Se pensiamo ad una delle decorazioni militari più preziose e di valore del mondo, non possiamo non pensare alla Victoria Cross, istituita dalla Regina Vittoria per premiare i soldati e marinai che si distinsero dalla Guerra di Crimea (1854) in poi. Ma nei secoli non solo gli umani hanno dovuto affrontare i pericoli e la tragedia della guerra. Gli animali, in vari ruoli sono stati fedeli compagni in battaglia e non solo. Proprio per questo motivo una donna di nome Maria Dickin, dopo aver creato un'associazione che in seguito si avvalse di caravan mobili per curare animali in difficoltà , la People's Dispensary for Sick Animals (PSDA) nel 1917, nel 1943 creò un equivalente della Victoria Cross che doveva essere assegnata agli animali che si fossero distinti per eroismo o resistenza.
Questa scelta, maturata dopo aver visto gli exploit militaridelle due guerre mondiali da parte di numerosi animali, vide la decorazione assegnata a 63 animali, le cui storie sono tutte ricomprese in questo libro.
Il libro che vi presento oggi, infatti, è dedicato proprio alla Medaglia Dickin, che viene concessa agli animali che si distinguono per eroismo, resistenza e comportamenti esemplari anche contrari al loro stesso istinto. Il libro, edito da Pen&Sword e scritto dallo storico Peter Hawthorne, elenca i vari riceventi del premio, divisi per ambito in cui si sono guadagnati la decorazione.
Il libro dedica una o più pagine ad ogni animale, per lo più cani, cavalli o piccioni viaggiatori. Anche se ci sono delle particolari eccezioni come Simon il gatto della fregata britannica HMS Amethyst che si trovò nella Cina del 1949 ad essere bersaglio nella Guerra Civile che si stava concludendo in quegli anni tra le forze nazionaliste e comuniste cinesi. La HMS Amethyst, in navigazione sullo Yang Tse, fu bersagliata dalle forze comuniste che sparavano dalla sponda nord e si trovò, con numerose perdite, incagliata e sotto assedio per diversi mesi. Assediata non solo dai cinesi, ma anche dai topi che ne stavano mangiando le poche riserve di cibo, e senza possibilità di essere rifornita, vide un insperato eroe nel gatto di bordo Simon, che, pur ferito, iniziò gli straordinari nell'eliminazione dei roditori e così prolungò la sopravvivenza dell'equipaggio. L'assedio della HMS Amethyst fu descritto in un bel film del 1957 ("The Yang Tse Incident") .
Un'altra categoria premiata spesso con questa medaglia fu quella dei piccioni viaggiatori e tra questi non si può non ricordare il piccione GI Joe, in realtà americano, che aiutò a salvare la cittadina italiana di Colvi Vecchia da un bombardamento americano, reso ormai inutile dalla situazione sul campo. Infatti la cittadina era stata ormai conquistata dalle forze alleate e il piccione sfidando il tempo riuscì a far abortire la missione di bombardamento.
Anche i cavalli sono stati premiati, per lo più nel caso di dimostrazione di calma sotto il fuoco, specificamente sotto i bombradamenti di Blitz e V2 , ed è il caso ad esempio di Regal che mantenne la sua compostezza sotto un bombardamento così non arrecando ulteriori danni ai soccorritori e non arrecando panico.
Rifleman Khan era un cane alsaziano che salvò la vita in un assalto a Walcheren al suo padrone (o meglio a colui che se ne prendeva cura) il caporale del reggimento scozzese deii Cameronians Muldoon, che dopo che fu colpito il mezzo che portava la sua unità a riva , si trovò quasi ad annegare e fu salvato da Rifleman Khan.
Un'ultima menzione tra le tante storie eccitanti, divertenti, spesso tragiche e di sacrificio, la voglio dedicare a Judy, l'unico animale prigioniero di guerra che si rese protagonista di tante avventure lungo la "ferrovia della morte" in Birmania, e che visse una vita straordinaria i cui particolari vi aspettano nel libro.
La necessità di una medaglia che premiasse la fedeltà, l'addestramento, la calma, l'astuzia dei vari animali che hanno accompagnato l'uomo in battaglia e nelle emergenze collegate alla guerra ha fatto nascere la Medaglia Dickin, e questo libro ci illustra come un premio anche se solo simbolico per l'amore e la dedizione di questi animali fosse il minimo che si potesse fare. Storie emozionanti e coinvolgenti che vi faranno sorridere e commuovere in "The Animal Victoria Cross - The Dickin Medal" di Peter Hawthorne.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: The Animal Victoria Cross - The Dickin Medal
Autore: Peter Hawthorne
Pagine: 158
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Animal-Victoria-Cross-Paperback/p/16182
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Sunday, May 31, 2020
Thursday, May 28, 2020
The Destruction of 6th Army at Stalingrad - Rare Photographs from Wartime Archives di Ian Baxter
Spesso gli storici discutono su quale evento possa rappresentare il punto di volta di un conflitto, e non molto spesso si trovano d'accordo. Ma nel caso della Seconda Guerra Mondiale pochi sono i punti di svolta sui quali non si è d'accordo , si contano infatti sulle dita di una mano o poco più e tra questi sicuramente c'è la Battaglia di Stalingrado combattuta tra le forze tedesche e quelle sovietiche tra la fine del 1942 e l'inizio del 1943.
