E' stato oggetto di memorie, saggi, film e opere teatrali, come nel complesso lo è stata tutta la Grande Guerra. Ma spesso l'attenzione dello scrittore e dello storico è stata calamitata su quel primo fatale giorno, con le perdite immani e la scarsa conquista di terreno che ne seguì. Tuttavia quella battaglia durò per altri 5 mesi, concludendosi senza molto clamore sullo stesso terreno sui cui era iniziata. Le memorie di cui vi voglio parlare oggi, scritte da Sidney Rogerson, giovane ufficiale del Secondo Battaglione West Yorkshire , parte dell'8a Divisione , sono un classico che uscì negli anni '30 del secolo scorso.
Sono state riproposte dalla casa editrice Greenhill Books e sono davvero una piccola perla nel mare magnum di testi scritti su quella battaglia, poichè descrivono, in maniera semplice e asciutta l'entrata in linea , il servizio di alcuni giorni e l'uscita dalla linea di un battaglione in un tratto di fronte della Somme verso la fine della battaglia.
Rogerson pubblica le sue memorie in un periodo susseguente a un'altra ondata di memorie, quella tragica di "All'Ovest niente di nuovo" di Remarque e di altri scrittori "pacifisti" degli anni '20. La guerra di Rogerson è terribile, come quella descritta da Remarque, Sassoon e altri, ma non si può fare a meno di notare una vena anche umoristica (e il libro contiene anche due piccoli disegni dell'autore, un bravo caricaturista) e che mettono sopratutto in evidenza la resilienza del soldato britannico, con il suo humour, forse anche con quell'ottimismo nelle situazioni più squallide e tragiche.
E' difficile non appassionarsi al racconto di Rogerson di quei pochi giorni, nessun grande combattimento , ma un descrizione perfetta di come era la vita del fante nella Grande Guerra. Ore di noia, fatiche nel fango, l'adrenalina istantanea di un bombardamento, la perdita insensata di compagni e amici.
Rogerson è un ottimo ufficiale e tiene alla vita dei suoi uomini, così come tengono alla vita di tutto il battaglione i comandanti superiori. Non c'è una critica se non velata ai famosi "asini che comandano leoni" . Gli ufficiali superiori non hanno presente la fatica degli spostamenti nel fango, ma allo stesso tempo vengono lodati altri servizi, come quello del quartiermastro (approvigionamenti) e anche l'artiglieria non riceve le tante critiche di altre memorie. Ovviamente la vita della PBI (Poor Bloody Infantry) non è certo bella, ma il nostro Rogerson descrive come la voglia di adattare anche le trincee ad una vita passabile, se non lussuosa, è caratteristica tipica del resiliente Tommy Atkins.
Alcuni brani restano impressi nella memoria come la sparizione di Pym , un giovane ufficiale su cui il battaglione e i suoi colleghi sapevano poco, oppure la figura del soldato Robinson, un vecchio veterano mezzo matto ma pieno di risorse. Le descrizioni dei luoghi sono quasi fotografiche e rendono bene l'idea di come la Somme, un tempo, prima del 1° luglio terreno poco combattuto, fosse ormai un deserto lunare di fanghiglia e resti dei morti e delle battaglie di 5 mesi.
Più che la descrizione di una grande battaglia con le sue perdite è proprio una memoria come questa a evidenziare il grande dispendio di vite umane che colpiva un battaglione (circa 800 uomini) in un brevissimo periodo di servizio. Il battaglione perde diversi ufficiali e uomini solo stando in linea, e solo per il bombardamento, saltuario, di una batteria tedesca. Esso contribuisce a delle corvè prestando degli uomini per costruire delle trincee e stabilire una linea, e questo non fa perdere altri uomini, ma è considerata una fortuna, dato che delle perdite venivano messe in conto anche in queste situazioni. Il conto , visto con la sensibilità della guerra di oggi sarebbe salatissimo, per l'epoca, per pochi giorni, perdere due ufficiali e una ventina di uomini era un periodo fortunato. Proprio questa piccola riflessione fa vedere bene l'enorme salasso che fu la Grande Guerra. Sono interessanti anche alcune riflessioni riportate da alcuni colleghi di Rogerson sul pacifismo e sulla necessità di non combattere davanti a chi invece faceva del militarismo e della sopraffazione dei paesi vicini la propria politica. Queste riflessioni fatte nel 1916, erano terribilmente attuali per il Regno Unito degli anni '30, in un periodo in cui ancora si pensava di poter parlare di pacifismo davanti all'avvento del Nazismo in Germania e alla sua politica di riarmo.
Non avevo letto queste memorie, sebbene siano molto citate in quasi tutti i libri che abbiano come argomento la battaglia della Somme. Greenhill Books offre ai lettori la possibilità di rileggerle e di apprezzare enormemente la scrittura di Sidney Rogerson e le sue storie su un semplice battaglione in un breve periodo durante quella immane tragedia che fu la Battaglia della Somme.
Un grazie di cuore a Greenhill Books per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: Twelve Days on the Somme - A Memoir of the Trenches, 1916
Autore: Sidney Rogerson - Introduzione di Malcolm Brown
Pagine: 172
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