Negli ultimi anni è stata spessa trattata da memorie, libri di saggistica e film l'esperienza dei soldati alleati e sopratutto britannici che combatterono contro i giapponesi. Libri come "The Railway Man" o "The Forgotten Highlander" raccontano bene questa esperienza (dal primo è stato tratto anche un bel film con Colin Firth) ed è solo un bene che venga ricordato questo piccolo olocausto patito dai prigionieri di guerra alleati lungo la ferrovia della morte che collegava la Tailandia alla Birmania (di cui si parlava anche nel bellissimo classico "Il Ponte sul fiume Kwai" di David Lean). Nonostante tanti libri quel tema è ancora trattato spesso secondariamente, eppure quel teatro di guerra ha prodotto libri di assoluto valore sia dal punto di vista della memorialistica ("Quartered safe out here" di George MacDonald Fraser è forse il libro di memorie di guerra più bello mai scritto, con il famoso autore di Flashman che militava nella 14a Armata, l' "Armata Dimenticata") sia da quello della saggistica militare ("Defeat Into Victory" scritto dal Feldmaresciallo Slim , comandante di quella 14a Armata) . Proprio per questo mi sono gettato a capofitto nella lettura di questo bellissimo libro di memorie, scritto da John Wyatt con l'ausilio di Cecil Lowry. John Wyatt era un coscritto del reggimento East Surrey che si trovò a cercare di fermare l'avanzata giapponese lungo la penisola birmana verso la fine del 1941 e inizio 1942. Impresa come sappiamo vana. E poi quel reggimento contribuì alla inefficace difesa della fortezza di Singapore con la peggiore sconfitta dell'Esercito Britannico in oriente. Il racconto di Wyatt, fervente cattolico, degli orrori della ferrovia della morte e poi del trasporto in Giappone su due navi che erano degli incubi galleggianti è un racconto di grandissima tempra morale oltre che fisica. E' difficile non immedesimarsi nelle sue sofferenze ed è ancora oggi difficile comprendere la brutalità dei giapponesi, che si sfogarono oltre che nei campi di prigionia proprio alla conquista di Singapore, nel massacro dell'Alexandra Hospital, in cui Wyatt si trovava ferito, scampandone miracolosamente. La sua storia, fatta di resilienza e sopportazione è anche una storia fortunata poichè gli East Surreys soffrirono nei combattimenti e nella prigionia perdite enormi, con pochissimi sopravvissuti, tra cui Wyatt. Non possiamo non sentirci vicini alla sua gioia al termine della guerra, quando vide nel porto di Yokosuka le navi americane che portavano i prigionieri in un lungo viaggio verso oriente e verso casa. Ho letto questo libro in due giorni, sentendomi vicino allo scrittore, deceduto nel 2009, pochi mesi dopo la pubblicazione del libro, mi sono sentito vicino a lui e alle sue esperienze e sono grato che Cecil Lowry, anch'egli figlio di un regolare del reggimento East Surrey che combattè in quei luoghi e fu prigioniero e schiavo su quella ferrovia, abbia portato alla luce questa storia colma di speranza e di amore per la vita.
Un grazie di cuore a Pen&Sword Books per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: No Mercy from the Japanese - A survivor's account of the Burma Railway and the Hellships 1942-1945
Autore: John Wyatt con Cecil Lowry
Pagine: 160
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/No-Mercy-from-the-Japanese-Paperback/p/15791
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