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Monday, December 27, 2021

Night of the Bayonets - The Texel Uprising and Hitler's Revenge , April-May 1945 di Eric Lee

 Recentemente sulla piattaforma televisiva a pagamento Netflix è stato rilasciato un film dal titolo "Forgotten Battle" o in italiano "La Battaglia Dimenticata". I fatti raccontati nella trama toccano marginalmente una delle battaglie più cruente della seconda parte della Seconda Guerra Mondiale, Arnhem. Ma questa è una scusa narrativa per parlare dei combattimenti seguenti nell'estuario dello Schelda. Siamo ovviamente in Olanda, e l'Operazione Market Garden, il lancio di paracadutisti su Arnhem (e su altre località)  per abbreviare la guerra e il suo fallimento costarono molto caro alla popolazione olandese del nord del paese. Quei lunghi mesi sino alla fine della guerra furono mesi di fame, ma tra tutti i territori del nord dell'Olanda uno almeno viveva in pace e armonia, avendo anche abbastanza cibo da sfamare la sua popolazione. Questo territorio era l'isola più a nord del paese, Texel. 

Come avrete capito dopo questo preambolo la storia del libro che vi vado a presentare oggi, libro scritto dallo storico Eric Lee ed edito da Greenhill Books, si svolge proprio in quella pacifica isola del mare del nord, ed è la storia anche di alcuni soldati molto lontano dalla loro patria. Infatti stiamo parlando delle truppe georgiane arruolate nella Wehrmacht e mandate dapprima a combattere in azioni anti partigiani sul suolo dell'Unione Sovietica occupata, e in seguito spostati a occidente. Nei resoconti dello sbarco in Normandia non è difficile imbattersi in racconti di prigionieri di varia nazionalità arruolati, volontariamente o costretti, nelle truppe tedesche. Uno dei film più famosi "Salvate il Soldato Ryan" mostra proprio due soldati di nazionalità cecoslovacca che cercano di arrendersi alle truppe americane. I battaglioni georgiani furono appunto impiegati in quel compito, ma uno di questi passò dal fronte orientale alla tranquilla isola di Texel, dove visse pacificamente quasi fino alla fine della guerra, quando scelse di rivoltarsi contro le truppe tedesche e i propri ufficiali (anche loro tedeschi) e di ucciderli nel sonno dando vita a quella che sicuramente può essere definita l'ultima battaglia della guerra sul fronte occidentale.

Il libro di Eric Lee descrive bene il rapporto di amore e odio del popolo georgiano con i tedeschi, visti con favore durante la prima guerra mondiale in chiave anti russa e anti zarista, e poi re-incontrati in battaglia durante l'invasione nazista dell'Unione Sovietica. La rivolta georgiana di Texel ebbe inizio il 4 aprile, con l'assassinio di ufficiali e soldati tedeschi. L'operazione , dapprima ben pianificata, incontrò due ostacoli nelle batterie poste a difesa dell'isola, cui i soldati ribelli non poterono accedere. Questo e la fuga del comandante del Battaglione Georgiano 822 fece sì che la rivolta si trovò presto contro insormontabili difficoltà. Infatti i tedeschi fecero affluire subito rinforzi per soffocare la rivolta. 

Eric Lee dopo aver passato in rassegna i luoghi dei combattimenti e la popolazione dell'isola descrive bene i combattimenti che ebbero luogo, sebbene se devo trovare un difetto nel libro, questo è la mancanza di mappe che descrivano bene l'ubicazione delle forze in campo. I georgiani ribelli coadiuvati all'inizio da parte della popolazione olandese (i partigiani comunisti) si trovarono dapprima ad affrontare i tedeschi in maniera convenzionale, per poi passare a una fase di guerriglia, agguati e in seguito furono braccati. Questo metodo però allungò la rivolta fino a ben dopo la fine dei combattimenti definita dall'armistizio a occidente. Il termine fu infatti il 20 maggio 1945, 

