Praga è una città magica che visitai nel 1998, a 30 anni esatti da quello che fu un evento seminale per la sua storia e per la storia della Guerra Fredda: la Primavera di Praga. In questo libro, edito da Pen&Sword Books per la serie Cold War 1945-1991 e scritto da Phil Carradice, ripercorriamo gli eventi che portarono a quella stagione di speranza e sofferenze per gli abitanti della Cecoslovacchia.
Persone che avevano subito pesantemente la dominazione nazista e poi in seguito erano finite nell'orbita del comunismo più retrogrado, i cecoslovacchi grazie all'opera di un nuovo segretario generale del Partito Comunista Cecoslovacco, Alexander Dubcek, agli inizi del 1968 si aprivano a tutta una serie di conquiste che a noi sembrano oggi poca cosa ma che all'epoca rappresentavano una boccata di ossigeno. Una serie di riforme che liberavano la stampa e i costumi facendo affluire turisti ed aprendo le frontiere anche verso occidente, avevano portato quel vento di novità, di controcultura che mirava a "umanizzare" il comunismo di oltre cortina. Dubcek, era un comunista fervente, ma credeva anche che si potessero attuare delle riforme per cercare maggior democrazia e meno controllo paranoico da parte del partito e delle forze dello stato. Per un certo periodo tutto questo funzionò, ma in seguito, iniziarono le rimostranze di quello che era il convitato di pietra di ogni paese del blocco socialista: l'URSS. Tutta una serie di rassicurazioni e incontri non sortirono l'effetto di rassicurare il Politburo capeggiato da Brezhnev, e il 20 agosto del 1968 i carri armati di URSS e altri paesi del Patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia arrivando a tenere in ostaggio il governo che fu trasferito, Dubcek in testa,dapprima in Ucraina e poi direttamente a Mosca. Pian piano, la sensazione fu quella che Dubcek si era fidato delle rassicurazioni dell'URSS non presagendo affatto che si sarebbe arrivati a un'invasione, ma poi lo stesso segretario del partito comunista cecoslovacco si ritrovò come un vaso di coccio schiacciato tra le forze del blocco comunista, che volevano far tornare il paese quello che era prima delle riforme, per evitare di incoraggiare ulteriori novità nei paesi socialisti, e l'opinione pubblica che assaggiata la libertà ora ne voleva sempre di più. Il racconto della Primavera di Praga è appunto principalmente il racconto di una figura tragica come quella di Dubcek, che non vuole rinunciare alle sue riforme ma che allo stesso tempo, per evitare minacce peggiori all'incolumità dei cittadini del suo paese, si vede tacciato come traditore di ciò che egli stesso aveva fatto iniziare. Sullo sfondo si muove il milieu culturale e vitale di quell'epoca con lo scrittore Vaclav Havel (che poi diventerà presidente dopo la caduta del blocco sovietico) e la tragedia dello studente Jan Pallach che si diede fuoco per protesta contro l'occupazione sovietica. Sembra così lontano quel periodo, abituati come siamo a vedere in Praga una delle città più libere e piene di vita dei nostri giorni, e sapere che invece era un tempo, in quel tempo prima del 1968, il paese più retrogrado del blocco socialista. E che dopo quella splendida stagione ha vissuto ancora per 20 anni sotto il giogo della polizia segreta e della censura. Il libro ci racconta tutto questo, per questa ottima serie della P&S chiamata "Cold War 1945-1991" che racconta eventi importanti della Guerra Fredda. Questo evento, la Primavera di Praga, e quello che ne seguì si può riassumere semplicemente con una divertente e disincantata battuta riportata nel libro: "Che differenza c'è tra Dubcek e Gorbachev? ...20 anni". Un ottimo libro che va letto per comprendere un evento che ha portato, anche se poi il cammino fu lungo, a quella che è poi stata la caduta e il fallimento dell'ideologia comunista.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: Prague Spring 1968 - Warsaw Pact Invasion
Autore: Phil Carradice
Pagine: 128
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Prague-Spring-Paperback/p/16423
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