Il tema del libro di oggi è proprio questo, la distruzione della 6a Armata di Von Paulus nella città che simbolicamente e strategicamente era l'obiettivo delle mire di Hitler.
L'autore del libro di oggi, della prolifica e ottima serie della Pen&Sword "Images of War" è una vecchia conoscenza della serie e grande esperto di immagini della Seconda Guerra mondiale, Ian Baxter.
Il libro descrive con immagini prese da collezioni private e da servizi di reporter di guerra l'avanzata delle unità che facevano parte della 6a Armata verso il loro "rendezvous con il destino" nella città che portava il nome del dittatore sovietico Stalin.
Ognuno dei 4 capitoli in cui è diviso il libro è dedicato ad una fase della battaglia, con il primo capitolo che descrive le manovre di avvicinamento alla città posta sul Volga, la seconda invece l'assedio alla città con i combattimenti cittadini, la terza l'accerchiamento da parte delle forze sovietiche di quelle tedesche confluite in città con l'operazione "Uranus" e infine la quarta la sistematica distruzione della 6a Armata.
Ogni fase presenta un numero molto consistente di foto di ottima qualità che pongono in evidenza alcuni aspetti sui quali spesso il lettore e l'appassionato medio non focalizzano la loro attenzione. Ad esempio nella prima fase è evidente come certamente le forze tedesche fossero dotate di tattiche di guerra lampo e di mezzi e unità per attuarla, ma nel grosso delle forze invece fossero ancora un esercito dipendente da trasporti lenti e affidati a carri e cavalli.
Allo stesso modo si può notare guardando i volti dei tedeschi ritratti nelle foto il cambiamento di umore che va di pari passo con le sorti della battaglia, se non differiscono di molto dai sorridenti "landsers" di inizio Blitzkrieg (1940 e 1941) nelle manovre di avvicinamento alla città di Stalingrado, nel prosieguo dei combattimenti si può notare preoccupazione e logoramento, forse anche consapevolezza che da lì in poi la guerra sarebbe stata differente rispetto agli iniziali successi.
Ovviamente la grande mole di foto ritrae esclusivamente soldati tedeschi, ci sono altri libri anche della stessa serie "Images of War" che descrivono la guerra dal punto di vista iconografico dei sovietici.
Stalingrado ha ricevuto un trattamento dal punto di vista bibliografico, iconografico e della realizzazione di film abbastanza adeguato alla sua importanza con innumerevoli libri , sia saggi che fotografici e ben 4 film di maggiore importanza , due prodotti dai tedeschi (1959 e 1993) uno dai russi (2013) e uno da una coproduzione di vari paesi ("Il Nemico alle Porte") . Ognuno di questi maggiori film descrive una fase della battaglia (alcuni eccedendo forse per fantasia) ponendo maggiore o minore enfasi su alcuni avvenimenti o personaggi. Tuttavia , come scrivo spesso, nulla può restituire al meglio la storia di una fotografia e di un volto che ha vissuto davvero quella storia.
I volti dei soldati tedeschi, baldanzosi, preoccupati, tesi, disperati, sconfitti rappresentano bene il caleidoscopio di avvenimenti che sono maturati durante la battaglia di Stalingrado, dopo la quale i tedeschi non riuscirono più se non in limitati casi, a riguadagnare l'iniziativa strategica e i sovietici iniziarono una sequela di battaglie che li portarono a Berlino nel 1945.
