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Thursday, November 25, 2021

Gurkha Odyssey - Campaigning for the Crown di Sir Peter Duffell

 Il libro di oggi ci porta a conoscere una delle unità più famose degli ultimi 200 anni, i Gurkhas dell'esercito britannico. A guidarci in questo viaggio, definito giustamente "Odissea", è uno che questi fantastici e coraggiosissimi soldati li conosce da vicino essendo stato giovane ufficiale e poi comandate del 1° Battaglione , 2° Reggimento Gurkha. L'autore, Sir Peter Duffell infatti parte dal racconto personale della sua carriera all'inizio degli anni '60 per poi presentarci la splendida storia militare di questo popolo di "razze combattenti" del Nepal, reclutate dalle forze di sua maestà proprio avendone apprezzato, all'inizio del 19° secolo, le loro virtù in una guerra, quella Anglo Nepalese, in cui se li erano trovati di fronte. 

Duffell ha il suoi battesimo del fuoco proprio contro gli indonesiani, e poi riveste altri ruoli nel suo avanzamento di carriera , fino a giungere al comando del suo battaglione stazionato ad Hong Kong. Il suo periodo nella vitale e vivace città asiatica coincide con gli ultimi decenni di sovranità britannica sull'isola e sui "Nuovi Territori" . Anche in questa fase la penna di Duffell ci offre uno spaccato della vita del reggimento e del luogo in cui si trova, con la descrizione del confronto con i cinesi al di là del confine e le problematiche (estremamente differenti da un combattimento nella giungla) che si trovarono ad affrontare i suoi Gurkhas. 

A prima vista questo libro, edito da Pen&Sword può apparire come l'usuale (e godibile almeno a mio avviso) racconto di vita reggimentale. In parte lo è, poichè l'autore, giovane subalterno che arriva nel nuovo reggimento, colmo di storia e di eroismi, impara a raccoglierne il testimone, a rispettarne le tradizioni , a fare partè di una "tribù". Ma allo stesso tempo, l'arrivo in un reggimento di Gurkha è anche l'incontro affascinante con un'altra cultura, l'apprendimento di un'altra lingua e di altri costumi, quelli dei suoi soldati. Il gurkha negli ultimi 200 anni è entrato nella storia come paradigma di soldato brevilineo ma coraggioso fino al fanatismo, animato da una resistenza quasi sovrannaturale. Lo ha dimostrato soprattutto (e lì si distinse proprio il corpo di Duffell, il 2° Reggimento, denominato all'epoca "Sirmoor Rifles") a Dehli, durante l'ammutinamento indiano, quell'evento spartiacque che cambiò la traiettoria del dominio del Raj nel 1857. L'orgoglio di aver assediato e poi conquistato la fortezza dei ribelli, garantendosi il rispetto imperituro dei reggimenti britannici, fu alla base del mito dei Gurkha. Con il coraggio, la semplicità di una vita quasi da "moderni spartani" iniziata sulle pendici dell'Himalaya, i Gurkha confermarono le loro doti in altri conflitti, sia minori , sia nelle cosiddette (e così definite nel libro) "Iron Wars" ovvero le due guerre mondiali del XX° secolo. Tuttavia sebbene l'indipendenza dell'India abbia rappresentato un altro spartiacque nella storia dei Gurkhas , con l'assegnazione, arbitraria e particolare di metà dei reggimenti al neonato stato indiano, i piccoli soldati nepalesi sono stati trattenuti, proprio in virtù della loro storia di coraggio e di virtù militari, andando ad essere impiegati in due conflitti poco conosciuti ma molto importanti come l'Emergenza Malese e il Confronto Indonesiano. Questi due conflitti "postcoloniali" furono strumentali nel fermare l'avanzata del pericolo comunista nel sudest asiatico, con lezioni da cui qualche stratega a Washington avrebbe dovuto tenere conto.  

Duffell ha il suoi battesimo del fuoco proprio contro gli indonesiani, e poi riveste altri ruoli nel suo avanzamento di carriera , fino a giungere al comando del suo battaglione stazionato ad Hong Kong. Il suo periodo nella vitale e vivace città asiatica coincide con gli ultimi decenni di sovranità britannica sull'isola e sui "Nuovi Territori" . Anche in questa fase la penna di Duffell ci offre uno spaccato della vita del reggimento e del luogo in cui si trova, con la descrizione del confronto con i cinesi al di là del confine e le problematiche (estremamente differenti da un combattimento nella giungla) che si trovarono ad affrontare i suoi Gurkhas. 


