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Tuesday, June 16, 2020

The Battle of Tsushima di Phil Carradice

La storia è costellata di battaglie, imprese militari e piccoli e grandi fallimenti. Tuttavia tra le maggiori imprese, finite in fallimento, senza dubbio, la Battaglia di Tsushima, ma sopratutto il viaggio compiuto dalla Flotta Baltica Russa, per raggiungere le forze navali in difficoltà o addirittura assediate a Port Arthur e Vladivostok (dall'altra parte del mondo) durante la Guerra Russo Giapponese del 1904-5, è stata una dei maggiori fallimenti militari della storia.
Il libro che vi presento oggi è una storia di uomini, di personalità contrastanti e imperfette, di piccoli, grandi ed enormi ego. La storia se ci pensate può essere anche vista come uno scontro o un insieme chimico delle combinazioni delle varie personalità storiche che interagiscono negli eventi.
Ma il libro di oggi è un libro di storia navale sebbene non insista particolarmente su rotte e tattiche navali. Il libro "The Battle of Tsushima" del prolifico storico Phil Carradice per la casa Pen&Sword è,oltre che di persone e personalità, anche una storia di navi, che anch'esse arrivano ad assumere un carattere dipendente in gran parte dal comandante che le guida.
La chiave di lettura cercata dall'autore è quella del cambio di prospettiva di Nicola II , lo Zar di tutte le Russie, verso il Giappone, paese amato e poi disprezzato dopo aver subito un attentato.
Quel filo rosso che collega quel giorno del 1891, giorno di quell'attentato, allo scoppio della guerra tra Russi e Giapponesi (per il possesso di un piccolo porto che garantisse alla flotta russa uno sbocco sul pacifico non gravato dai ghiacci, come Vladivostok) e poi alla Rivoluzione di Ottobre del 1917 è un filo sottile ma tenace.
Lo scontro tra questi due imperi era già previsto, quando il Giappone , pieno di ambizioni dopo l'isolamento di secoli, si era affacciato sul mare e aveva creato una sua sfera d'influenza in Corea e Cina. La Russia nel 1800, sconfitto Napoleone e messi al sicuro i confini meridionali con la Potenza Ottomana (ombra di sè stessa) si era volta a oriente, arrivando sul Pacifico.
Una sorta di sottovalutazione dettata dal razzismo culturale, unito alla scarsa preparazione della classe ufficiali zarista, e allo stato relativamente impreparato delle sue forze armate, fece presto capire che i giapponesi non erano un paese da prendere alla leggera. Le sconfitte su terra e sopratutto in mare con la distruzione delle navi più importanti e la morte del brillante Ammiraglio Makarov, fecero scegliere a Nicola una strada molto difficile da percorrere e dettata dall'orgoglio. Non voleva lasciare il campo ai giapponesi così fece partire una flotta, quella Baltica, rinominata "Seconda Flotta Pacifica" per un viaggio di 6 mesi lungo i confini dell'Africa , e poi su fino al Madagascar e all'Oceano Indiano. Quel viaggio, e quella flotta al cui comando era il riluttante ammiraglio Rozestvenskij è il racconto del libro. Quattro moderne navi da battaglia,  oltre a navi medie , incrociatori, ausiliarie, più una serie innumerevole di navi logistiche si mise in viaggio verso l'oriente. Ma quella flotta, raccolta alla bell'e meglio, era composta da ufficiali impreparati e marinai che erano stati per lo più richiamati, quando non erano già vittime della propaganda sovversiva di chi stava preparando una Rivoluzione in patria.
E' difficile non appassionarsi a questo incomprensibile e allo stesso tempo epico viaggio di una flotta di navi unite dall'unico scopo di dare battaglia all'invincibile ammiraglio giapponese Togo.
Non c'era un piano tattico, bisognava solo arrivare a Port Arthur. Ma nel frattempo quella città e porto assediato era caduta. Poi anche l'esercito russo di terra era stato sconfitto a Mukden, ma la flotta proseguiva verso il suo destino.
Il libro narra la storia di Rozestvenskij, ma anche quella dei suoi sottoposti, alcuni onesti e capaci ufficiali, altri incapaci cortigiani. Ad un certo punto alla flotta già in viaggio lo Zar su consiglio di un ufficiale inviso a Rozestvenskij aggiunge un'altra piccola flotta di navi quasi inservibili (bagnarole vengono definite) che non potranno fare altro che rallentare la forza principale già oltre la metà del percorso. Siamo a maggio del 1905 e l'ora del destino, nello stretto di Tsushima tra Corea e Giappone , si avvicina...
Il libro scritto in maniera impeccabile da Carradice si legge tutto d'un fiato. Non risulta pesante ne' troppo tecnico. Questo forse potrebbe scoraggiare i grandi appassionati di storia navale, che cercano un libro con un numero maggiore di mappe (se devo indicare una piccola pecca è questa) o disquisizioni sulla tattica navale (che in realtà però mancò proprio, almeno dal lato russo) . Ma, come scritto sopra, il racconto è un racconto di uomini , di "forza di volontà" e senso del dovere di cui i russi, sebbene non fossero i migliori combattenti nè i meglio addestrati, non erano certo sprovvisti. L'autore ci fa appassionare anche al fato di alcune navi, come l'improbabile nave logistica Kamchatka che viene definita, per l'impreparazione del suo equipaggio, il "clown" della flotta. Come sarebbe cambiata la storia senza quella vittoria giapponese? L'Impero Zarista avrebbe prolungato la sua vita? Sono domande di cui non possiamo conoscere la risposta ma  il libro, narrando la battaglia e il destino di tutti quei marinai e ufficiali russi che affrontarono i mari di mezzo mondo per andare a morire in un posto lontano, pone l'attenzione anche su un un conflitto brutale , sanguinoso e ormai dimenticato.

Titolo: The Battle of Tsushima
Autore: Phil Carradice
Pagine: 184
Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/The-Battle-of-Tsushima-Hardback/p/17267
















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