La storia della Rivolta Georgiana di Texel è una storia che non conoscevo. Eric Lee analizza bene le motivazioni delle truppe georgiane, partendo dalla storia della loro patria prima di essere inglobata nell'Unione Sovietica. Allo stesso tempo va detto che quella delle truppe georgiane fu una rivolta differente dalle molte attuate (su tutte quella di Praga di Vlasov, il generale russo che aderì all Wehrmacht e formò un sercito "di liberazione") con esiti sorprendenti. Quello che scaturisce dal libro è un racconto davvero originale in cui più parti  (i tedeschi, i georgiani, i partigiani olandesi, la popolazione locale) si trovano a passare da uno stato di calma, pace e attesa tranquilla della fine della guerra ad uno di caos, morte e tragedia. Eric Lee riesce a raccontare questa storia con equilibrio magistrale e il libro è veramente consigliato a chi voglia approfondire una storia poco conosciuta, la storia degli ultimi combattimenti sul fronte occidentale. 

Un grazie di cuore a Greenhill Books per avermi fornito il libro per la recensione.

Titolo: Night of the Bayonets - The Texel Upsrising and Hitler's Revenge , April-May 1945 

Autore:Eric Lee

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Night-of-the-Bayonets-Hardback/p/17693

Pagine: 224




Thursday, December 23, 2021

The Battle of Goose Green - A Battle is fought to be won di Mark Adkin

 Il libro di oggi ci porta indietro di quasi 40 anni. Infatti la guerra delle Isole Falklands Malvinas (Falklands per i Britannici, Malvinas è il nome datogli dagli Argentini) si appresta a entrare nel 2022 nel suo 40° anniversario. Quando scoppiò nel 1982, pochi nel mondo conoscevano queste isole del sud Atlantico vicine all'Argentina ma da tempo territorio britannico. Se andiamo a guardare alcune curiose testimonianze di reduci britannici (consiglio il documentario " Fix Bayonets, The Battle for Goose Green" ) addirittura scopriamo che qualcuno riteneva le Falklands delle isole a nord della Scozia! Ed è proprio di questa guerra che parliamo oggi presentando il libro che vi propongo: "The Battle of Goose Green - A Battle is fought to be won" di Mark Adkin. Non ho ancora recensito un libro di questo prolifico e competente storico, ma vi posso assicurare che il suo "The Charge" sulla Carica dei 600 a Balaklava , è forse uno dei testi migliori su quell'episodio della Guerra di Crimea, quindi quando ho iniziato a leggere il libro su Goose Green (una battaglia estremamente differente da quella famosa carica di cavalleria) avevo altissime aspettative. Tutte soddisfatte. 

Il libro infatti narra della prima azione di combattimento delle truppe britanniche sbarcate a San Carlos nella parte orientale dell'isola di East Falkland. In quest'isola infatti era l'obiettivo principale della task force che aveva attraversato (in circa un mese facendo scalo ad Ascensione) l'Atlantico per liberarle dalle truppe argentine, quest'obiettivo era la cittadina di Stanley, posta a oriente. Ma prima le truppe dovevano neutralizzare una forza argentina posta a sud della testa di sbarco, negli insediamenti di Darwin e Goose Green, che erano posti su un istmo che collegava East Falkland con il territorio a sud dell'isola chiamato "Lafonia". Ad entrare in azione contro circa 3 compagnie (di varia provenienza e qualità) argentine poste a difesa dell'istmo, fu forse una delle unità più prestigiose della Task Force britannica, il 2° Battaglione Paracadutisti del colonnello Herbert "H" Jones. Chiunque conosca la storia della guerra delle Falklands sa che uno degli attacchi decisivi fu proprio quello portato alle navi, con la distruzione dell'Atlantic Conveyor da parte di aerei argentini. Questa portava numerosi elicotteri,e la loro distruzione così compromise le capacità logistiche e di spostamento della Task Force , che si vide costretta a marciare fino a Stanley. Questo in parte influenzò anche lo scontro di Goose Green che vide impegnate tutte le unità del battaglione di Jones. 

Questa azione dapprima era stata configurata dal comando britannico come un raid, influenzando la scelta dell'equipaggiamento. Poi gli scontri si rivelarono ben più duri del previsto e la personalità di Jones che perse la vita nella battaglia , ottenendo una Victoria Cross, fece sì che questo scontro fu molto cruento , influenzato anche da un terreno privo di coperture.