Il libro, estremamente piacevole, descrive benissimo l'esperienza dei Gurkhas durante 200 anni di servizio a Sua Maestà Britannica. Duffell ci parla di un' "Odissea" che porta i giovani soldati dal reclutamento fino alle esperienze di combattimento e al loro pensionamento, sempre stimati e onorati. Duffell però sa bene che non sempre è stato così e descrive le "battaglie" per salvare la presenza dei Gurkhas nell'esercito, sempre alle prese con riduzioni e amalgamazioni. In questi casi purtroppo il nemico, invisibile, è il taglio del burocrate e del tesoriere, che non fanno sconti alla tradizione e alla virtù militare. Duffell esprime anche interessanti riflessioni sul futuro di un soldato che ha attraversato il mondo dimostrando il suo coraggio e valore al punto che la frase "Se qualcuno dice che non ha paura della morte o è un bugiardo , o è un Gurkha"  non va molto lontano dalla realtà. Un bellissimo libro che , arricchito dai fantastici disegni di Ken Howard,  non potrà mancare sugli scaffali degli appassionati di storia militare e di tradizioni reggimentali, un'occasione per conoscere dei moderni guerrieri al di là del mito che si è costruito (anche a ragione) attorno a loro. 


Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: Gurkha Odyssey - Campaigning for the Crown 

Autore: Sir Peter Duffell

Pagine: 290

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Gurkha-Odyssey-Hardback/p/16715
















Wednesday, November 17, 2021

Logistics in the Vietnam Wars, 1945–1975 di Brig. N. S. Nash CBE

 Nella storia della guerra, l'impatto della logistica è cresciuto esponenzialmente man mano che le guerre diventavano più lunghe e gli eserciti più complessi. Ogni bisogno doveva essere supplito da una "coda"  logistica che lo soddisfasse e che portasse l'esercito alla piena efficienza nell'affrontare il nemico. Nel libro di oggi lo storico ed ex militare, il Generale di Brigata N. S. "Tank" Nash , dall'alto della sua esperienza pluridecennale nell'Esercito di Sua Maestà Britannica , ci illustra l'impatto della logistica sulle tre guerre del Vietnam. A prima vista. al lettore poco informato , la Guerra del Vietnam (quella più nota, tra l'esercito Statunitense, i suoi alleati, e la Repubblica Democratica del Vietnam)  potrà apparire come una delle guerre "asimettriche" per eccellenza. In realtà la logistica nelle guerreE del Vietnam è stata estremamente importante se non decisiva. Siamo di fronte infatti sin da subito a quello che fu uno sforzo immane per trainare l'artiglieria e rifornirla , da parte dei Vietminh (che poi diventeranno l'esercito della RDV)nell'assediare il campo trincerato di Dien Bien Phu, con i francesi che cercarono di replicare la tattica dell'assedio di Na San. Siamo nel 1954, e la guerra del Vietnam, la prima, tra Francesi e Vietnamiti, dura già da 8 anni. Se si vanno a leggere i resoconti di quell'impresa epica, ovvero lo schieramento dei cannoni che poi ridussero la guarnigione di Dien Bien Phu alla resa, si capisce che sin dagli esordi, l'appellativo di "guerra asimmetrica" affibbiato ai conflitti in Vietnam ha poca sostanza. Ci fu una fase di guerriglia, ma che allo stesso tempo necessitava di un grande contributo logistico , palesato nella costruzione del "Sentiero di Ho Chi Minh" , dal nome dell'architetto e ideologo dell'indipendenza vietnamita. Il subentrare degli Stati Uniti come potere post coloniale di riferimento per la fragile nazione sud vietnamita formatasi dopo il ritiro dei francesi, portò nel paese una messe di consiglieri prima e di truppe poi che richiesero uno sforzo logistico ai tempi senza precedenti. Nash descrive bene la creazione di campi quali quello di Cu Chi, sede della 25a Divisione "Tropic Thunder" che ironicamente era un dedalo di tunnel scavati dai guerriglieri VietCong. 

