbero oggi, "in team" sono solo a mio avviso piccoli peccati veniali.
La Barton tra l'altro aveva la capacità di organizzare spedizioni sui vari fronti di guerra in maniera molto veloce, grazie alla sua logistica sempre più raffinata e al suo carattere forte ma nello stesso tempo dai modi accattivanti. Questo le permise di essere sui campi di battaglia di Fredericksburg dove ci fu quella che oggi chiameremmo una crisi umanitaria riguardante l'enorme numero di feriti susseguente alla battaglia della fine del 1862, a cui lei cercò di ovviare (prendendosene i meriti, cosa che però viene smentita dagli eventi e dall'analisi di Pfanz) mentre in seguito per varie vicissitudini si spostò in Sud Carolina assistendo ai famosi attacchi a Fort Wagner (famosi anche per l'impiego del 54° Reggimento di colore) e ritornando al nord per assistere i feriti in altre battaglie sempre nella zona di Fredricksburg in Virginia, luoghi che videro i due eserciti confrontarsi spesso e anche nella famosa "Battaglia del Cratere" a Petersburg.
La fine della guerra, per motivi personali fu luttuosa per Clara Barton, dato che vide perire a breve distanza di tempo l'amato fratello e il nipote, figlio di una sorella.
Tuttavia come suo solito il dolore non la abbattè del tutto dato che si gettò in un lavoro triste ma essenziale alla fine di una guerra, ovvero l'identificazione dei caduti e le notizie riguardanti il destino di molti soldati, in primis quei prigionieri unionisti segregati nel famigerato campo di Andersonville.
La Barton, che lavorava in un ufficio brevetti, alla fine della guerra non riprese il suo lavoro, trovandosi per un certo tempo senza entrate economiche. Ma questa donna che non si perdeva d'animo riuscì a monetizzare le sue esperienze di guerra dando delle letture ben remunerate in giro per gli Stati Uniti. Essa non si fermò solo negli Stati Uniti, ma trascorse un periodo, a cavallo della Guerra Franco Prussiana, in Europa, e cercando, anche in quel caso di dare una mano, ma senza successo. In Europa da anni esisteva la Croce Rossa che lei esportò in America diventandone la prima presidente e poi battendosi per la ratifica della Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri e dei feriti da parte del Governo Statunitense.
Il libro presenta un'appendice interessante che contengono le parole stesse della Barton e tratte da dei discorsi che fece nel dopoguerra e che descrivono le esperienze delle prime battaglie e dei due periodi passati a Fredericksburg nel 1862 e 1864.
Pfanz ci regala un ottimo libro che analizza senza enfasi gli atti compiuti dalla Barton, e che ci fanno riflettere sul fatto che spesso diari, discorsi o scritti di una persona non convogliano tutta la verità e vanno presi "cum grano salis", ma tuttavia i gesti umanitari della Barton sebbene il suo carattere tradisse autopromozione e un po' di narcisisimo restano di enorme importanza per la storia della Guerra Civile Americana e per le organizzazioni umanitarie da quell'evento in poi.

Un grazie di cuore a Pen&Sword e Westholme per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Clara Barton's Civil War - Between Bullet and Hospital
Autore: Donald C. Pfanz
Pagine: 228
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Clara-Bartons-Civil-War-Hardback/p/15997















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