La narrazione di Adkin è chiara e precisa e un numero di mappe davvero soddisfacente, che narra anche lo svolgimento dei combattimenti a livello di plotone aiuta il lettore nel sapere chi è dove e quando. Se c'è un momento di confusione è ovviamente non dovuto al narratore ma alle testimonianze, e questo avviene nella fase della battaglia per la scuola di Darwin, laddove le truppe attaccarono in maniera incoerente verso una scuola difesa e occupata dagli argentini. La scelta delle testimonianze, prese personalmente dall'autore e non molto tempo dopo i fatti (il libro fu stampato nel 1992 e questa edizione è del 2019) è vasta e quel che manca, di parte argentina può essere supplito dall'ottimo "Argentine Fight for the Falklands" di Martin Middlebrook. Anzi se possibile io raccomando di leggere i due libri in congiunzione per apprezzare alcuni punti controversi come l'incidente del "Flagpole" dove per una incomprensione nelle trattative di resa di un distaccamento argentino persero la vita molti soldati. Una serie di foto sia dei protagonisti che dei luoghi, sebbene in bianco e nero, aiutano a comprendere sia il terreno che le personalità. La battaglia di Goose Green fu una battaglia che impegnò i britannici non solo contro un nemico ben trincerato (ma con alcune falle nel dispositivo di difesa) ma anche contro un terreno e un clima che erano agli estremi. La narrazione di Adkin ci fa apprezzare lo sforzo delle 4 compagnie fucilieri, e lo scarso supporto avuto invece dalla logistica e dalle unità di supporto. Sembra quasi infatti di sentire parlare di uno scontro di 100 anni fa, durante la Grande Guerra. Adkin quindi produce , ancora oggi dopo 30 anni dalla sua prima uscita, il miglior libro su Goose Green e su quello scontro che diede inizio alla battaglia sul terreno delle isole Falklands- Malvinas. Un libro che non può mancare sugli scaffali di ogni appassionato e curioso di quella strana e terribile guerra durata due mesi e poco più e che quest'anno entrerà nel suo 40° anniversario. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione. 


Titolo: The Battle of Goose Green - A Battle is fought to be won 

Autore: Mark Adkin

Pagine: 318

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Battle-of-Goose-Green-Paperback/p/16829















Tuesday, December 14, 2021

The First Helicopter Boys - The Early Days of Helicopter Operations - The Malayan Emergency, 1947–1960 di David Taylor

 Spesso tra i conflitti armati del 20° Secolo non vengono menzionate due guerre o meglio, forse sarebbe più semplice definirle "Campagne". Forse anche per questo hanno nomi che appunto si discostano dal solito e sono una un' "Emergenza" e l'altra un "Confronto". Chi è un po' più esperto sulla storia britannica potrà quindi riconoscere che stiamo parlando dell' "Emergenza Malese" e del "Confronto del Borneo". Nel libro che vi presento oggi soprattutto il primo ha una profonda importanza per l'impiego dei primi elicotteri. David Taylor è un veterano della RAF che volò come membro dell'equipaggio su quei primi, quasi pionieristici elicotteri, e il libro è il suo racconto , con moltissime testimonianze raccolte da lui e dalla associazione dei veterani, delle prime imprese su quegli strani mezzi volanti. Il libro è edito da Pen&Sword  "Air World". Questa "Emergenza Malese" si inquadra nei primi scontri della Guerra Fredda , quando forze di ispirazione comunista iniziarono ad attaccare i centri abitati della Malesia Britannica sul punto di ottenere l'indipendenza. Nel 1948 inizia così un conflitto fatto di imboscate e azioni di guerriglia che impegna le forze Britanniche e del Commonwealth in un terreno aspro che richiedeva grandi sforzi logistici (e fisici) per ogni spostamento. Le strade erano poche e mal ridotte, i terroristi cercavano santuario nella giungla, e così fu l'elicottero, sebbene spesso con molti problemi tecnici, a determinare il vantaggio nel delimitare le azioni di guerriglia e nello sconfiggere in seguito questa "ribellione". Furono impiegate 4 squadriglie, tre della RAF e una della NAS (Naval Air Service) composte da vari modelli di elicotteri, tutti più o meno con vari problemi. Il Dragonfly, il Sycamore, il Whirlwind furono infatti i velivoli impiegati in una quantità di missioni incredibile, e aiutarono enormemente le truppe sul terreno in compiti di trasporto e di evacuazione di feriti, inoltre portarono grande aiuto alla popolazione indigena isolata che richiedeva aiuto. Tutto questo sforzo logistico traspare dalle varie testimonianze presenti nel libro, che non mancano tuttavia di momenti leggeri e divertenti. I primi anni del trasporto e dell'impiego degli elicotteri furono anche anni di incidenti, alcuni anche gravi, che portarono alla distruzione di molti modelli (cui è dedicata un'appendice alla fine del libro). 