Il libro non è ovviamente un libro tecnico, anche se la sua bibliografia attinge ai migliori testi sul Vietnam. La prosa di Nash è piacevole e tramite la logistica e la "escalation" della presenza americana nel paese si può apprezzare in realtà pienamente l'evoluzione del conflitto, la sua natura e la drammaticità del momento storico degli USA e delle sue tensioni nell'opinione pubblica. Si può dire che la logistica in definitiva descriva benissimo la storia del conflitto, con alcuni capitoli che magari esulano dal tema del titolo ma che non stonano nel complesso. Il capitolo sull'M16 descrive in particolare una delle problematiche maggiori, sul campo, che afflissero l'esercito statunitense rispetto a quello NordVietnamita e ai VietCong armati con lo spartano e indistruttibile AK47. 

Devo far notare un piccolo grande errore tipografico che ripetuto più volte però rovina la lettura di alcuni capitoli. Il Generale Westmoreland viene sostituito dal Generale Creighton Abrams ma nel libro egli diventa magicamente "Adams". Non è un grande errore, ma purtroppo in un testo estremamente preciso come quello di Nash , questo piccolo difetto balza agli occhi. 

Che dire quindi di più? L'aspetto logistico nelle 3 guerre del Vietnam è stato alla base dello sviluppo della strategia per affrontare i problemi che si presentarono nel corso del conflitto. Spiccano ovviamente gli sforzi logistici per portare l'artiglieria a distruggere il campo di Dien Bien Phu, la costruzione del sentiero di Ho Chi Minh e il recupero stupefacente dell'esercito Nord Vietnamita dopo le operazioni Linebacker I & II. Ma spicca anche l'assoluto spreco della logistica statunitense che non aveva mai avuto precedenti di tale dimensioni. Anzi, forse proprio il contratso tra i REMF (Rear Echelons Motherfu*kers) e i soldati impiegati in operazioni sulla linea di fuoco furono alla base dei molti problemi di morale che con gli anni afflissero e minarono la combattività del G.I. Il libro analizza bene ogni aspetto e pur non essendo un testo prettamente tecnico merita di stare sugli scaffali di ogni appassionato di storia della Guerra o meglio, delle Guerre, del Vietnam.

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: Logistics in the Vietnam Wars, 1945–1975 

Autore:  N. S. Nash CBE

Pagine: 312

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Logistics-in-the-Vietnam-Wars-19451975-Paperback/p/20146




Friday, November 12, 2021

Billy Yank - G.I. Series di Michael J McAfee, John P Langellier

 Il libro di oggi, facente parte di una piccola serie edita dalla casa editrice Pen&Sword si concentra su quello che fu l'esercito Unionista o Federale degli Stati Uniti nella Guerra Civile Americana. La serie della Pen&Sword , dedicata al G.I. (un termine che andò per lungo tempo a definire il soldato americano) comprende vari titoli , tutti molto interessanti e che si focalizzano sulle immagini, più che sul testo. In questo caso però devo ammettere che delle didascalie molto dettagliate accompagnano ognuna delle 113 immagini del libro. Gli autori sono Michael J. McAfee e John Langellier, quest'ultimo cura anche altri volumi della serie che troverete qui : https://www.pen-and-sword.co.uk/John-P-Langellier/a/1299 . 

Questo volume , pur essendo di dimensioni ridotte, fornisce un'ottima disamina dell'evoluzione delle uniformi dell'Esercito Statunitense dalla vigilia della guerra al suo scoppio e durante il suo svolgimento. Molte sono le unità di Milizia che vengono ritratte, con una collezione di foto, a mio parere , molto rare e che non potranno non destare curiosità nel lettore. Alcune unità infatti, furono poi integrate come compagnia (perchè la forza numerica effettiva raggiungeva quel livello di comando) in reggimenti di nuova formazione. Non è appunto un mistero che l'esercito statunitense alla viglia della guerra contasse pochi effettivi e che ricorse proprio alle milizie locali per combattere le prime battaglie , andando poi a formare reggimenti su base statale. Quindi le differenze tra unità appaiono molto interessanti e sfidano alcuni preconcetti figli di film e media vari che si sono diffuse negli anni. Ad esempio molte unità nordiste (definite "Blue" e contrapposte ai "Grey" dei Confederati avversari) scesero in campo proprio indossando divise di colore grigio. Di particolare interesse è anche la discrezionalità lasciata agli ufficiali nel vestire combinazioni di uniformi (discrezionalità che aumentava in proporzione al grado) . Addirittura i generali avevano la possibilità di disegnare una propria uniforme (ne abbiamo un esempio nelle immagini riguardanti il più alto in grado allo scoppio della guerra, Winfield Scott) . Un altro aspetto di particolare rilievo fu la moda militare europea che influenzò quella statunitense , sia nelle armate del nord che in quelle del sud. Abbiamo così unità composte da scozzesi con il Glengarry (il famoso berretto reso famoso da reggimenti mitici quali i Black Watch) o la Garibaldi Guard del colonello ungherese d'Utassy (che poi andò incontrò a problemi risultanti nella sua corte marziale) che come dice il nome dell'unità vestiva con una uniforme che si ispirava a quella dei Bersaglieri italiani , visti in azioni nelle recenti battaglie del Risorgimento. Allo stesso modo la faceva da padrone la moda francese (che influenzava il taglio di tutte le uniformi unioniste e sudiste nell'adozione del kepi) soprattutto nell'introduzione di unità note come Zuavi , di cui però nel libro sono presente poche foto e che non rendono la loro pittoresca uniforme. Va detto che sono presenti anche alcuni esempi di cavalleggeri e artiglieri sebbene a loro siano dedicati dei volumi a sè stanti nella serie G.I. .

