La versione italiana del libro presenta una interessante introduzione del famoso storico navale Giorgio Giorgerini. Il prologo invece descrive bene come si arrivò allo scontro nel mare vicino le isole delle Filippine, punto nevralgico della strategia voluta e imposta dal Generale MacArthur e dalla sua promessa fatta due anni prima al popolo filippino "Ritornerò".
Questa strategia che allungava la guerra ma che privava il Giappone del materiale primario e dei rifornimenti per la prosecuzione della guerra proveniente dal Pacifico sud occidentale, fu contrastata dalle forze imperiali giapponesi con l'impiego delle ultime riserve di superficie , al punto da caratterizzare questa battaglia come la più grande battaglia combattuta in ambito navale (per tonnellaggio complessivo) e aereonavale. Ma la caratteristica peculiare è che in essa vi furono alcune azioni di notevole interesse , non ultima l'impiego per la prima volta dei Kamikaze.
Ad apparire immediatamente al lettore è la grandezza complessiva delle forze navali statunitensi , che venivano ormai caratterizzate dalla centralità della portaerei come fulcro di ogni flotta. Nel libro ogni azione merita un capitolo, che potrebbe forse sembrare in realtà breve ma che è abbastanza esaustivo. Il libro infatti è un'ottima introduzione alla battaglia sebbene quest'anno abbia compiuto ben 50 anni dalla sua uscita. Nelle prossime settimane resterò su questa battaglia recensendo due libri che la riguardano ovvero "The Last Stand of the Tin Can Sailors" (Graphic novel tratta dal libro di Hornfischer) riguardante l'eroica difesa delle portaerei al largo di Samar da parte dell'unità USA Taffy 3 e un bel libro riguardante i Kamikaze (Adrian Stewart) che ovviamente ne descrive il battesimo del fuoco ma anche l'impiego successivo.
Tornando al libro , ognuna delle varie fasi della battaglia, è descritta con ottime mappe che narrano la tattica adottata dalle forze giapponesi per attirare nel tranello l'Ammiraglio "Bull" Halsey, portandolo lontano dalla testa di sbarco nel Golfo di Leyte. Lì le truppe appena sbarcate nelle Filippine sarebbero state vulnerabili all'attacco del grosso delle forze giapponesi provenienti da occidente. Fu proprio il sacrificio di Taffy 3 o meglio delle sue unità di scorta "Tin Can Sailors", marinai su barattoli di latta che diede una svolta e spinse l'Ammiraglio Kurita con la potente nave da battaglia Yamato a invertire la rotta e tornare verso occidente salvando solo parte della forza di attacco. Questo evento lo descriverò meglio nella futura recensione di "The Last Stand of theTin Can Soldiers" che recensirò a breve.
Che dire di più? La Battaglia del Golfo di Leyte mise in luce tutte le caratteristiche tipiche dei comandanti statunitensi e giapponesi, su tutte l'impulsività di Halsey , il coraggio di Sprague (comandante di Taffy 3), il realismo di Kurita. Tuttavia se lo stesso Kurita avesse avuto maggior coraggio forse il piano Sho-Go 1 avrebbe avuto successo, ritardando la fine della guerra o almeno infliggendo pesanti perdite e un serio problema per McArthur e per Halsey. Il libro di McIntyre è estremamente piacevole e anche se fuori stampa è facilmente reperibile sul mercato dell'usato.
Titolo: La Battaglia del Golfo di Leyte
Autore: Donald MacIntyre
Pagine: 160