Estremamente importanti per le operazioni degli elicotteri (e degli STOL - Short TakOff Landing, aerei ad ala fissa che potevano atterrare in poco spazio) fu la costruzione di forti lungo l'arco nordorientale (e non solo) del paese. Ad alcuni di questi forti è dedicato un capitolo, a dimostrazione che lo sforzo per avere la meglio sui terroristi fu uno sforzo di tante componenti dell'esercito di Sua Maestà, tra cui appunto i genieri e le forze locali. Taylor dal canto suo ci descrive un'insolita (insolita per un membro di un equipaggio di elicotteri) esperienza di pattugliamento della giungla, facendoci comprendere come il terreno difficile richiedesse sforzi sovrumani alle truppe di terra e sottolinea l'importanza degli elicotteri che furono appunto una mano dal cielo. Una piccola parte del libro è poi dedicata al "Confronto del Borneo" che seguì subito dopo la fine dell ' "Emergenza" e che fece sì che si perfezionassero alcune tattiche (tattiche elicotteristiche che poi si affermarono anche nella contemporanea Guerra del Vietnam, la guerra di cui l'elicottero è un po' il simbolo). 

Il libro risulta piacevole sia per la luce che getta sulle prime operazioni elicotteristiche, sia per l'impiego dei primi, difettosi, pionieristici ma utilissimi elicotteri, sia per le storie di due guerre , soprattutto quella dell'" Emergenza Malese" dimenticate e lontane. Due campagne che furono di successo per l'Esercito Britannico e che aiutarono enormemente quelle popolazioni. Il libro è così una piccola gemma piena di aneddoti divertenti, storie di guerra e cameratismo "aereo" che non potrà non divertire ed intrattenere qualsiasi lettore. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword.


Titolo:  The First Helicopter Boys - The Early Days of Helicopter Operations - The Malayan Emergency, 1947–1960 

Autore: David Taylor

Pagine: 315

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-First-Helicopter-Boys-The-Early-Days-of-Helicopter-Operations-The-Malayan-Emergency-19471960-Hardback/p/16373



















Thursday, December 2, 2021

A Navy Admiral's Bronze Rules - Managing Risk and Leadership di Rear Adm. David Oliver, USN (Ret.)

 Il libro di oggi esula dal contenuto solitamente ospitato su questo blog. Certamente non del tutto , visto che a scriverlo è una personalità brillante che ha speso una carriera eccezionale nella US Navy arrivando a prestigiosi comandi, ma in un certo qual modo siamo di fronte a una tipologia di libro che se la memoria non mi inganna è la prima volta ad essere trattata qui. Il libro del Contrammiraglio David Oliver, è , come dice il titolo un libro di regole, o meglio consigli per la gestione del rischio e della leadership. 

Il contrammiraglio David Oliver può dare questi consigli dall'alto della sua carriera di assoluto valore nella US Navy, ma Oliver è anche un'ottima penna che rende i suoi consigli sotto forma di racconti della sua decennale esperienza militare e amministrativa, nonchè i suoi trascorsi e il suo presente di businessman, estremamente piacevoli. 

Oliver quindi ci fornisce 35 regole o racconti con il quale impostare il nostro approccio "umano" alla leadership e alla gestione dei rischi. Egli può ben parlare di rischi poichè il suo comando di sottomarini lo pose spesso in situazioni "al limite". Se ora state pensando a "Caccia a Ottobre Rosso" libro e film di successo, non è un caso. Oliver ha nel suo smisurato curriculum anche la collaborazione con i vertici della casa di produzione del bel film con Sean Connery. 