Che dire di più? Chi vi scrive è un appassionato di uniformologia, uno di quelli che nota anche un piccolo particolare del vestiario di un soldato e lo apprezza poichè lo differenzia dal nemico o da un'altra unità dello stesso esercito. Esistono volumi specialistici che trattano di questo tema e ne esistono moltissimi che riguardano la Guerra Civile Americana. Ma credo che il valore di questo volume, accoppiato al suo prezzo, alla rarità e bellezza delle foto contenute, alla sapiente introduzione e alle dettagliate didascalie lo rendono un volume di estremo interesse che non lo fa sfigurare di fianco ad opere più costose. 


Titolo: Billy Yank - G.I. Series 

Autori: Michael J McAfee, John P Langellier

Pagine: 72

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Billy-Yank-Paperback/p/11339



















Tuesday, November 9, 2021

Retreat of I Corps 1914 - Battleground Early Battles di Jerry Murland

 La recensione del libro di oggi ci porta indietro nel tempo , ai primi giorni della Grande Guerra e alla ritirata del I° Corpo della British Expeditionary Force nel 1914. In questo caso esordisco dicendo che tra le tante serie proposte da Pen&Sword forse questa è quella che offre il valore più grande tenendo in conto le dimensioni, il contenuto, la professionalità degli storici che se ne occupano e infine l'utilità meramente pratica del volume. Stiamo parlando della serie "BattleGround" che conta tra i libri pubblicati all'incirca un centinaio di saggi di varie guerre, ma soprattutto esamina in particolare moltissime delle battaglie dei due conflitti mondiali del XX° Secolo. Jerry Murland è l'autore di questo bel volume che appunto analizza la ritirata del I° Corpo comandato dal Tenente Generale Sir Douglas Haig (che poi prenderà il posto di French al comando di tutto il BEF). 

Il libro è all'incirca diviso in 6 parti con tre capitoli riguardanti la ritirata vera e propria del Corpo (su strade separate e molto lontano dalla ritirata del II° Corpo) e che descrive i combattimenti spesso sanguinosi ma utili per far ripiegare l'esercito oltre la Marna (da cui poi partirà la controffensiva generale che stabilizzerà il fronte occidentale per circa 4 anni). E' ovvio che il lettore e appassionato ricorderà la battaglia di Le Cateau, ma nondimeno atti di estremo eroismo, in una guerra di movimento e non ancora di trincea furono compiute dalle truppe del I° Corpo, che si ritirava più a oriente rispetto all'altra componente del BEF. Ad esempio è diventata epica la difesa fino all'ultimo uomo o quasi del 2° Royal Munster Fusiliers a Chapeau Rouge (e terminata a Etreux) con la morte dello stesso colonello Charrier. O le azioni di cavalleria a Cerizy. 

Ma chi conosce la serie "BattleGround" saprà anche che uno dei suoi scopi è di far da guida ai luoghi dei combattimenti, ed anche in questo caso , con la seconda parte composta da tre tour che rispecchiano le prime tre fasi (o capitoli) del libro, il nostro volume assolve splendidamente il suo compito. In questo caso anche se siamo di fronte ad un volume stampato nel 2014  e quindi mancante delle coordinate GPS presenti negli ultimi volumi della serie, siamo comunque di fronte a una descrizione dettagliata e abbastanza facile da fruire dei luoghi di battaglia di quelle frenetiche settimane all'inizio del lungo e sanguinoso conflitto. 

