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Tuesday, November 3, 2020

Mussolini's Defeat at Hill 731 March 1941 - How the Greeks halted Italy's Albanian Offensive di John Carr

 Il libro che vi presento oggi, scritto da John Carr, appassionato giornalista e storico residente in Grecia, per la casa editrice Pen&Sword, guarda ad un episodio poco conosciuto oggi nella storiografia britannica (e poco relativamente anche in quella italiana) e lo fa appassionando il lettore dalla prima all'ultima pagina. 

Gli eventi della fine del 1940, quando il Regio Esercito invase la Grecia ottenendo di essere in poche settimane spinto indietro fino a subire l'invasione dell'Albania (protettorato dell'Italia da alcuni anni) è qualcosa che nei libri di storia, sopratutto quelli italiani, non viene ricordato con piacere. Al più è uno dei passaggi poco brillanti dell'esperienza di guerra del Regio Esercito nella Seconda Guerra Mondiale, insieme alle debacles in Africa, ai pochi eroici mesi in Africa Orientale e alla disastrosa Campagna di Russia. Ma questo riferimento veloce a una campagna iniziata con ben altri auspici da parte del Regime Fascista di Mussolini, non fa onore al sacrificio dei soldati al fronte. Quando la ritirata in Albania si fermò, l'esercito italiano passò al contrattacco. Questa è la storia di quelle due settimane,nel marzo del 1941, in cui diverse divisioni italiane si scagliarono contro un esercito fortemente motivato da quello che era percepito come un attacco a tradimento. I greci infatti si assestarono su una serie di alture che sovrastavano le forze attaccanti e le difesero strenuamente ed eroicamente di fronte ad assalti poco fantasiosi dal punto di vista tattico-strategico ma altrettanto eroici da parte delle truppe italiane. 

Il libro di Carr riesce ad essere estremamente equilibrato nella narrazione che passa dalle forze attaccanti italiane ai greci asserragliati su picchi battuti ferocemente dall'artiglieria italiana. Pochi testimoni e le loro opere e testimonianze vengono esaminati, ma bastano a descrivere l'inferno di quegli uomini sulla quota 731 (erano i metri di altezza) che sbarrava la strada all'avanzata delle forze di Mussolini. Un Duce che addirittura volò personalmente per presenziare all'attacco noto come "Offensiva di Primavera" e che con attacchi degni delle tattiche sanguinarie di Cadorna sul Carso infuriarono per quasi due settimane e 20 attacchi da parte delle varie divisioni a disposizione. 

Nella narrazione siamo coi greci che erano isolati su questi picchi, armati di poco, munizioni scarse e solo bombe a mano e la fedele baionetta (per altro di fabbricazione italiana!) come il Segente Maggiore Theodoros Zikos, e assistiamo allo stesso tempo ai feroci sforzi per conquistare quelle alture, con gli assaltatori come il tenente Ajmone Finestra e il soldato Matteo Pecoraro.

Tutto questo ci porta in una dimensione in cui conta poco il disegno generale dell'avanzata, il motivo della guerra, o le considerazioni ideologiche, perchè non si può non ammirare la forza di volontà dei greci e l'incredibile tenacia nel continuare gli attacchi da parte italiana. 

Chi scrive sa bene che nel computo finale della Campagna, che pesò come un macigno sul destino di Mussolini, ogni considerazione finale fa sembrare inutile il sacrificio di tutte quelle vite umane. Non posso dimenticare però lo spirito di corpo presente in un mio vecchio zio che partecipò e fu preso prigioniero, che ancora, a distanza di 50 anni e fino alla sua morte ostentava il cameratismo nato da quelle sofferenze e che rivedo in questo libro, ben narrato da Carr.  Ovviamente l'enfasi è per la "giusta" battaglia dei Greci che difendevano la loro terra (sebbene al tempo si fosse nel sud dell'Albania) . Una battaglia che dal punto di vista greco portava alla mente quella epica delle Termopili. Il soldato italiano invece esce dall'ombra di tante narrazioni forse un po' troppo colorate di pregiudizi e che attecchirono come una macchia indelebile dopo i rovesci militari in Africa del Nord con le foto e filmati di migliaia di prigionieri. Il soldato italiano, come si evince dalla narrazione di Carr non ha nulla da invidiare agli altri soldati, ma in questa campagna fu mal guidato da una serie di generali con ancora in testa gli assalti della Prima Guerra Mondiale. Una piccola nota voglio aggiungere riguardo alla storia triste e allo stesso tempo quasi al limite dell'incredibile del soldato Pecoraro, le cui spoglie tornarono a casa solo nel 2004, qui un bel sito che come Carr ne commemora la storia: https://www.campagnadigrecia.com/. 

Che dire di più, un libro che fa dell'equilibrio della narrazione la sua forza, teso tra le due forze , quella Greca e quella Italiana, che si diedero battaglia per una collina di scarsissima importanza nell'ottica strategica della guerra in generale ma che assurse a grande significato simbolico. Quel luogo per gli italiani è "Zona Sacra" e anche i greci dopo anni di scontro con i vari governi albanesi vedono finalmente la possibilità di celebrare e onorare i propri morti. Una campagna che fu terribile e che non portò a nulla, sia per l'una che per l'altra parte ma che fa apprezzare ancora di più la resilienza e il coraggio che animò entrambi gli eserciti che si scontrarono per la Quota 731. Un libro che spero venga tradotto in italiano e che senza dubbio entra di diritto tra i migliori scritti riguardo alla Campagna di Grecia. 

Un grazie di cuore a Pen&Sword per avermi fornito il libro per la recensione.


Titolo: Mussolini's Defeat at Hill 731 March 1941 - How the Greeks halted Italy's Albanian Offensive

 Autore: John Carr 

Pagine: 219

Link: https://www.pen-and-sword.co.uk/Mussolinis-Defeat-at-Hill-731-March-1941-Hardback/p/18543













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