Ed infatti molte delle sue situazioni narrate nel libro riecheggiano di quella decisione e di quella minaccia che traspare anche nel libro e nel film di cui abbiamo parlato su. Egli si trova con una potente arma, il sottomarino nucleare, a presidiare la prima linea di difesa della Guerra Fredda. Ad un comandante come lui sono richiesti nervi saldi ma anche le famose "split second decisions". Ma è soprattutto per la gestione delle risorse umane che questo libro di "regole" balza all'occhio. Oliver sulla scorta e sull'insegnamento di uno dei suoi superiori, il famoso Ammiraglio Elmo "Bud" Zumwalt, è molto attento alle dinamiche umane e sociali di un corpo che negli ultimi ha conosciuto diverse trasformazioni. E con ogni trasformazione una resistenza di pari forza ma che ha portato la US Navy nel 21° secolo, più forte che mai. 

E' proprio questo che risalta e sorprende da un ammiraglio di un corpo che ha fatto della tradizione e della disciplina il suo punto di forza. L'umanità di Oliver risalta in ogni sua regola .  Il libro quindi ci porta ad apprezzare e valorizzare questa umanità, questa considerazione profonda dell'elemento umano e del rapporto sociale che si forma in un ambiente di lavoro sia militare che non. Questo è uno degli insegnamenti del libro di Oliver, pubblicato dalla Naval Institute Press. Ovviamente c'è molto di  più e credo che questo libro non sarà riposto presto sullo scaffale perchè come guida sarà consultato spesso. 

Queste 35 regole sono piacevoli da leggere e Oliver emerge come un ottimo narratore. 

Un grazie di cuore a Naval Institute Press per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: A Navy Admiral's Bronze Rules - Managing Risk and Leadership 

Autore: Rear Adm. David Oliver, USN (Ret.)

Pagine: 252

Link: https://www.usni.org/press/books/navy-admirals-bronze-rules



Thursday, November 25, 2021

Gurkha Odyssey - Campaigning for the Crown di Sir Peter Duffell

 Il libro di oggi ci porta a conoscere una delle unità più famose degli ultimi 200 anni, i Gurkhas dell'esercito britannico. A guidarci in questo viaggio, definito giustamente "Odissea", è uno che questi fantastici e coraggiosissimi soldati li conosce da vicino essendo stato giovane ufficiale e poi comandate del 1° Battaglione , 2° Reggimento Gurkha. L'autore, Sir Peter Duffell infatti parte dal racconto personale della sua carriera all'inizio degli anni '60 per poi presentarci la splendida storia militare di questo popolo di "razze combattenti" del Nepal, reclutate dalle forze di sua maestà proprio avendone apprezzato, all'inizio del 19° secolo, le loro virtù in una guerra, quella Anglo Nepalese, in cui se li erano trovati di fronte. 

Duffell ha il suoi battesimo del fuoco proprio contro gli indonesiani, e poi riveste altri ruoli nel suo avanzamento di carriera , fino a giungere al comando del suo battaglione stazionato ad Hong Kong. Il suo periodo nella vitale e vivace città asiatica coincide con gli ultimi decenni di sovranità britannica sull'isola e sui "Nuovi Territori" . Anche in questa fase la penna di Duffell ci offre uno spaccato della vita del reggimento e del luogo in cui si trova, con la descrizione del confronto con i cinesi al di là del confine e le problematiche (estremamente differenti da un combattimento nella giungla) che si trovarono ad affrontare i suoi Gurkhas. 