Titolo: The Destruction of 6th Army at Stalingrad - Rare Photographs from Wartime Archives
Autore: Ian Baxter
Pagine: 155
Sunday, May 24, 2020
From Shangai to the Burma Railway - The Memoirs & Letters of Richard Laird a Japanese Prisoner of War edito da Rory Laird
Negli ultimi anni fortunatamente molte case editrici hanno riscoperto un tema che dai media è sempre stato trattato con poca attenzione, messo in secondo piano rispetto ad altri episodi della Seconda Guerra Mondiale e del teatro di guerra dell'Estremo Oriente. Il dramma dei prigionieri di guerra alleati ed in special modo britannici e del Commonwealth ha ritrovato impeto con la pubblicazione di alcune memorie e saggi storici che hanno descritto la caduta di Singapore, ovvero la più grande sconfitta della storia dell'Esercito Britannico e sopratutto il dramma della costruzione della "Ferrovia della Morte". Il libro che vi presento oggi si inserisce nel solco di quella serie di memorie e non sfigura di fronte ad essi, anzi, descrive la resilienza di un uomo e l'amore per la sua donna, una donna molto forte e coraggiosa anch'essa. Le memorie di Richard Laird un giovane assicuratore che si trova arruolato nel RASC (Royal Army Service Corps) a Singapore e vive l'inferno della costruzione della ferrovia in Birmania riuscendo a sopravvivere.
Il libro, curato dal figlio Rory Laird, ed edito da Pen&Sword ci presenta le memorie finora mai pubblicate e anche le lettere che Richard Laird scriveva alla sua fidanzata Bobbie Couper Patrick, conosciuta a Shangai. In effetti rispetto ad altre memorie , quelle di Laird ci fanno conoscere uno spaccato della vita coloniale nelle concessioni cinesi, territori che erano stati dati a paesi occidentali nel 1800, e ci da' anche l'idea di quello che poi sarebbe successo nel resto dell'Asia con i giapponesi che assediano la città (in realtà la storia è più complicata di così) nel 1937 durante la Seconda Guerra Cino-Giapponese. Il milieu culturale in cui si trova ad operare Laird, esemplare di persona istruita e di alta borghesia, rispecchia un po' quello del protagonista del film "L'Impero del Sole" di Steven Spielberg, di cui riecheggia gli eventi. A Shangai Laird conosce, al matrimonio di uno sfortunato amico, Bobbie, che diventerà sua moglie. Ma Laird si trova poi trasferito a Singapore e date le sue esperienze (nella milizia volontaria della città cinese) militari ottiene una commissione nel RASC, con una certa libertà negli spostamenti che lo portano, alla vigilia dello scoppio della guerra col Giappone e subito dopo a trovarsi sulla penisola malese e nell'isola (posta a occidente) di Penang.
Gli eventi della ritirata verso l'isola fortezza e poi della difesa e della caduta sono molto passeggeri nel libro con il distacco dalla fidanzata che poi finirà a lavorare in Australia per il SOE (Special Operation Executive) e con i terribili primi giorni della prigionia nel sovraffolato campo di Changi.
Inizieranno poi gli eventi del viaggio verso la ferrovia che doveva congiungersi con la Tailandia lungo tutta la penisola birmana e che vedrà migliaia di prigionieri alleati morire di stenti.
La fibra di Laird però è molto forte, un pò per le sue caratteristiche fisiche e la vita all'aria aperta che aveva sempre vissuto, un pò per la sua età sulla trentina , un pò per la sua dimestichezza con il clima tropicale (che punirà molti dei soldati arrivati dall'occidente). Il libro curato da Rory Laird mette in relazione gli eventi del padre Richard con altre testimonianze e personaggi. La Forza "F" come era stata definita la quota di prigionieri mandata a lavorare sulla ferrovia infatti presenta dei personaggi di grandissimo coraggio e di abnegazione come Cyril Wild, che con la sua cultura e la comprensione dell'animo giapponese (e della lingua di corte) riuscì a salvare molti prigionieri o mitigare le loro sofferenze per mano delle guardie nipponiche. Oppure i tanti medici e ufficiali che si spesero per curare e organizzare gli ospedali da campo, come il Maggiore Bruce Hunt.
Il libro coinvolge nel racconto poichè il mix tra testimonianza scritta e lettere di Laird e di Bobbie e note di Rory per contestualizzare le vicende riesce a restituire gran parte di quella esperienza terribile che fu la costruzione della "Ferrovia della Morte", del ritorno alla desolazione di Singapore (del campo di lavoro in cui era stato destinato Laird, il campo di Songkurai nr.2, tornarono in 400 su 1600 che erano partiti, del clima di incertezza che passarono dalla fine della guerra al ritorno alla vita civile e che per Laird voleva dire riabbracciare l'amata Bobbie.
