Tra il 1941 e il 1943 tutto lo sforzo bellico tedesco (a parte una leggendaria unità nota come Afrika Korps) era proiettato a oriente, in una guerra ideologica e totale contro l'URSS. L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche era quello strano mondo che le democrazie occidentali avevano cercato di soffocare sul nascere appoggiando le forze dell'"Esercito Bianco" subito dopo la fine della Grande Guerra. In molti ambienti occidentali era ancora visto con sospetto e l'alleanza con essa era più vista come una scomoda necessità più che con reale convinzione. Ma su un fatto credo che tutti fossero d'accordo: l'Unione Sovietica stava pagando il prezzo della sua resistenza e della guerra contro la Germania Nazista in milioni di vite umane.
Il libro che vi presento oggi, più che essere un testo storico composto di note e forse un po' pedante, è un viaggio alla scoperta dell'enorme sacrificio dei cittadini e soldati sovietici durante la guerra che li vide quasi sconfitti alle porte di Mosca nel 1941 ma che li portò trionfanti a Berlino nel 1945.
In quei 4 anni di tragedia immane per un enorme stato , moltissime furono le storie umane di soldati e civili che potrebbero essere raccontate, ma credo che Colin Turbett, storico sociale con particolare interesse nell'ambito dell'Unione Sovietica, abbia operato una scelta equilibrata con il suo libro, edito da Pen&Sword.
Il libro descrive, in 10 capitoli, l'esperienza sociale e di combattimento dell'Unione Sovitica nella seconda guerra mondiale, andando a indagare anche su cosa era diventato lo stato sotto la guida di Stalin.
L'URSS , fino ad allora alleata della Germania Nazista si vide attaccare il 22 giugno 1941 con la più grande invasione mai pianificata fino ad allora, l'Operazione Barbarossa.
Sebbene i cittadini sovietici non vivessero benissimo sotto l'allora sistema comunista, trovarono, grazie ad una attenta propaganda, una determinazione nello scacciare e combattere con ogni mezzo l'invasore tedesco.
Stalin aveva giocato bene le sue carte con il termine "Grande Guerra Patriottica", tralasciando l'impegno ideologico del Partito Comunista contro quello Nazista. Tuttavia l'ideologia comunista contribuì in gran parte a foraggiare l'impeto con cui i civili e i soldati cercarono di scacciare l'invasore. Nonostante le grandi sconfitte del 1941 e 1942, l'URSS non cedette e contrattaccò, anche grazie ad alcune scelte strategiche molto oculate (prima fra tutte quella di spostare le fabbriche di armamenti fuori dal raggio di invasione della Germania) .
Il libro, come detto, non è un testo di storia ma più una testimonianza di storie. Storie di persone semplici trovatesi nell'occhio del ciclone della guerra e che fecero il loro dovere per la loro Patria e anche per la loro ideologia. Turbett esamina in particolar modo il ruolo delle minoranze etniche e delle donne , che diedero un enorme contributo sia a casa , sia a lavoro , ma sopratutto , caso unico in tutti gli eserciti della Seconda Guerra Mondiale, al fronte come combattenti. Nomi come Roza Shanina, tiratore scelto , o la pilota Olga Lisikova meritano di essere conosciuti o di nuovo messi sotto il riflettore , perchè rappresentarono l'impegno di migliaia di altre donne. Donne che servirono come partigiane o come infermiere oltre che come vere e proprie combattenti.
Due capitoli mi sento di segnalare in modo particolare, uno dedicato alle onoreficenze assegnate per atti di eroismo e che spiccano nelle foto di guerra sulla giubba dei soldati che le portavano addirittura in battaglia. Non è facile orientarsi in mezzo alle molte decorazioni e alle loro motivazioni. Turbett mette ordine in un campo a cui forse non si è prestata mai molta attenzione ( a differenza di altre decorazioni di altri eserciti).
Un altro interessante capitolo è quello riguardante il ritorno dalla guerra dei reduci, delle donne e dei prigionieri di guerra. Se le promesse dello stato verso i reduci furono mantenute in parte, molto peggio andò per le donne e per i prigionieri di guerra. Passata la necessità del loro impiego, le donne tornarono, per ordine di Stalin ad essere solo madri e lavoratrici e a porre sotto silenzio il loro eroismo in guerra. Ai prigionieri andò peggio poichè come diceva una massima del tempo "non esistono prigionieri, solo traditori", con il controllo e la repressione del NKVD (antenato del KGB).
Il libro quindi ci porta a conoscere molte storie di guerra e si avvale della collaborazione di una traduttrice di nome Valentina Kudinova che contribuisce anche con due storie collegate alla sua famiglia.
Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.
Titolo: Red Star at War - Victory at All Costs
Autore: Colin Turbett
Pagine: 232
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Red-Star-at-War-Hardback/p/17861
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