A prima vista questo libro, edito da Pen&Sword può apparire come l'usuale (e godibile almeno a mio avviso) racconto di vita reggimentale. In parte lo è, poichè l'autore, giovane subalterno che arriva nel nuovo reggimento, colmo di storia e di eroismi, impara a raccoglierne il testimone, a rispettarne le tradizioni , a fare partè di una "tribù". Ma allo stesso tempo, l'arrivo in un reggimento di Gurkha è anche l'incontro affascinante con un'altra cultura, l'apprendimento di un'altra lingua e di altri costumi, quelli dei suoi soldati. Il gurkha negli ultimi 200 anni è entrato nella storia come paradigma di soldato brevilineo ma coraggioso fino al fanatismo, animato da una resistenza quasi sovrannaturale. Lo ha dimostrato soprattutto (e lì si distinse proprio il corpo di Duffell, il 2° Reggimento, denominato all'epoca "Sirmoor Rifles") a Dehli, durante l'ammutinamento indiano, quell'evento spartiacque che cambiò la traiettoria del dominio del Raj nel 1857. L'orgoglio di aver assediato e poi conquistato la fortezza dei ribelli, garantendosi il rispetto imperituro dei reggimenti britannici, fu alla base del mito dei Gurkha. Con il coraggio, la semplicità di una vita quasi da "moderni spartani" iniziata sulle pendici dell'Himalaya, i Gurkha confermarono le loro doti in altri conflitti, sia minori , sia nelle cosiddette (e così definite nel libro) "Iron Wars" ovvero le due guerre mondiali del XX° secolo. Tuttavia sebbene l'indipendenza dell'India abbia rappresentato un altro spartiacque nella storia dei Gurkhas , con l'assegnazione, arbitraria e particolare di metà dei reggimenti al neonato stato indiano, i piccoli soldati nepalesi sono stati trattenuti, proprio in virtù della loro storia di coraggio e di virtù militari, andando ad essere impiegati in due conflitti poco conosciuti ma molto importanti come l'Emergenza Malese e il Confronto Indonesiano. Questi due conflitti "postcoloniali" furono strumentali nel fermare l'avanzata del pericolo comunista nel sudest asiatico, con lezioni da cui qualche stratega a Washington avrebbe dovuto tenere conto.  

Duffell ha il suoi battesimo del fuoco proprio contro gli indonesiani, e poi riveste altri ruoli nel suo avanzamento di carriera , fino a giungere al comando del suo battaglione stazionato ad Hong Kong. Il suo periodo nella vitale e vivace città asiatica coincide con gli ultimi decenni di sovranità britannica sull'isola e sui "Nuovi Territori" . Anche in questa fase la penna di Duffell ci offre uno spaccato della vita del reggimento e del luogo in cui si trova, con la descrizione del confronto con i cinesi al di là del confine e le problematiche (estremamente differenti da un combattimento nella giungla) che si trovarono ad affrontare i suoi Gurkhas. 


Il libro, estremamente piacevole, descrive benissimo l'esperienza dei Gurkhas durante 200 anni di servizio a Sua Maestà Britannica. Duffell ci parla di un' "Odissea" che porta i giovani soldati dal reclutamento fino alle esperienze di combattimento e al loro pensionamento, sempre stimati e onorati. Duffell però sa bene che non sempre è stato così e descrive le "battaglie" per salvare la presenza dei Gurkhas nell'esercito, sempre alle prese con riduzioni e amalgamazioni. In questi casi purtroppo il nemico, invisibile, è il taglio del burocrate e del tesoriere, che non fanno sconti alla tradizione e alla virtù militare. Duffell esprime anche interessanti riflessioni sul futuro di un soldato che ha attraversato il mondo dimostrando il suo coraggio e valore al punto che la frase "Se qualcuno dice che non ha paura della morte o è un bugiardo , o è un Gurkha"  non va molto lontano dalla realtà. Un bellissimo libro che , arricchito dai fantastici disegni di Ken Howard,  non potrà mancare sugli scaffali degli appassionati di storia militare e di tradizioni reggimentali, un'occasione per conoscere dei moderni guerrieri al di là del mito che si è costruito (anche a ragione) attorno a loro. 


Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: Gurkha Odyssey - Campaigning for the Crown 

Autore: Sir Peter Duffell

Pagine: 290

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Gurkha-Odyssey-Hardback/p/16715
