Oltre alle memorie e alla storia di Richard Laird il libro presenta tre ottime appendici che riguardano il capitano Cyril Wild degli Ox&Bucks, che poi si occuperà di consegnare alla giustizia militare i criminali di guerra giapponesi, un rapporto di Bruce Hunt sull'ospedale di Tanbaya (posto sulla linea della ferrovia) e un altro rapporto che , stilato dal tenente colonnello Dillon era destinato ai giapponesi e a migliorare le condizioni dei prigionieri e del loro trattamento. Questi tre documenti risultano ancora molto preziosi per comprendere al meglio la vicenda narrata nel libro.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: From Shangai to the Burma Railway - The Memoirs & Letters of Richard Laird a Japanese Prisoner of War
Autore: Richard Laird, Rory Laird
Pagine: 184
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/From-Shanghai-to-the-Burma-Railway-Hardback/p/17720
Il libro, curato dal figlio Rory Laird, ed edito da Pen&Sword ci presenta le memorie finora mai pubblicate e anche le lettere che Richard Laird scriveva alla sua fidanzata Bobbie Couper Patrick, conosciuta a Shangai. In effetti rispetto ad altre memorie , quelle di Laird ci fanno conoscere uno spaccato della vita coloniale nelle concessioni cinesi, territori che erano stati dati a paesi occidentali nel 1800, e ci da' anche l'idea di quello che poi sarebbe successo nel resto dell'Asia con i giapponesi che assediano la città (in realtà la storia è più complicata di così) nel 1937 durante la Seconda Guerra Cino-Giapponese. Il milieu culturale in cui si trova ad operare Laird, esemplare di persona istruita e di alta borghesia, rispecchia un po' quello del protagonista del film "L'Impero del Sole" di Steven Spielberg, di cui riecheggia gli eventi. A Shangai Laird conosce, al matrimonio di uno sfortunato amico, Bobbie, che diventerà sua moglie. Ma Laird si trova poi trasferito a Singapore e date le sue esperienze (nella milizia volontaria della città cinese) militari ottiene una commissione nel RASC, con una certa libertà negli spostamenti che lo portano, alla vigilia dello scoppio della guerra col Giappone e subito dopo a trovarsi sulla penisola malese e nell'isola (posta a occidente) di Penang.
Gli eventi della ritirata verso l'isola fortezza e poi della difesa e della caduta sono molto passeggeri nel libro con il distacco dalla fidanzata che poi finirà a lavorare in Australia per il SOE (Special Operation Executive) e con i terribili primi giorni della prigionia nel sovraffolato campo di Changi.
Inizieranno poi gli eventi del viaggio verso la ferrovia che doveva congiungersi con la Tailandia lungo tutta la penisola birmana e che vedrà migliaia di prigionieri alleati morire di stenti.
La fibra di Laird però è molto forte, un pò per le sue caratteristiche fisiche e la vita all'aria aperta che aveva sempre vissuto, un pò per la sua età sulla trentina , un pò per la sua dimestichezza con il clima tropicale (che punirà molti dei soldati arrivati dall'occidente). Il libro curato da Rory Laird mette in relazione gli eventi del padre Richard con altre testimonianze e personaggi. La Forza "F" come era stata definita la quota di prigionieri mandata a lavorare sulla ferrovia infatti presenta dei personaggi di grandissimo coraggio e di abnegazione come Cyril Wild, che con la sua cultura e la comprensione dell'animo giapponese (e della lingua di corte) riuscì a salvare molti prigionieri o mitigare le loro sofferenze per mano delle guardie nipponiche. Oppure i tanti medici e ufficiali che si spesero per curare e organizzare gli ospedali da campo, come il Maggiore Bruce Hunt.
Il libro coinvolge nel racconto poichè il mix tra testimonianza scritta e lettere di Laird e di Bobbie e note di Rory per contestualizzare le vicende riesce a restituire gran parte di quella esperienza terribile che fu la costruzione della "Ferrovia della Morte", del ritorno alla desolazione di Singapore (del campo di lavoro in cui era stato destinato Laird, il campo di Songkurai nr.2, tornarono in 400 su 1600 che erano partiti, del clima di incertezza che passarono dalla fine della guerra al ritorno alla vita civile e che per Laird voleva dire riabbracciare l'amata Bobbie.
Oltre alle memorie e alla storia di Richard Laird il libro presenta tre ottime appendici che riguardano il capitano Cyril Wild degli Ox&Bucks, che poi si occuperà di consegnare alla giustizia militare i criminali di guerra giapponesi, un rapporto di Bruce Hunt sull'ospedale di Tanbaya (posto sulla linea della ferrovia) e un altro rapporto che , stilato dal tenente colonnello Dillon era destinato ai giapponesi e a migliorare le condizioni dei prigionieri e del loro trattamento. Questi tre documenti risultano ancora molto preziosi per comprendere al meglio la vicenda narrata nel libro.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: From Shangai to the Burma Railway - The Memoirs & Letters of Richard Laird a Japanese Prisoner of War
Autore: Richard Laird, Rory Laird
Pagine: 184
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/From-Shanghai-to-the-Burma-Railway-Hardback/p/17720
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