Che dire di più, uno dei primi volumi da acquistare per chi vuol ripercorrere cronologicamente i luoghi della Grande Guerra, le sue prime settimane, in cui non si era ben compreso il potere distruttivo di artiglieria e mitragliatrici e non ancora ci si era sotterrati nel fango e nella terra delle trincee. Un altro libro, del bravissimo Jerry Murland, che non potrà mancare sugli scaffali di ogni appassionato e storico della Grande Guerra!


Titolo: Retreat of I Corps 1914 - Battleground Early Battles 

Autore: Jerry Murland

Pagine: 139

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Retreat-of-I-Corps-1914-Paperback/p/6679




Wednesday, November 3, 2021

The Fall of Berlin - Rare Photographs from Wartime Archives di Ian Baxter

 Il libro di oggi, della prolifica serie edita da Pen&Sword "Images of War", ci porta a scoprire una delle battaglie definitive della Seconda Guerra Mondiale, la Battaglia di Berlino. L'autore è Ian Baxter, storico della Seconda Guerra Mondiale, e sebbene la parte testuale sia, sebbene corta, molto curata come in tutte le opere di Baxter, l'enfasi va ovviamente sulle foto. Qui nonostante la scelta sia di andare sulle foto più nitide e sulla "qualità" più che sulla quantità, mi preme fare alcune osservazioni. Non tutte le foto sono riferite alla Battaglia di Berlino, con molte che balzano all'occhio per la loro incongruenza, anche se va detto che le didascalie non affermano che quelle foto si riferiscano agli ultimi mesi, ma  servono più quale introduzione all'aspetto o alle tattiche di combattimento dell'uno o dell'altro esercito. A pagina 21 ad esempio nella foto superiore le truppe sovietiche ritratte sono evidentemente della prima parte della guerra, dato che la divisa e i gradi che poi furono in uso da gennaio 1943 sono caratterizzati dal ritorno al grado sulla spallina, come ai tempi dell'esercito zarista. L'attacco portato da carri Valentine di produzione britannica a pagina 52 (sempre foto in alto) fa anche parte di eventi precedenti all'avvicinamento delle forze sovietiche a Berlino. A pagina 70 la didascalia illustra l'insegnamento all'uso di un Panzerfaust, ma le truppe in foto sono ovviamente finlandesi, e questo, in un libro su Berlino potrebbe iniziare ad annoiare il lettore. Tuttavia va detto che in nessuna foto la didascalia è sbagliata, quindi la scelta dell'autore di includere foto che non c'entrano nulla col tema, ma che illustrano gli armamenti è assolutamente voluta. Nessuno qui crede che Baxter non sappia distinguere un soldato finlandese da uno tedesco, sia chiaro. 

La seconda parte del libro , quella che verte sui combattimenti urbani di Berlino, è più "sul pezzo" visto che le foto sono abbastanza conosciute, ma allo stesso tempo iconiche e non potevano essere escluse. 

Le descrizioni dei combattimenti precedenti però fanno luce, con l'ottimo riassunto di Baxter, sull'immane dispendio di uomini di entrambe le parti nei mesi finali della guerra, con battaglie che mieterono più vittime di molte delle battaglie a occidente tra alleati e tedeschi. La battaglia di Halbe , che credo conoscano in pochi anche tra gli esperti,ne è un esempio. Anche i movimenti delle truppe, con le "armate" di Hitler, ormai ridotte all'osso , sono ben descritti da Baxter. Ecco, forse avrei preferito più parte testuale e magari qualche mappa in più piuttosto che alcune foto, ma non si può ottenere tutto. 

Che dire di più? Non uno dei migliori "Images of War" da un punto di vista iconografico, certamente l'ultima battaglia della guerra in Europa avrebbe meritato un testo meno "svogliato" nella realizzazione in cui Baxter non mette tutta la sua capacità. Tuttavia è un punto di partenza per approfondire quei grandi scontri che portarono le armate sovietiche alle porte di Berlino e che segnarono la storia di quei luoghi per più di 40 anni. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: The Fall of Berlin - Rare Photographs from Wartime Archives 

Autore: Ian Baxter

Pagine: 128

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Fall-of-Berlin-Paperback/p/16750