Wednesday, November 17, 2021

Logistics in the Vietnam Wars, 1945–1975 di Brig. N. S. Nash CBE

 Nella storia della guerra, l'impatto della logistica è cresciuto esponenzialmente man mano che le guerre diventavano più lunghe e gli eserciti più complessi. Ogni bisogno doveva essere supplito da una "coda"  logistica che lo soddisfasse e che portasse l'esercito alla piena efficienza nell'affrontare il nemico. Nel libro di oggi lo storico ed ex militare, il Generale di Brigata N. S. "Tank" Nash , dall'alto della sua esperienza pluridecennale nell'Esercito di Sua Maestà Britannica , ci illustra l'impatto della logistica sulle tre guerre del Vietnam. A prima vista. al lettore poco informato , la Guerra del Vietnam (quella più nota, tra l'esercito Statunitense, i suoi alleati, e la Repubblica Democratica del Vietnam)  potrà apparire come una delle guerre "asimettriche" per eccellenza. In realtà la logistica nelle guerreE del Vietnam è stata estremamente importante se non decisiva. Siamo di fronte infatti sin da subito a quello che fu uno sforzo immane per trainare l'artiglieria e rifornirla , da parte dei Vietminh (che poi diventeranno l'esercito della RDV)nell'assediare il campo trincerato di Dien Bien Phu, con i francesi che cercarono di replicare la tattica dell'assedio di Na San. Siamo nel 1954, e la guerra del Vietnam, la prima, tra Francesi e Vietnamiti, dura già da 8 anni. Se si vanno a leggere i resoconti di quell'impresa epica, ovvero lo schieramento dei cannoni che poi ridussero la guarnigione di Dien Bien Phu alla resa, si capisce che sin dagli esordi, l'appellativo di "guerra asimmetrica" affibbiato ai conflitti in Vietnam ha poca sostanza. Ci fu una fase di guerriglia, ma che allo stesso tempo necessitava di un grande contributo logistico , palesato nella costruzione del "Sentiero di Ho Chi Minh" , dal nome dell'architetto e ideologo dell'indipendenza vietnamita. Il subentrare degli Stati Uniti come potere post coloniale di riferimento per la fragile nazione sud vietnamita formatasi dopo il ritiro dei francesi, portò nel paese una messe di consiglieri prima e di truppe poi che richiesero uno sforzo logistico ai tempi senza precedenti. Nash descrive bene la creazione di campi quali quello di Cu Chi, sede della 25a Divisione "Tropic Thunder" che ironicamente era un dedalo di tunnel scavati dai guerriglieri VietCong. 

Il libro non è ovviamente un libro tecnico, anche se la sua bibliografia attinge ai migliori testi sul Vietnam. La prosa di Nash è piacevole e tramite la logistica e la "escalation" della presenza americana nel paese si può apprezzare in realtà pienamente l'evoluzione del conflitto, la sua natura e la drammaticità del momento storico degli USA e delle sue tensioni nell'opinione pubblica. Si può dire che la logistica in definitiva descriva benissimo la storia del conflitto, con alcuni capitoli che magari esulano dal tema del titolo ma che non stonano nel complesso. Il capitolo sull'M16 descrive in particolare una delle problematiche maggiori, sul campo, che afflissero l'esercito statunitense rispetto a quello NordVietnamita e ai VietCong armati con lo spartano e indistruttibile AK47. 

Devo far notare un piccolo grande errore tipografico che ripetuto più volte però rovina la lettura di alcuni capitoli. Il Generale Westmoreland viene sostituito dal Generale Creighton Abrams ma nel libro egli diventa magicamente "Adams". Non è un grande errore, ma purtroppo in un testo estremamente preciso come quello di Nash , questo piccolo difetto balza agli occhi. 

Che dire quindi di più? L'aspetto logistico nelle 3 guerre del Vietnam è stato alla base dello sviluppo della strategia per affrontare i problemi che si presentarono nel corso del conflitto. Spiccano ovviamente gli sforzi logistici per portare l'artiglieria a distruggere il campo di Dien Bien Phu, la costruzione del sentiero di Ho Chi Minh e il recupero stupefacente dell'esercito Nord Vietnamita dopo le operazioni Linebacker I & II. Ma spicca anche l'assoluto spreco della logistica statunitense che non aveva mai avuto precedenti di tale dimensioni. Anzi, forse proprio il contratso tra i REMF (Rear Echelons Motherfu*kers) e i soldati impiegati in operazioni sulla linea di fuoco furono alla base dei molti problemi di morale che con gli anni afflissero e minarono la combattività del G.I. Il libro analizza bene ogni aspetto e pur non essendo un testo prettamente tecnico merita di stare sugli scaffali di ogni appassionato di storia della Guerra o meglio, delle Guerre, del Vietnam.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: Logistics in the Vietnam Wars, 1945–1975 

Autore:  N. S. Nash CBE

Pagine: 312

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Logistics-in-the-Vietnam-Wars-19451975-Paperback/p/20146




Friday, November 12, 2021

Billy Yank - G.I. Series di Michael J McAfee, John P Langellier

 Il libro di oggi, facente parte di una piccola serie edita dalla casa editrice Pen&Sword si concentra su quello che fu l'esercito Unionista o Federale degli Stati Uniti nella Guerra Civile Americana. La serie della Pen&Sword , dedicata al G.I. (un termine che andò per lungo tempo a definire il soldato americano) comprende vari titoli , tutti molto interessanti e che si focalizzano sulle immagini, più che sul testo. In questo caso però devo ammettere che delle didascalie molto dettagliate accompagnano ognuna delle 113 immagini del libro. Gli autori sono Michael J. McAfee e John Langellier, quest'ultimo cura anche altri volumi della serie che troverete qui : https://www.pen-and-sword.co.uk/John-P-Langellier/a/1299 . 

Questo volume , pur essendo di dimensioni ridotte, fornisce un'ottima disamina dell'evoluzione delle uniformi dell'Esercito Statunitense dalla vigilia della guerra al suo scoppio e durante il suo svolgimento. Molte sono le unità di Milizia che vengono ritratte, con una collezione di foto, a mio parere , molto rare e che non potranno non destare curiosità nel lettore. Alcune unità infatti, furono poi integrate come compagnia (perchè la forza numerica effettiva raggiungeva quel livello di comando) in reggimenti di nuova formazione. Non è appunto un mistero che l'esercito statunitense alla viglia della guerra contasse pochi effettivi e che ricorse proprio alle milizie locali per combattere le prime battaglie , andando poi a formare reggimenti su base statale. Quindi le differenze tra unità appaiono molto interessanti e sfidano alcuni preconcetti figli di film e media vari che si sono diffuse negli anni. Ad esempio molte unità nordiste (definite "Blue" e contrapposte ai "Grey" dei Confederati avversari) scesero in campo proprio indossando divise di colore grigio. Di particolare interesse è anche la discrezionalità lasciata agli ufficiali nel vestire combinazioni di uniformi (discrezionalità che aumentava in proporzione al grado) . Addirittura i generali avevano la possibilità di disegnare una propria uniforme (ne abbiamo un esempio nelle immagini riguardanti il più alto in grado allo scoppio della guerra, Winfield Scott) . Un altro aspetto di particolare rilievo fu la moda militare europea che influenzò quella statunitense , sia nelle armate del nord che in quelle del sud. Abbiamo così unità composte da scozzesi con il Glengarry (il famoso berretto reso famoso da reggimenti mitici quali i Black Watch) o la Garibaldi Guard del colonello ungherese d'Utassy (che poi andò incontrò a problemi risultanti nella sua corte marziale) che come dice il nome dell'unità vestiva con una uniforme che si ispirava a quella dei Bersaglieri italiani , visti in azioni nelle recenti battaglie del Risorgimento. Allo stesso modo la faceva da padrone la moda francese (che influenzava il taglio di tutte le uniformi unioniste e sudiste nell'adozione del kepi) soprattutto nell'introduzione di unità note come Zuavi , di cui però nel libro sono presente poche foto e che non rendono la loro pittoresca uniforme. Va detto che sono presenti anche alcuni esempi di cavalleggeri e artiglieri sebbene a loro siano dedicati dei volumi a sè stanti nella serie G.I. .

Che dire di più? Chi vi scrive è un appassionato di uniformologia, uno di quelli che nota anche un piccolo particolare del vestiario di un soldato e lo apprezza poichè lo differenzia dal nemico o da un'altra unità dello stesso esercito. Esistono volumi specialistici che trattano di questo tema e ne esistono moltissimi che riguardano la Guerra Civile Americana. Ma credo che il valore di questo volume, accoppiato al suo prezzo, alla rarità e bellezza delle foto contenute, alla sapiente introduzione e alle dettagliate didascalie lo rendono un volume di estremo interesse che non lo fa sfigurare di fianco ad opere più costose. 


Titolo: Billy Yank - G.I. Series 

Autori: Michael J McAfee, John P Langellier

Pagine: 72

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Billy-Yank-Paperback/p/11339